Gesù Cristo qual Padre del figlio prodigo Figlio, deh! torna; o figlio, torna al tuo Padre amante; ahi! quànte volte, ahi!quante io sospirai per te. Pensa che figlio sei, pensa che Padre io sono; torna, che ti perdono, non dubitar di me. Da che mi abbandonasti, pace non ebbe il cuore; sempre languii d'amore; asempre penai per te. Te per le valli e i monti, e notte e dì cercai; sempre gridando andai: il figlio mio dov'è? Dal padre suo lontano, chi gli darà più aita? Chi gli darà più vita? Da chi sperar merce? Udì la terra e il cielo più volte i miei lamenti, i miei pietosi accenti udiro i sassi ancor. Tu sol di lor più duro, ingrato non gli udisti; , ma sempre più fuggisti dal mio paterno cuor. Dovea, così schernito, lasciarti in abbandono; per sempre il mio perdono io ti dovea negar. Ma il mio paterno cuore tradito, abbandonato, di te, quantunque ingrato, mai si potè scordar. Ed or quel cuore istesso arde e d'amor sospira, e ricettarti aspira di nuovo entro al suo Ben. Non troverà mai pace senza del suo diletto, se non si stringe al petto il suo perduto ben. Torna, deh! torna, o figlio, torna al tuo Padre e Dio; vieni, che l'amor mio non si cangiò per te. Deh! torna, e al fin consola il caro Padre amante; deh! torna in quest'istante, più non fuggir da me. Mille carezze e mille dal caro Padre avrai,. senza sgridarti mai della tradita fè. Anzi al paterno cuore sarai così gradito, come se mai fuggito fossi dal tuo Signor. Vieni... ma già ritorni, io già ti stringo al seno, già son contento appieno, brilla di gaudio il cuor. Angeli della pace, venite a me d'intorno: il sospirato giorno ecco che già spuntò. Il caro mio tesoro, il figlio mio perduto ecco che già è venuto, e al Padre suo tornò. Voi che da Dio fuggite, anime sventurate, tutte a' suoi piè tornate, ch'ei non vi sdegnerá. Ei v'offre in questo figlio; già fuggitivo ed empio, un luminoso esempio della sua gran pietà.