Memoriale 16 ottobre

16 ottobre
EFFEMERIDI C.Ss.R = * 1752 [1751]. Espulsione del P. Muscari, prefetto degli studenti.

* 1752 [1751]. Espulsione del P. Muscari, prefetto degli studenti.

S. Alfonso aveva una grande preoccupazione perché la passione per lo studio non prevalesse sull’amore per la virtù. Si rallegrava nel constatare che i suoi giovani progredivano nella scienza, ma molto di più nel verificare i loro progressi nella santità.
Tali erano le convinzioni sugli studi, quando, dopo il Capitolo del 1749, affidò i giovani studenti al Padre Muscari che sembrava sia per scienza e per esperienza il più idoneo a dischiudere la loro intelligenza.
Ultimo arrivato, non aveva avuto il tempo di impregnarsi dello spirito della Congregazione, ma la sua simpatia per l’istituto e la stima alla Regola manifestavano sufficientemente le sue buone disposizioni. Questo bel fuoco non durò.
Dopo alcuni mesi, il fervore diminuì, la severa Regola sembrò scomoda, e l’anziano sacerdote abituato nei palazzi di Roma trovò la vita della piccola cella un po’ monotona. Uscendo dai limiti tracciati da S. Alfonso, trasformò il piccolo Studendato in scuola di alta filosofia. Il Muscari venne invitato dunque a restringere le lezioni nei limiti assegnati dalla Regola.

Ma poi non fu più possibile tollerare nello Studendato questo pomo di discordia. Le sue idee divisero gli studenti in due schiere e indebolirono la vocazione di parecchi di essi. Muscari propose allora a quattro giovani discepoli di seguirlo per dare vita a un istituto più grandioso e, pretendeva, più utile alla Chiesa. Oltre alle missioni nei paesi cristiani, i futuri Muscariti dovevano predicare il vangelo ai pagani, convertire la Cina e santificare la Mongolia.
I quattro studenti chiesero la dispensa dai voti. S. Alfonso non riuscì a farli desistere dal loro progetto e li licenziò e Muscari fu espulso della Congregazione.
Era verso la metà di ottobre. Dopo avere sedotto questi studenti, l’ambizioso Basiliano rinunciò ai suoi progetti, abbandonò i futuri apostoli e ritornò nel suo ordine.

Appena i quattro disertori ebbero varcato la soglia della porta, S. Alfonso disse alla Comunità riunita: «Andiamo a recitare l’Agimus tibi gratias ed una Ave Maria alla nostra buona Madre Maria. Dio ci libera da questi infelici che hanno bevuto il veleno della rivolta».
“E volle anche – aggiunge uno studente – che l’indomani facessimo ricreazione, perché, se era giusto rattristarci a causa della perdita dei nostri compagni, avevamo anche motivo di rallegrarci che Dio aveva salvato la Congregazione”.
L’indomani, al termine del giorno di ricreazione, S. Alfonso riunì i Padri, gli Studenti, i Fratelli nella Cappella, ed annunciò che, allo scopo di affezionarsi più intimamente a Dio ed alla Congregazione, tutti, a cominciare da lui, rinnovassero l’atto della professione religiosa.
In un discorso colmo di paterna tenerezza, parlò loro della disgrazia di perdere la vocazione. Insisté poi sull’orazione, sulla necessità di non sacrificare la preghiera allo studio, e sulla necessità della preghiera nella tentazione. Scriveva lo studente Caprioli: “A vederci tutti raggianti di gioia si sarebbe detto che la Congregazione nasceva una seconda volta”.

 

L’abate Giuseppe Muscari, basiliano (1710-1793) diventato redentorista nel 1749, dopo aver dato un valido aiuto al P. Villani a Roma durante l’approvazione delle Regole dell’Istituto. Per le sue posizioni fuori delle Regole e il non corretto ascendente che aveva sugli studenti fu espulso il 13 ottobre 1751.

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S. Alfonso, geloso dell’osservaza delle Regole, invitava i Confratelli a rinnovare spesso gli impegni assunti con la Professione religiosa.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
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