Novena alla Madonna del Perpetuo Soccorso 2015_8

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Novena alla Madonna del Perpetuo Soccorso – 8° giorno

Ottavo giorno
1. S. Alfonso e la Madonna del Perpetuo Soccorso.
2. Amiamo la Madonna perché anche Lei ha patito per noi.

1 – S. Alfonso e la Madonna del Perpetuo Soccorso.

Alfonso ha conosciuto o almeno sentito parlare della Madonna sotto il titolo di Madre del Perpetuo Soccorso?
Pensiamo di non essere lontani dal vero, rispondendo “sì”.
Narrano i biografi che, trovandosi il Santo a Roma, per ricevere la consacrazione episcopale, «prendeva un po’ di sollievo» nelle ore libere dalle visite di ufficio e da altri impegni, visitando non tanto i monumenti profani e le antichità dell’Urbe, quanto le basiliche e le chiese dove si veneravano le più celebri Immagini di Maria, di cui è ricca la Capitale del mondo cattolico.
Non è improbabile, perciò, che egli, percorrendo via Merulana, per recarsi a visitare le Basiliche di S. Maria Maggiore e di S. Giovanni in Laterano, e passando davanti alla chiesetta di S. Matteo, a metà strada fra le due basiliche, vi sia entrato a salutare la Madonna del Perpetuo Soccorso, tanto prodigiosa e così venerata da secoli dal popolo romano.
E chi sa quali slanci d’amore saranno usciti dalla sua anima verso la “sua dolcissima Signora e Madre”, quella stessa che, anche se sotto diverso titolo, gli diceva, nella grotta di Scala «tante cose belle», come egli stesso già vecchio ebbe a confidare un giorno con ingenuo candore ai suoi confratelli.

A noi non è dato sollevare il velo degli arcani divini, ma non dovrebbe essere inverosimile che la Madonna, anche in quelle poche visite romane, gli abbia parlato, dandogli magari un presagio di quanto sarebbe avvenuto cent’anni dopo in un’altra chiesa sorta sulle rovine di quella in cui si trovava in quel momento. È legittimo pensarlo, considerando che il Santo, ormai vecchio oltre gli 80 anni, aveva profetizzato che i suoi figli si sarebbero stabiliti a Roma dopo la sua morte.

In ogni modo, resta un fatto che la Provvidenza ha legato a lui e alla sua Congregazione, la devozione del Perpetuo Soccorso di Maria:
– a lui, che nel suo famoso libro de Le Glorie di Maria appare l’interprete più fedele e geniale degli insegnamenti divini che sgorgano dall’antica Icona;
– alla sua Congregazione, che ne ha diffuso con ardente zelo la devozione e l’amore in tutto il mondo!

Sarebbe molto bello spigolare tra le pagine delle Glorie di Maria e raccogliere, come in un fascio di luce, le ragioni della devozione del nostro Santo alla Madonna del Perpetuo Soccorso, pur non avendola mai nominata. Ecco solo alcuni punti.

  • S. Alfonso pone alla base della sua mariologia un assioma, comune tra i teologi: Tutte le grazie e i favori che Dio concede ai santi, deve averli dati in modo eminente a Maria, sua Madre. Da questo principio parte il nostro Santo per dedurne tutte le virtù, i doni e i privilegi che Dio ha riversato con eccezionale munificenza in Maria.
    Primo dono, fra tutti, la Maternità divina. Maria è Madre fisica, reale, storica del Verbo eterno, incarnatosi nel suo seno verginale. Una dignità unica e irripetibile nella storia dell’umanità: “La gran Vergine Maria fu esaltata da Dio ad essere la Madre del Re dei re“.
    Poi, Maria è anche Madre nostra e il Santo scrive: “Veramente Maria è Madre nostra, non già carnale, ma spirituale, delle nostre anime e della nostra salvezza“, avvalorando queste due Maternità con prove teologico-scritturistiche e con argomenti attinti dall’immenso tesoro dottrinale della Tradizione: dai santi Padri e Dottori della Chiesa.
  • Ma quel che più conta è conoscere come il nostro Santo riesca a dimostrare che la Vergine è Madre del Perpetuo Soccorso.
    Se la Madonna – così egli pensa – è la Madre di tutti gli uomini, è necessario che Ella per compiere questa estesa e sublime missione, abbia una bontà e un potere illimitati, inesauribili, senza confini.  S. Alfonso scrive: Dio partecipò a Maria la sua onnipotenza e il suo amore infinito nel modo che può intendersi di una creatura che non è capace di attributi divini. E spiega: Dio è onnipotente per natura, Maria è onnipotente per grazia; Dio è Amore per essenza, Maria è Amore, quasi infinito, per grazia.
    Così, Maria può quanto vuole, così nel cielo come sulla terra… potendo sollevare alla speranza della salvezza anche i peccatori più disperati: “Ricorrere a Maria è già ritrovare la grazia di Dio… Non deve mai alcun peccatore temere di essere discacciato da Maria, perché Essa è Madre di misericordia… Onde chi vuol grazie deve ricorrere a Maria, e chi ricorre a Maria deve star sicuro di avere le grazie che desidera”.

(P. Alfonso Barba).

8-29-30

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2- Amiamo la Madonna perché anche Lei ha patito per noi.

Gli strumenti della Passione che gli Angeli presentano al divin Redentore ci rivelano che questo sacra Icona quadro è la espressione più tenera e sensibile di Maria, che si chiama Madre della Passione o Madre dei dolori.
 Madre dei dolori! Porta il Dio Bambino nel suo seno, lo contempla nel presepe di Betlemme, se lo stringe al cuore, lo accompagna durante tutta la sua vita… e sempre una visione orribile si apre avanti gli occhi del suo spirito: la lancia, i chiodi, la croce!
 Madre dei dolori! Sempre che ti contemplo nella tua devota immagine, e miro il tuo sguardo triste e doloroso, così pieno di angosce e di pene, pare che tu mi ripeta quelle parole che il profeta ripeteva sulle rovine di Gerusalemme: «O voi che passate, fermatevi e guardate se vi è dolore uguale al mio dolore, amarezze somiglianti alle mie amarezze».
Narra S. Alfonso che un gran peccatore si prostrò ai piedi della Vergine, e la chiamò a gran voce: «Madre di Misericordia». La Vergine divina, che in quel cuore non vedeva ancora il proposito di mutar vita, gli disse: «Voi peccatori mi chiamate Madre di Misericordia, e dimenticate che con la vostra condotta mi fate Madre di dolori».
Non meritammo anche noi, tante volte, questo materno rimprovero?

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