Inviti alla penitenza POPOLO Perdono, mio Dio! Mio Dio, perdono! Perdono, mio Dio! Perdono e pietà! I. - Misero cor, deh! pensa che già peccasti assai; tempo sarebbe ormai di pianto e di dolor. Pensa che presto scorrono i giorni, i mesi e gli anni, ah! lascia alfin gl'inganni, e torna al tuo Signor. Quel Padre che oltraggiasti, quello ti parla al cure: sentilo, o peccatore, e non resister più. Senti le care voci, onde t'invita al seno; contrito, adesso almeno, ritorna al tuo Gesù. Ben mille volte e mille già ti chiamò pietoso; e sempre più ritroso non lo volesti udir. Se tu resisti ancora, se al Padre tuo non vai, forse altra voce udrai nell'ora del morir. So che tu cerchi un bene che ti contenti appieno, ma tu lo trovi meno quanto lo cerchi più. Prova a cercarlo in Dio, e allor sarai contento; con lui val più un momento chle mille dì quaggiù. II. - Torna, deh! torna a Dio, anima a Dio ribella, smarrita pecorella, ritorna al tuo Pastor. Miralo qui svenuto, pallido, estinto, esangue: ah! come a tanto sangue; non ti si squarcia il cor? Oh! digli, e piangi intanto, digli che sei contrito, digli che t'ha tradito un bene lusinghier. Che in vista di sue piaghe ravvisi il vero inganno; che vuoi morir d'affanno, prima di ricader. E sei sicuro allora che il suo paterno ciglio ti mira come figlio, Ti rende a libertà. Più non rammenta offese, più non minaccia irato; dal tuo dolor placato, divien tutto pietà.