S. Alfonso. Felice chi può morire d’amore

GiubileoAlfo1

273. S. Alfonso. Felice chi può morire d’amore

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

273. S. Alfonso. Felice chi può morire d’amore
(sull’amore che Gesù porta alle anime)

  • O felice chi giunger potesse
    a morire piagato d’amore
    per quel caro Divino Signore,
    ch’è ‘1più bello, più degno d’amor.
  • Ah ch’Ei solo e sì amabil, sì vago,
    ch’ogni gemma, ogni stella, ogni fiore
    perde tutto il suo pregio e splendore,
    posto a fronte al suo Viso Divin.
  • Egli sempre va a caccia di cori,
    ed ha un dardo, che appena ferendo,
    ogni core d’amore languendo
    è costretto ad amar chi ‘l ferì.
  • Prende amante diverse sembianze,
    per ferire quest’alme dilette,
    per vederle via sempre più strette
    e più unite al Divino suo Cor.
  • Perciò in terra già il Verbo Divino
    pria fanciullo a noi volle apparire,
    da noi col suo dolce vagire
    tutto Amor venne amore a cercar.
  • Poi qual umile e bel garzoncello
    diè a vedersi di povero Artiere,
    non sdegnando in quel vile mestiere
    negli offici più vili servir.
  • Volle in fine legato qual reo
    comparire all’amata sua Sposa,
    e così la sua vita penosa
    tra le pene spirando finì.
  • Giunse a porsi sott’ombra di pane
    e donarsi ivi tutto Egli aspira
    a chi unirsi più seco sospira,
    ed amante cercando lo va.
  • Tutte insomma sa l’arti d’amare,
    né perdona a fatica e sudore,
    quando tratta far preda d’un core,
    o dimanda da quello più amor.
  • Or vedersi far tutto da Sposo
    spirar grazia, dolcezza ed amore:
    or vedersi far tutto rigore:
    sontutt’arti per farsi più amar.
  • Questo è Quello, che antico mio Amante
    prima il core d’amore m’accese,
    poi per pegno d’amore sel prese,
    e gelos’ora seco sel tien.
  • Taci dunque, da me non cercare,
    mondo iniquo, più stima, nè amore:
    altr’oggetto si prese il mio core
    più fedel’ e più amabil di te.

(S.Alfonso, Le canzoncine spirituali, Sull’amore che Gesù porta alle anime).
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O felice chi giunge a morire piagato d’amore per il caro Divino Signore, che è il più più bello e degno d’amore.