Gesù si offrì volontariamente

23. Gesù si offrì volontariamente

Si è offerto perché lo ha voluto (Is 53,7 Vg). Facendosi uomo, il Verbo divino si offrì volontariamente alle sofferenze e alla morte per il riscatto del mondo. Tutti i sacrifici di animali, offerti a Dio nel passato, non avevano potuto riparare le colpe degli uomini: era necessario che una persona divina pagasse per essi il prezzo della loro redenzione. Perciò, come ci fa sapere l’Apostolo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato… Allora ho detto: Ecco, io vengo (Eb 5,7). “Padre mio, disse Gesù, tutte le vittime sinora offerte a te non sono bastate, né potevano bastare a soddisfare la tua giustizia. Perciò mi hai dato questo corpo passibile, affinché a prezzo del mio sangue ti plachi e salvi gli uomini. Ecco, io vengo: eccomi pronto, accetto tutto e mi sottometto totalmente al tuo volere. […]

Così, fin dal suo ingresso nel mondo, Gesù cominciò a patire le angosce e i dolori che avrebbe sofferto in vita sua. Noi, invece, come ci siamo comportati con Gesù quando, diventando adulti, abbiamo cominciato a conoscere con la luce della fede i santi misteri della sua redenzione? Quali pensieri, quali disegni, quali beni abbiamo amato? Piaceri, spassi, superbie, vendette, sensualità; ecco i beni che abbiamo amato e quali sono stati i sentimenti del nostro cuore. Ma se abbiamo fede, dobbiamo finalmente cambiare il cuore e la vita. Amiamo quel Dio che tanto ha patito per noi. Mettiamoci davanti le pene del Cuore di Gesù, sofferte per noi fin da bambino; così non potremo amare altro che lui, che tanto ci ha amato.

Preghiera

Signore mio, tu sai come mi sono comportato con te nella mia vita. Da quando ho avuto l’uso della ragione, io ho cominciato a disprezzare la tua grazia e il tuo amore. Ma tu mi hai sopportato, perché mi vuoi ancora bene. […] Lo stesso amore che ti fece scendere dal cielo per venire a cercare le pecorelle perdute, ha fatto sì che tu mi sopportassi tanto e non mi abbandonassi. Gesù mio, ora tu cerchi me e io cerco te. Sento che la tua grazia mi assiste, donandomi il dolore dei miei peccati e un grande desiderio di amarti e di compiacerti.

Sì, mio Signore, voglio amarti e compiacerti più che posso. Sono consapevole della mia fragilità e debolezza, contratte a causa del peccato, ma ho una grande fiducia nella tua grazia, che mi fa sperare nei tuoi meriti e mi fa dire con coraggio: Tutto posso in colui che mi dà forza (Fil 4,13). Se io sono debole, tu mi darai forza contro i nemici; se sono malato, il tuo sangue sarà la mia medicina; se sono peccatore, spero che tu mi farai santo. In passato io ho collaborato alla mia rovina perché nei pericoli non sono ricorso a te. Da oggi in poi voglio sempre ricorrere a te, Gesù speranza mia, a da te spero ogni aiuto, ogni bene. […]

Eterno Padre, per amore di Gesù, accetta il mio amore. Se sei sdegnato con me, ti plachino le lacrime di Gesù Bambino, che ti prega per me: Guarda il volto del tuo consacrato (Sal 83,10). Io non merito nessuna grazia, ma questo Figlio innocente ti offre la sua vita perché tu mi usi misericordia.

Maria, Madre di misericordia, intercedi per me. Tu sai quanta fiducia ho in te, e sono sicuro che tu non abbandoni chi ricorre a te.

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da Novena del Santo Natale, Novena, 5.

M. Schmalzl, Natività di Gesù dal Messale 1906 (Raccolta Marrazzo).