Lettera a Donna Domenica Longo

Lettera n. 79. A Donna Domenica Longo, Mileto 1845

79. Alla Signora Monaca Donna Domenica Longo[1],
Santa Cristina[2].
Direzione spirituale: come limitare le distrazioni nelle preghiere.

 

Tropea, 19 ottobre 1845
Jesus, Maria, Joseph, Sanctus Alphonsus

 

Figlia in Gesù Cristo

Vostro zio[3] mi assicurò del cingolo[4], ma si ritrova in Nicotera, e fra giorni l’avremo. Intanto vi ringrazio anche per parte della Comunità.

Intorno poi alle distrazioni, non vi dovete turbare; fate uso del Rosario Giaculatorio[5], anche per l’apparecchio e ringraziamento. Temete poi di lasciarela Comunione, e l’orazione assegnata.

Per grazia di Gesù Cristo e della Madonna Immacolata sono stato bene di salute. E voi anche ringraziateli se state ammalata.

Si avvicina il tempo delle missioni[6], e non lasciate pregare per noi, e per i paesi ove andiamo. Pregai Don Rocco che avesse pensato per farvi entrare nel Monistero[7].

Riossequio l’Alessio sorella[8], e vi benedico ne nomi di Gesù e di Maria.

Umilissimo Vostro Servitore
Vito Michele Di Netta
del SS. Redentore[9]

Indirizzo:
A Sua Eccellenza La Signora Monaca
Donna Domenica Longo
Cose di Coscienza
Santa Cristina


[1] Domenica Longo Mazzapica, figlia di Giovanni e di Maria Concetta Grillo; nata e domiciliata in Santa Cristina d’Aspromonte; nubile, ricca proprietaria, donna spirituale. Ha 80 anni quando è esaminata il 22/10/1897 nei Processi Ordinari Tropeani, dove è il teste n. 24. Ella così inizia la sua deposizione: «Lo conobbi personalmente nella mia prima età, ed in seguito ancora, perché varie volte è venuto nel nostro paese per predicare. Ho poi avuto con lui una corrispondenza epistolare pei miei bisogni spirituali. Tutta questa corrispondenza l’ho consegnata al P. Di Coste».

[2] Lettera autografa che si trova presso la Postulazione Generale Redentorista in Roma, Via Merulana.

[3] Non si riesce a individuare chi era.

[4] Il cingolo, una specie di cordone, che serviva a chiudere l’abito monacale. Di esso il P. Di Netta parla nella lettera n. 9 dell’ 8/11/1820 a Don Giuseppe Potami.

[5] Lo raccomandava a tutte le sue penitenti (cf. lettera n. 44 del 29 maggio 1840). Era un “rosario di giaculatorie di quindici decadi, delle quali la prima era un atto di fede fervoroso verso Gesù Cristo. Un’altra decade era questa: Mamma mia Maria, liberatemi dall’inferno” (teste Donna Alfonsina Basile, fol. 274).

[6] Come già ricordato altrove, la campagna missionaria andava da ottobre a fine maggio.

[7] Non sappiamo chi era Don Rocco e di quale monastero si trattava.

[8] Cf. lettera n. 73 del 11 giugno 1845.

[9] Aggiunta d’altra mano: l’originale si conserva in casa del Cav. Don Domenico Longo-Mazzapica in Santa Cristina d’Aspromonte..

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               Con cuore integro e fedele
             LETTERE DEL Ven. P. DI NETTA
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Lettera n. 79
Legge: Donato Mantoan
[audio:/LettereMp3/079.mp3]

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Balconcino del Coro, dove insieme alla Comunità pregava il P. Di Netta, il quale spesso vi si ritirava in profonda preghiera.