Memoriale 20 febbraio

20 febbraio
EFFEMERIDI C.Ss.R. = *1764. S. Alfonso calma un tumulto sollevato per la carestia.

*1764. S. Alfonso calma un tumulto sollevato per la carestia.

Questa carestia esplose nei primi mesi del 1764. S. Alfonso l’aveva predetta per ben cinque volte.
Durante la missione di S. Agata dei Goti, parlando della dilazione della conversione, S. Alfonso predisse un castigo a coloro che non volevano convertirsi: «Voi che vivete per il piacere dei sensi, attenzione! Dio vi punirà con la carestia. Lasciate il peccato, ritornate a Dio, perché un grande castigo vi minaccia».
– «Fate penitenza, l’orribile flagello della carestia è sospeso sopra le vostre teste».
– Predicando in Arienzo, diceva ancora: «La carestia sarà tale, che, per mancanza di pane, si mangerà l’erba che cresce lungo le siepi.
– «Attenzione: tremate; l’anno prossimo scoppierà la carestia».  E si sorrideva delle sue predicazioni.

S. Alfonso allora fece riempire i suoi granai di piselli, fave, legumi… Poi sopraggiunse la carestia, che generò la peste. Alfonso dispensò tutte le provviste, svuotò anche la sua stessa cassa e dovette persino prendere in prestito. Vendette la croce pettorale, le posate d’argento, un anello di grande valore, il suo anello.
Riuscì a calmare le persone che addirittura si era indignate contro di lui dicendo: “Voi ascoltate troppo il vostro buon cuore”. E Alfonso rispondeva: «E’ possibile, ma è meglio sbagliare nel donare troppo che dannarsi donando troppo poco».
Alfonso fu, in questa circostanza, «il padre dei poveri».
Berthe. Vita S. Alfonso, II,p.92.

Vittoria Romeo: S. Alfonso distribuisce la carità ai poveri durante la carestia del 1764.

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IN MEMORIAM

P. Giorgio Wetzel. Grimberg, 1917.
Il R. P. Wetzel è nato il 16 dicembre 1863 a Obergailbach, nella provincia di Alsazia. Missionario, si dedicò per tutta la vita ad un eccessivo lavoro. Per più di venti anni, fu il nostro più attivo lavoratore, il più devoto, il più apostolico.
Ebbe grandi successi nelle missioni, ma Dio lo provò terribilmente. Il caro Padre soffrì la perdita completa della ragione e questo fu il suo martirio. Accettò la volontà di Dio con piena rassegnazione. Morì nel sanatorio di Bruxelles. Aveva 54 anni . «Pro eo quod laboravit anima ejus, videbit et saturabitur». Is.53,11.
Professione: 24 settembre 1884.
Ordinazione sacerdotale: 31 agosto 1889.

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P. Giuseppe Lemée. Mouscron, 1920.
Il P. Lemée nacque il 29 maggio 1876 a Saint-Just, dipartimento di Ille-et-Vilaine. Entrato all’età di 38 anni essendo vicario di Pléchatel nei pressi Rennes, il P. Lemée all’indomani della sua professione, fu assunto nel servizio militare come infermiere durante la guerra del 1914.
La sua dedizione e spirito di sacrificio lo trovarono impegnato negli ospedali come pure sul fronte. Durante le ore libere componeva per quanto gli era possibile le istruzioni per i futuri lavori apostolici.
Ma egli rimase contagiato nell’assistere i tubercolotici e morì un anno dopo in conseguenza della sua dedizione. La sua virtù era semplice, solida e senza ostentazione.
Morì da Redentorista, offrendo la vita per le anime e per la Congregazione, e rinnovando le promesse del Battesimo e dei voti religiosi. – «Opus jiusti, ad vitam». Prov. X,16.
Professione: 2 luglio 1915.
Ordinazione sacerdotale: 1° giugno 1901

Mouscron 1929. La Comunità dei Padri e dei Formatori: Scherpereel, Villaine, Dugast, Cantin, Cautroso, Cyrel, Odori, Hennebert, Paris, Hérault, Garénaux, Castelain, Dueroynet, Poyade, Masson, Wägenheim, Sorthiont, Juteau, Castelain D., Herbaux, Quitteli. (foto in AGHR)

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
LA SPERANZA = 20 febbraio
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