GESÙ MUORE IN CROCE

Venerdì Santo
6. GESÙ MUORE IN CROCE

Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!” (Gv 19,30). Gesù, essendo ormai vicino a spirare, si pose davanti agli occhi tutti i patimenti della sua vita: povertà, sudori, pene e ingiurie sofferte e, offrendo di nuovo tutto all’eterno Padre, disse: “Tutto è compiuto…

… Si è realizzato tutto ciò che di me hanno predetto i profeti. Si è compiuto interamente il sacrificio che Dio aspettava per riconciliarsi con il mondo, e la giustizia divina è stata pienamente placata”.
Tutto è compiuto: disse Gesù rivolto al Padre. Queste parole erano rivolte anche a noi, come se dicesse : “Uomini, ho fatto tutto quello che ho potuto per salvarvi e guadagnare il vostro amore. Io ho fatto la mia parte, ora voi fate la vostra: amatemi, non vi dispiaccia di amare un Dio che è giunto a morire per voi”.
Mio Salvatore, potessi anch’io dire in punto di morte, almeno per il tempo di vita che mi rimane: “E’ compiuto. Signore, ho fatto la tua volontà, ti ho obbedito in tutto”. Gesù mio, dammi forza: propongo e spero di farlo con il tuo aiuto

Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46). Queste furono le ultime parole pronunziate da Gesù sulla croce. Vedendo che la sua anima benedetta stava per separarsi dal suo corpo straziato, egli, totalmente abbandonato alla volontà divina e con fiducia filiale, disse: “Padre, rinuncio alla mia volontà: non voglio vivere né morire. Se ti piace ch’io continui a patire su questa croce, sono pronto. Nelle tue mani consegno il mio spirito: fa’ di me quello che vuoi”.
Magari dicessimo così anche noi, quando siamo sopra una croce, lasciandoci totalmente guidare dal beneplacito del Signore! Ciò è necessario soprattutto in punto di morte; ma per farlo bene allora dobbiamo praticarlo spesso durante la vita.
Gesù mio, nelle tue mani affido la mia vita e la mia morte. Mi abbandono a te senza riserve e fin da adesso ti raccomando l’anima mia: quando sarò arrivato alla fine, accoglila nelle tue sante piaghe, come il Padre accolse il tuo spirito quando moristi sulla croce. […]

Finalmente al moribondo Signore, per la violenza del dolore ormai privo di forze, viene meno il respiro, si abbandona con il corpo, china la testa sul petto, apre la bocca e spira: E, chinato il capo, rese lo spirito (Gv 19,30).
Anima bella del mio Salvatore, esci e va’ ad aprirci la porta del paradiso, finora chiuso per noi; va’ a presentarti alla Maestà divina, per impetrarci il perdono e la salvezza.
La gente, sentendolo gridare a gran voce le ultime parole, si gira verso Gesù, lo guarda attentamente in silenzio, lo vede spirare ed esclama: “E’ morto, è morto!” Sì, è morto l’autore della vita, l’Unigenito di Dio, il Signore del mondo. Un Dio è morto per amore delle sue creature! Un Dio ha sacrificato le sue gioie, il suo onore, il suo sangue, la sua vita per delle creature ingrate, ed è morto in un mare di dolori e di disprezzi per pagare le nostre colpe!
Anima mia, alza gli occhi e contempla Gesù crocifisso. Guarda l’Agnello divino, sacrificato su un altare di dolore. Pensa che egli è il Figlio prediletto dell’eterno Padre e che è morto per amor tuo. Egli ha le braccia aperte per accoglierti, il capo chino per darti il bacio della pace, il costato aperto per accoglierti. Non merita forse di essere amato un Dio così buono e pieno d’amore?
Dalla croce il tuo Signore ti dice: “Figlio, chi mai al mondo ti ha amato più di me, tuo Dio?”

Mio Dio e mio Redentore, tu sei morto di una morte infame e dolorosa, per guadagnarti il mio amore. Ma quale creatura potrà mai ricambiare l’amore del suo Creatore morto per essa? Adorato Gesù, amore dell’anima mia, come potrò dimenticarmi di te? Come potrò vederti appeso su questo legno e non amarti con tutte le mie forze?

da Considerazioni ed affetti sopra la Passione – XVI.