Pregare sempre 176_14

XII TO – Mercoledì – Mistero di speranza
Che io abbia fame di te, Pane vivo, disceso dal cielo (Gv 6, 51).

• O Padre celeste, ci hai dato il Figlio tuo e l’hai mandato nel mondo per tua propria volontà; e tu, Gesù, per tua propria volontà non vuoi abbandonare il mondo, felice di rimanere con noi a maggior gaudio dei tuoi amici e a confusione dei tuoi avversari…
Questa è la ragione per cui tu, o Padre, ci hai elargito questo Pane divinassimo, e ci hai dato in alimento perpetuo la manna della sacratissima Umanità di Gesù. Noi ora la possiamo trovare quando vogliamo, per cui se moriamo di fame è unicamente per colpa nostra.
Anima mia, troverai sempre nel SS. Sacramento, sotto qualsiasi aspetto lo consideri, grandi consolazioni e delizie; e dopo aver cominciato a gustare il Salvatore, non vi saranno prove, persecuzioni e travagli che non sopporterai facilmente.
Domandi il pane materiale chi lo vuole. Quanto a me, o eterno Padre, ti chiedo che mi conceda di ricevere il Pane celeste con tali disposizioni che, pur non avendo la felicità di contemplarlo con gli occhi del corpo, perché troppo nascosto, lo contempli almeno con quelli dell’anima… È questo un pane che assomma in sé ogni soavità e delizia e sostenta la vita.
(S. Teresa di Gesù, Cammino 34, 2 . 5).

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• Concedimi, Padre amorosissimo, di contemplare apertamente e per sempre il Figlio tuo diletto, che ora pellegrino sulla terra mi propongo di ricevere nascosto sotto i veli eucaristici. Conduci me peccatore a quel tuo ineffabile convivio, dove tu col Figlio tuo e con lo Spirito Santo sei ai tuoi santi vera luce, sazietà piena, gioia completa e felicità perfetta.
Il tuo sacratissimo Corpo e Sangue, o dolcissimo Gesù, sia per la mia anima dolcezza e soavità, salute e fortezza in ogni tentazione, gioia e pace in ogni tribolazione, luce e protezione finale nella morte.
S. Tommaso d’Aquino, Preghiere p 28.30

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da “Intimità divina”
Roma 1992

O serafini, o angioli amanti, voi che state dolcemente ardendo d’amore intorno al vostro e mio Signore, accendetemi col vostro ardore, acciocché insieme con voi arda ancor io (S. Alfonso).