Ludovico Colin redentorista

 P. Ludovico Colin, redentorista
(1884-1973)

I suoi scritti spirituali hanno nutrito generazioni di religiosi e non solo redentoristi. Ma con il rinnovamento teologico e spirituale promosso dal Concilio Vaticano II le sue opere sono state alquanto messe da parte. Queste, però, al di là della forma, conservano ancora lucidità e sostanza.
Il Bollettino redentorista
Orbis del 1975 offre il suo profilo biografico e spirituale ad opera del p. Vittorio Gauthier.

P. Ludovico Colin, redentorista (1884-1973)

Quando all’inizio di primavera un gruppo della casa generalizia e i Professori dell’Accademia Alfonsiana abbiamo visitato l’Abbazia di Casamari (Frosinone), il p. Priore nel salutarci, ci disse all’improvviso: «Io sono molto devoto dei Padri Redentoristi. Il mio prezioso libro di lettura è il p. Luigi Colin. Orbis, anche se non ha sempre parlato di tutto, non può passare sotto silenzio questa grande figura di Redentorista.
I dati della biografia del p. Colin che pubblichiamo sono del p. Vittore Gauthier (4-L) che ce li hai inviati nel mese di gennaio 1975.

Il numero di Orbis, Bollettino di informazioni redentoriste, da cui è stato tratto questo servizio.

LA SUA VITA

DATI BIOGRAFICI

Nacque a Bertrichamps, vicino a Baccarat (Meurthe-et-Moselle) il 17 gennaio 1884. Sua sorella Maria di 11 anni, fu la madrina del Battesimo. Il 19 aprile 1896 riceve la prima Comunione. Nel 1899 entra nel seminario di Uvrier (Svizzera). L’8 settembre 1903 veste l’abito Redentorista ad Attert (Lussemburgo). L’8 settembre 1904, come soggetto al servizio militare emette i Voti privatamente. Primo anno di Filosofia a Beauplateau. Il secondo anno — nel 1905 — ad Attert. Nell’ottobre 1906 servizio militare a Nancy fino al settembre 1907: data del suo ritorno. Durante il secondo anno di Teologia, il giorno di Natale 1907, emette la Professione. Il 26 luglio 1909 è ordinato sacerdote e il giorno seguente canta la Prima Messa, assistito dal ven. M. Bédon, Parroco di Bertrichamps, e dà la comunione alla sua sorella e madrina Maria. Nel settembre 1910 viene trasferito ad Uvrier come professore di Letteratura. Dopo due anni nel 1912, arriva ad Attert, in qualità di Professore di dommatica.

Dal 1914 al 1918 è cappellano militare del 42° battaglione Cacciatori. Situazioni e combattimenti terribili. Al fronte di Verdun si manifestò il suo eroismo e la sua abnegazione sacerdotale.
L’ordine del giorno 21 aprile 1918 della Sua Brigata afferma: Modello di valore e di abnegazione, si è distinto specialmente nel combattimento del 30 marzo 1918, soccorrendo i feriti in condizioni particolarmente pericolose ».

Congedato, alla fine di aprile 1919 torna ad Attert. Nell’estate dello stesso anno è nominato Prefetto. E il 15 settembre predica gli esercizi sul tema «L’amore a Gesù Cristo».
Nel 1927 è nominato Rettore: mantiene tale ufficio in diverse case fino al 1950. Nel 1947 partecipa al Capitolo Generale come Delegato. Il p. Generale lo vuole nominare Provinciale: ma egli rinunzia. E fino al 1963 continuerà a predicare esercizi. Nel gennaio 1964 scriveva: «Ho già 80 anni! Se bisogna credere alla Scrittura; dopo gli 80 anni: «”labor et dolor”».

Nel 1967, a 83 anni, inizia a scrivere la sua ultima opera: «La spiritualità di S. Alfonso». Alla fine di gennaio afferma: «II dottore mi ha prescritto riposo». I 90 anni (1973) non arrivano per la festa, ma si dimostrano una miseria degna di compassione; nonostante che siano un’immensa grazia a Dio.
Continuano e si accentuano le sofferenze. Il 20 luglio 1973 riceve l’Unzione degli Infermi. Il 28 viene trasportato all’ospedale. Il 5 agosto entra in coma e l’8 agosto, verso le 10, si spegne la vita mortale del p. Luigi Colin.

 PROFILO BIOGRAFICO

Famiglia
Suo padre, Augusto Colin, lavorava nella cristalleria di Baccarat, famosa in tutto il mondo. La madre attendeva alla casa e ai campi. Il parroco, all’antica, molto pio ed austero. Maria, la madrina di Luigi e che tanto influsso eserciterà su di lui, era particolarmente docile alle direttive del parroco. Luigi assiste regolarmente con sua madre alla Messa preceduta da un quarto d’ora di meditazione a voce alta.
Nonostante le sue richieste, non fu ammesso a scuola fino a cinque anni e mezzo. Ebbe una educazione energica e rude. “A sera, verso le 7,30 andavo a dormire, dopo aver pregato. Poco dopo mia sorella e madrina venivano in camera mia e ponendosi in ginocchio ai piedi del letto mi dicevano: « Luigi, recitiamo il Rosario». Non sempre il bambino rispondeva volentieri, ma si lasciava convincere: solamente due o tre volte intervenne il padre con la sua autorità.

Suo fratello Vittore, otto anni più grande di lui, seguì la carriera militare. Luigi, iniziando la scuola, cominciò anche la preparazione alla prima comunione. Tutti i giorni alle 11, per un’ora, lezione di catechismo. Per un anno intero i bambini partecipavano alla Messa e seguivano un corso di preparazione al grande giorno.

Formazione e vocazione
Per le sue qualità e i risultati nello studio ottenne di entrare come esterno nel collegio di S. Giuseppe di Nancy, diretto dai Fratelli di San Carlo. Nel secondo anno di collegio, dopo una gita alla Casa madre dei Fratelli, decide di diventare religioso. il Parroco approva, ma preferisce che diventi sacerdote; alle spese penserà lui stesso.
Il p. Bédon, parroco, è molto amico dei Redentoristi. Luigi frequenta gli esercizi nella casa dei PP. Missionari. Prende la decisione. Il Parroco si offre a impartirgli lezioni di latino e greco perché possa entrare al quarto anno dell’educandato. Fu un anno duro: sveglia alle 5, un quarto d’ora di meditazione e Messa. Nove ore di lezione e studio nella casa del Parroco.
L’apprendere il latino e il greco gli costò lavoro e lacrime. Aveva nostalgia per la matematica e le scienze. Però le portò a termine, «prendendoci gusto, anche se all’inizio lo studio delle due lingue fu amaro per Lui».
Spinto dai familiari, nell’agosto 1899, a 15 anni e mezzo di età entrò nell’educandato con altri dieci compagni per frequentare la quarta classe. In greco e in latino era inferiore agli altri, ma si rifaceva nella matematica. Le scienze — diceva — erano la materia prediletta.

Cominciò l’educandato con un ritiro di quattro giorni: verità eterne, amore a Gesù Cristo, fedeltà alla vocazione, devozione alla Vergine Santissima. Il terzo giorno promise e mantenne il proposito di recitare tutti i giorni il Rosario intero. « Tutti i giorni — scrive — chiedevo la grazia di morire piuttosto che perdere la vocazione».
Nel Noviziato approfondisce e rinforza i propositi. Deve interrompere gli studi di filosofia per il servizio militare, che non lascia traccia in Lui. Studia filosofia con il p. Dorsaz, profestore entusiasta, ma non troppo preparato. Professore di S. Scrittura fu il P. Vigneron: mai proponeva agli studenti vie nuove. «Fino a potere affermare che il p. Colin non ebbe una seria preparazione negli studi biblici.
fortunatamente non ebbe occasione e forse, pressato dalle attività, non ebbe neppure il desiderio di riempire più avanti tale lacuna. Ma lavorò, come sempre con applicazione fervente e sostenuta, leggendo molto, prendendo appunti, riempiendo quaderni che lo aiutarono molto nel suo ufficio di Prefetto degli Studenti».

Dopo l’ordinazione sacerdotale fu professore (due anni di lettere e due anni di dogmatica), Cappellano militare (esempio di valore e di abnegazione), Prefetto degli Studenti, Superiore per molti anni.
Predicatore e scrittore. Amico dell’ordine e della disciplina: nemico delle eccezioni e delle leggerezze; « dotato di una splendida salute e di un carattere energico (temprato dalla vita militare e da quattro anni di guerra), non sempre comprese le necessità dei temperamenti più fragili. Gli ammalati e i malaticci dovettero molte volte soffrire.
Nella sua opera — ci riferiamo agli scritti — traspariscono le sue qualità e i suoi difetti, la sua preparazione culturale e le incolpevoli mancanze: trasparenza perfetta come quella di un cristallo di Baccarat.

Il P. Ludovico Colin fu a lungo ricercato conferenziere per religiosi e religiose e apprezzato per i suoi scritti spirituali.

LA SUA OPERA

Predicatore
Il p. Colin fu quasi esclusivamente Predicatore di esercizi, soprattutto a Religiosi e Religiose. Predicò alcune missioni, al massimo una ventina. Alcuni esercizi a seminaristi maggiori (8) e un corso di esercizi a Sacerdoti. Da 60 a 70 corsi di esercizi di 3 o 4 giorni a laici. Predicò anche 2 corsi di esercizi per prima comunione o per qualche circostanza speciale. La sua attività principale: esercizi a religiosi: da 550 a 600 corsi ai quali bisognerebbe aggiungere numerose conferenze e dialoghi.
Per molti anni fu chiamato dai Trappisti (religiosi e Suore). Eccetto che a Bricquebec e forse a Les Dombe, ha predicato in tutti i monasteri di Trappisti: sei volte a Cister e Thymadec. E alle Monache Trappiste: nove volte a Gràce-Dieu e sei volte a Ubexy. In tutto una settantina di corsi di esercizi nei diversi monasteri della Trappa.
Sarebbe lungo elencare tutte le comunità a cui predicò. Più di tutte: alle Suore di S. Carlo di Nancy, alle Suore del Buon Pastore, alle Sorelle dei poveri, alle Agostiniane Ospedaliere.
Tra le contemplative, oltre alle Trappiste, alle Redentoristine, alle Carmelitane, alle Riparatrici, alle Visitandine, alle Camaldolesi ecc… Due volte in America: in Canada dal gennaio alla fine di agosto 1948: ventidue corsi di esercizi. In Canada e negli Stati Uniti dal giugno 1951 al gennaio 1953  predicò 42 corsi di esercizi a numerose comunità.
Il 3 gennaio 1952 scrive da Quebec: «Dalla casa Madre delle. Suore della Carità di Quebec, chiamate “Suore Grige”. Devo predicare cinque corsi di seguito e sto per terminare il 10 a trecento religiosi. In gennaio ai Trappisti: due corsi a religiosi e uno a religiose in piena prosperità materiale senza aver perduto lo spirito cirstercense. A Oka, a 60 km. da Montreal, a 180 monaci della Scuola agricola, dipendente dalla Università… ».

Temi di predicazione
Organizzava i suoi esercizi intorno a un tema centrale che unificava tutte le meditazioni. Il primo ritiro che incontriamo nella sua agenda lo predicò nel 1926 alle Suore di San Carlo di Nancy. Allora era Prefetto. Raccoglie in sintesi tutti i corsi di esercizi che predicherà man mano, adattandosi all’ambiente. Moltiplicherà i temi, sempre ritornando al tema centrale.
Ecco i TEMI FONDAMENTALI del p. Colin:

  • 1. l grandi doveri della vita religiosa.
  • 2. Tendenza alla perfezione: dovere fondamentale dello stato religioso.
  • 3. Funzione dei voti.
  • 4. L’amicizia di Gesù.
  • 5. Perfetto amore con Gesù Cristo.
  • 6. Doveri specifici dell’Istituto. Alcuni li amplia: il 3°, p. es. Funzione dei voti diventerà più tardi: «Il culto dei voti». In questo ritiro, trattando dell’obbedienza, tiene una serie di meditazioni che chiamerà «Il culto della Regola», che più tardi trasformerà in un libro molto conosciuto e diffuso.
  • 7. Ritiro ai superiori in otto giorni: i primi quattro li dedica alla tendenza alla perfezione; gli ultimi quattro alle qualità del Superiore.
  • 8. Uniformità alla volontà di Dio.
  • 9. La preghiera.
  • 10. L’imitazione di Cristo.
  • 12. La santità religiosa e sacerdotale.

Carattere della sua predicazione
Prima di tutto la scelta del tema centrale che unifica il corso. Invece di una serie di meditazioni tradizionali, poco unite tra loro e che sono comuni a tutti i predicatori di esercizi, il p. Colin preferisce un insieme a visione unica e con continuo riferimento al tema centrale. Questa idea di fondo invita alla riflessione, sviluppa la preghiera e obbliga a confrontarla con la vita.
Chiarezza di esposizione: divisioni chiare, logiche. Stile semplice, senza frasi letterarie: il linguaggio di tutti. Le citazioni sodo tutte in riferimento al tema centrale.
Profonda convinzione: era totalmente convinto di ciò che predicava. Viveva, si sforzava di vivere ciò che predicava: un ritiro predicato era un ritiro che faceva insieme agli esercizianti. Da dove veniva questa facilità di organizzare il ritiro intorno al tema centrale? Bisogna ricordare gli otto anni che trascorse come Prefetto degli Studenti, durante i quali preparò centinaia di conferenze. Di tutta la materia poi aveva un’ordinata documentazione.

SCRITTORE

Le sue opere
Verso il 1936 pubblicò il suo primo libro: «II Divin Modello». Nel 1939 pubblicò «II Culto della Regola », che unito «Al Culto Dei Voti» edito nel 1944, lo avrebbero reso famoso in tutte le case religiose. Tradotto in moltissime lingue, il p. Colin riceveva felicitazioni, auguri e sprone per continuare le sue pubblicazioni.

  • Nel 1944 apparve anche «Gesù, nostro modello»: un adattamento per il grande pubblico del primo libro, edito solamente per i Redentoristi.
  • Seguì un gruppo di opere sulla carità: «Caritas» nel 1945. «Alle sorgenti della carità» (1946) e «Amiamo i nostri Fratelli» (1950).
  • Nel 1948: «La vita interiore», nel 1951: «II libro dei Superiori», nel 1953 un libro «Sulla preghiera», e nel 1954 «Ritiro sull’amicizia di Gesù».
  • Nel 1955: «La tendenza alla perfezione»;. nel 1956: «La Madonna, prima religiosa di Dio».
  • Nel 1959 il primo volume e nel 1962 il secondo sul «Noviziato» (Schema di formazione religiosa) di 850pagine. Non è un libro di lettura, ma di studio, uno strumento di lavoro, una specie di Manuale o Direttorio di Noviziato.
  • In seguito pubblicò altre opere che ebbero meno risonanza: nel 1963 «Santità per tutti», e nel 1967 «Attualità della preghiera».
  • Infine a 87 anni pubblicò « S. Alfonso de Liguori: Dottrina spirituale» I Volume (Analisi), II Volume = Testimonianza filiale nel Centenario dell proclamazione di S. Alfonso come Dottore della Chiesa. Sfortunatamente l’opera non ebbe molta risonanza, giacché non rispondeva alle attese del mondo religioso. 

Carattere della sua opera
Le prime opere del p. Colin si diffusero con straordinaria rapidità. Tradotte in molte lingue. La cosa più straordinaria è stata che il «Culto dei voti» sia stato tradotto, senza che il p. Colin lo sapesse, dai Mormoni del Nord-America.
I suoi libri non riflettono un unico programma definito fin dal primo giorno. Ogni volume forma una cosa a sé. Il che suppone inevitabili e noiose ripetizioni.
P. Colin non intende diffondere idee personali. E’ Apostolo di Cristo e figlio della Chiesa. Ha pensato e soppesato quanto ha scritto. E scrive ciò che sa e vuole dire. Niente esposizioni vaghe e astratte. scrive senza artifici letterari. Tutto è al servizio della sua unica ambizione: chiarire, convincere, spingere all’attività cristiana e religiosa.
Va alla ricerca non della bellezza letteraria, ma dell’efficacia apostolica. Pensiero chiaro, stile semplice, sviluppo logico, esposizione vigorosa. “Spiritualità attiva”» la definiva la Civiltà Cattolic: suo scopo principale è lo sforzo costante e vigoroso della fedeltà a Gesù Cristo, dell’amicizia con Cristo.

Dopo il Concilio, in molti settori della vita religiosa, si è operato un cambiamento di prospettiva, secondario se guardiamo all’essenziale, ma importante se consideriamo le relazioni mutue (tra superiori e sudditi, tra soggetti tra di loro) e le relazioni con il mondo.

Non si può chiedere al p: Cblin di tenere nel debito conto questi cambiamenti posteriori: Cosa succederà? Spesso gli scrittori, dopo la morte, vengono dimenticati: è il periodo del Purgatorio. Cosa succederà nel caso del p. Colin? E’ compito dei profeti prevedere il futuro. Io non sono profeta, né figlio di profeta ».

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Così il p. Gauthier termina la biografia dalla quale abbiamo desunto le precedenti note. Orbis ha cercato di presentare questa figura splendente di spiritualità alfonsiana e redentorista. Ha cercato di rendere un omaggio di giustizia e di carità a un confratello i cui libri sono stati e sono ancora in mano a moltissimi religiosi e religiose di tutti i continenti.

« Che il ricordo di questo redentorista,
così amante della Congregazione,
aiuti i confratelli all’imitazione ».

Roma, agosto 1975.