Memoriale 25 aprile

25 aprile
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1856. Fondazione della casa di Boulogne-sur-mer. (Pas-de-Calais).

1856. Fondazione della casa di Boulogne-sur-mer. (Pas-de-Calais).

La diffusione delle opere di S. Alfonso aveva già acquistato ai Redentoristi la stima della popolazione e del clero di Boulogne prima che la Provvidenza permettesse di fondare una comunità.
Di ritorno da Napoli dove aveva visitato la tomba di S. Alfonso l’abate Lecomte, decano di Sanit-Nicolas propose al P. De Held, Provinciale del Belgio, di stabilire una residenza dei nostri Padri a Boulogne; si era nell’ottobre 1844. Ma la proposta fallì perché il decano voleva che i nostri Padri si incaricassero, in parte, di supplire al suo ministero, nel quartiere chiamato Capécure.

Dieci anni dopo, Lecomte invitò i redentorista a predicare il giubileo del 1854 a Sanit-Nicolas ed a Sanit-Joseph. Malgrado i rigori dell’inverno e l’indifferenza ancora più fredda, che sembrava aver ghiacciato un gran numero di cuori, gli esercizi del giubileo furono coronati da pieno successo. Subito, primi alcuni devoti laici, poi il decano stesso e l’abate Hafferingue, superiore del Collegio cattolico che più tardi diventò Monsignore Hafferingue, costruttore ed architetto dell’attuale basilica di Notre-Dame de Boulogne, e due direttori del Collegio, i signori Lefebvre. e Hecquet, si misero all’opera per ottenere la nostra residenza a Boulogne.
Grazia alla generosità della Sig.na Baronessa Van der Gracht si poté acquistare una casa detta “Casa rossa” e le case e proprietà circostanti. I Padri Huchant, Basavate·e Despret furono designati quali proprietari. Le dame Orsoline e soprattutto le religiose della Visitazione vennero in aiuto alla fondazione nascente. I marinai di San Pietro, ai quali si era appena predicato la missione, offrirono le loro braccia. Dicevano: “È giusto che venivamo a lavare la vostra casa, poiché avete lavato così bene le nostre coscienze durante la missione”. E uno di essi: “Quando avrete ancora bisogno di noi,  io passerò la voce: tutti a bordo!”
La casa fu fondata il 25 aprile 1856, il mercoledì nell’ottava del Patronato di Saint-Joseph, ed il 26 aprile i Padri ne presero possesso. Quindi ci si mise a gettare le fondamenta della chiesa su consiglio di Monsignor Parisis, vescovo di Arras e il due agosto fu aperta al pubblico dopo essere stata benedetta da Monsignore.
Questa fondazione la si deve a questo Vescovo. In tutte le difficoltà che ci furono col governo o con altri, fu sempre il nostro fermo appoggio. In un ritiro ecclesiastica diceva che la sua grande consolazione in morte sarebbe stata quella di avere dotato la sua diocesi di buoni religiosi, di buoni missionari. Più tardi fu costruito un convento più grane e vi si poté condurre la vita secondo la regola.

Boulogne-sur-mer 1899, Padri e fratelli di Comunità: Godard, Dlerme, Dripnis, Cabnis, Têtard, Coekerols, Damortier, Galilon, Hoffmann, Culoos, Trentesaux, Depret, Cauvier, Berihe, Sarget, Parisoli, Duhamel. – Fratelli: Leonard, Jean Baptiste, Hilaire (foto in AGHR).
Boulogne-sur-mer 1951. Vetrata della chiesa (foto in AGHR).

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1898. Fondazione della casa di Sables-d’Olonne (Vendée).

Monsignor Robert du Botneau, curato arciprete di Sables fu il promotore ed il benefattore provvidenziale di questa fondazione che ebbe luogo il 25 aprile. Il P. George ne fu il primo superiore, con i Padri Tailleur e Sdilon ed il Fratelli Jean e Cassien.
L’installazione della comunità ebbe luogo il 19 giugno, festa della Madonna del Perpetuo Soccorso. Alcuni anni dopo, fu costruita una bella cappella su disegno e sotto la direzione dei Fratelli Edouard e Gérard. Ma ben presto cominciarono le espulsioni del 1903: così la cappella diventò chiesa parrocchiale Saint-Michel ed il convento servì da presbiterio.

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1903. Fondazione della casa di Mouscron, (Rue de Menin).

La casa di Rumillies, dove si trovava il educandato da tre anni, era diventata troppo piccola per ospitare i nostri educandi, e per giunta, i superiori non potevano costruire su un’area che non sarebbe mai appartenuto a loro. Quindi cercarono un luogo per stabilire un educandato definitivo e scelsero la città di Mouscron.

Si trovava già al n° 20 della via di Menin, una casa acquistata nell’ottobre 1902 dalla comunità di Lille per servire da rifugio agli espulsi dalla Francia, colpiti dalla legge contro le associazioni, quando il 25 aprile 1903 i Superiori fecero l’acquisto di una proprietà vicina per costruire il futuro educandato.
I progetti furono tracciati dai Fratelli coadiutori Edouard e Gérard ed eseguiti sotto la loro direzione. L’ 11 luglio dello stesso anno, diede la benedizione alla prima pietra il P. Désiré Castelain, Provinciale, ed il 24 agosto 1904, l’educandato di Rumillies con il superiore, i professori e i ragazzi occuparono la parte loro riservata. Soltanto tardi più poté stabilirsi la comunità nell’altra parte dell’edificio.

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1903. Espulsione di. la Comunità di Montauban.

Nel mese di agosto 1899 il P. Zéphyrin, Rettore di Montauban abbandonava la casa detta “Beau Soleil” a causa dell’esiguità dell’alloggio e posava la sua scelta su una villa più spaziosa dal nome pomposo “Chantilly”.
Qui la Comunità di Montauban fu raggiunta dalle famose leggi di scioglimento delle associazioni religiose. Essendo solamente inquilini e non proprietari, i Padri presenti (P. Vigneron, Rettore, e i Padri Tournaire, Favrat e Noguez) decisero di di lasciare la residenza il 25 aprile, vigilia del termine del loro soggiorno legale. Diffusero una protesta stampata in cinquemila esemplari.
Montauban rispose in massa alla loro infiammata protesta. Migliaia di cattolici si radunarono a Chantilly per dare un supporto di simpatia ai nobili espulsi e gridare la loro disapprovazione ai vigliacchi espulsori. I Padri, con un mazzetto di fiori in mano, marciavano in testa ad un numeroso corteo che acclamava alla libertà. Furono portati in trionfo attraverso le vie della città fino al presbiterato ed ad al vescovato, dove trovarono un alloggio provvisorio. Il P. Vigneron fu accolto da Monsignore, il P. Noguez dal curato di Saint-Joseph, ed i Padri Tournaire e Favrat dal curato di Villenouvelle.

Qualche tempo dopo, gli espulsi trovarono delle sistemazioni di attesa nei sobborgo di Moustier fino al giorno in cui il sangue dei nostri soldati avrebbe lavato i testi massonici e permesso, nel novembre 1918, la reintegrazione della comunità nella casa dei Padri di Saint-Théodard.

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IN MEMORIAM 

Il Servo di Dio Fr. Calogero Liotta. Sciacca. (Italia), 1898.
Calogero Liotta nacque a Sciacca, diocesi di Agrigento, il 10 settembre 1811. Fin dalla infanzia si fece notare per il suo felice carattere e la sua accentuata inclinazione alla pietà. Fuggendo i giochi della sua età, si rendeva felice quando poteva ritirarsi in disparte e dedicarsi alla preghiera. Sembrava dotato della maturità di un vecchio.
Egli apprese il mestiere di calzolaio da suo zio, ed il suo laboratorio si sarebbe detto più un oratorio che una bottega di calzolaio. Su consiglio di Calogero, ora si davano alcuni istanti alla preghiera, ora ci si intratteneva sulle cose di Dio e della vita dei santi ed intanto si lavorava.
Spinto da un ardente desiderio di perfezione, ottenne, malgrado la debolezza della sua costituzione, di essere ammesso tra i membri della Congregazione. Senza attardarsi, avanzò nella strada della virtù con tale rapidità e fece tanto progresso in poco tempo che eccitò l’ammirazione di tutti.
Nell’accompagnare i Padri missionari, egli contribuiva molto alla conversione dei peccatori, non solo con i suoi esempi e le sue parole, ma anche per la modestia del suo portamento, perché nella sua persona c’era un tale riflesso di dolcezza che attirava le anime a Dio.
Verso il 1860, all’epoca della rivoluzione in Italia, su ordine del Governo, egli rimase da solo nel convento di Sciacca per badare alla custodia della chiesa, mentre i suoi confratelli espulsi erano costretti a rifugiarsi in altri luoghi.
Durante il giorno, aveva l’abitudine di passare in ginocchio lunghi momenti davanti al SS. Sacramento, interamente assorto nella meditazione delle cose divine.
Colpito da una malattia mortale, il caro Fratello sopportò le sue sofferenze con un’instancabile pazienza e morì da santo. Molti implorano ogni giorno la sua intercessione e non senza successo. – “Non satis recordabitur dierum vitae suae, eo quod Deus occupet deliciis cor ejus. ” Eccle. 5, 19.
Professione: 7 ottobre 1857.

La chiesa di Sciacca in onore di S. Alfonso e la lapide sepolcrale che ricopre la tomba dei redentoristi defunti.(foto Vetrano)

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Fratello Calogero Liotta (1811-1898) fedele custode della vita redentorista e della chiesa di S. Alfonso a Sciacca.

Leggi il  profilo del fr. Calogero fatto dal P. Benedetti.

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P. François-Xavier Villaume. Antony, 1896.
Nato a Xafféviliers, Vosgi, il 3 dicembre 1859, il P. Villaume fece i suoi studi clericali nei seminari minori della diocesi di Sait-Dié. Ordinato sacerdote, rese grandi servizi come professore nella casa dello Studendato a Dongen.
Ma presto ad Antony cominciarono a manifestarsi i primi attacchi della malattia di petto che doveva portarlo fino alla morte.
Malgrado la sua debolezza fisica e le sue sofferenze si sforzava di rendersi utile alla Congregazione. A questo scopo, intraprese la composizione di parecchi opere: ne ha pubblicato solamente una sola: La Table des Orateurs sacrés de Migne.
Ma il terribile male, che nessuna cura poté arrestare, gli tolse il resto delle forze fisiche. La sua conversazione era allora tutta rivolta al cielo, la sua preghiera frequente e la sua rassegnazione perfetta. Una filiale fiducia nella Madonna e i numerosi atti di amore hanno consolato e fecondato in modo speciale i suoi ultimi giorni. – “Unusquisque autem propriam mercedem accipiet, secundum suum laborem‘.’ I Cor. 3, 8.
Professione: 15 agosto 1878.
Ordinazione sacerdotale: 8 dicembre 1885.

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Fr. Jean-Marie (Claude Sage). Fauquemont, 1912.
Il Fratello Jean-Marie nacque a La Roche (Savoia) il 9 maggio 1832. Egli si santificò a Contamine più per gli esempi che per le parole dei suoi formatori, i PP. Czech, Fleury e Billet che facevano le loro conferenze ai fratelli solo in tedesco, lingua sconosciuta a Jean-Marie.
Egli risedette per venticinque ad Argentan e potrebbe prendere posto tra i santi gioiosi. Aveva una vera passione per il lavoro. Apparteneva a quella razza di vecchi Fratelli che non agiscono con pena, ma prendono a cuore gli interessi della comunità, e dimostrano un ammirevole spirito di famiglia.
Fratello Jean-Marie ebbe una reputazione di perfetto sagrestano. Morì ad ottanta anni, nella casa dello Studendato francese in esilio in Olanda, lasciando ai suoi confratelli il ricordo di un religioso dedicato corpo ed anima alla sua Congregazione. – “Laetetur cor quaerentium Dominum. ” Ps. 104.
Professione·: 6 gennaio 1856.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
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