MARIA, VITA

8. “VITA”

Come l’anima dà vita al corpo, così la grazia divina dà vita all’anima poiché, senza la grazia, l’anima sembra viva, ma in realtà è morta: Ti si crede vivo e invece sei morto (Ap 3,1). Maria è invocata come nostra vita perché restituisce alla vita i peccatori, ottenendo loro, con la sua intercessione, il ritrovamento della grazia.

La santa Chiesa applica alla nostra madre Maria questo testo dei Proverbi: Quelli che mi cercano, mi troveranno (Pr 8,17). Nella versione dei Settanta, invece di “mi troveranno” è scritto “troveranno la grazia”. Perciò ricorrere a Maria equivale a ritrovare la grazia di Dio e la vita, come è detto alcuni versetti più avanti: Chi trova me, trova la vita e riceverà la salvezza dal Signore (Pr 8,35 Vg). […]

Pertanto san Bernardo ci esorta: “Cerchiamo la grazia e cerchiamola per mezzo di Maria”. Se abbiamo avuto la sventura di perdere la grazia divina, cerchiamo di ricuperarla, ma facciamolo per mezzo di Maria poiché, mentre noi l’abbiamo perduta, lei l’ha trovata. Ciò è espresso, per nostra consolazione, nelle parole che l’arcangelo Gabriele disse alla Vergine: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia (Lc 1,30). Ma se Maria non era mai stata priva della grazia, perché l’arcangelo le disse che l’aveva trovata? Si trova ciò che prima non si aveva. La Vergine fu sempre con Dio e con la grazia, anzi piena di grazia, come la salutò lo stesso arcangelo: Ti saluto, o piena di grazia; il Signore è con te (Lc 1,28). Se dunque Maria non trovò la grazia per sé, perché sempre ne era stata piena, per chi mai la trovò? Risponde Ugo di san Caro: La trovò per i peccatori che l’avevano perduta. E scrive: “Corrano dunque da Maria i peccatori che hanno perso la grazia con il peccato e presso di lei sicuramente la troveranno”. […] Su questo punto Riccardo di san Lorenzo conclude: “Se desideriamo trovare la grazia del Signore, andiamo a Maria che presso Dio l’ha trovata e sempre la trova”. […]

Sant’Andrea di Creta  chiama Maria “sicurezza del perdono divino”. Ciò significa che quando i peccatori ricorrono a Maria per essere riconciliati con Dio, Dio promette, anzi garantisce loro il suo perdono, dandone un pegno. Questo pegno è appunto Maria, che egli ci ha dato per avvocata: grazie alla sua intercessione, in virtù dei meriti di Gesù, Dio perdona tutti i peccatori che a lei ricorrono. […]

Nessun peccatore deve mai temere di essere scacciato da Maria quando ricorre alla sua pietà, perché lei è madre di misericordia, e come tale desidera salvare i più miserabili. Scrive Egberto abate:  “Maria è l’arca che ci salva dal naufragio”. Chi si rifugia eviterà il naufragio della perdizione eterna. Nell’arca di Noè al tempo del diluvio furono salvati anche gli animali; sotto il manto di Maria si salvano anche i peccatori. Un giorno a santa Geltrude apparve Maria sotto il cui manto stavano rifugiate molte fiere, leoni, orsi, tigri. Maria non solo non li cacciava, ma li accarezzava con grande pietà. La Santa comprese così che anche i più grandi peccatori, quando ricorrono a Maria, non sono scacciati, ma accolti e salvati dalla morte eterna.

Entriamo dunque in quest’arca, andiamo a rifugiarci sotto il manto di Maria: certamente essa non ci caccerà via, ma ci salverà.
(da Le Glorie di Maria, Parte I, II, 1)

Ogni giorno un’immagine di Maria

Maria, già piena di grazia, ha trovato la grazia che noi peccatori avevamo perduto: la vita ritrovata!