S. Alfonso. La rinuncia, quasi un lutto

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356. S. Alfonso. La rinuncia, quasi un lutto.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

356. S. Alfonso. La rinuncia, quasi un lutto.

♦ La risposta del Papa alla rinuncia presentata di Monsignore Alfonso giunse per scritto dal Cardinale Giraud: “… Persuaso, com’è, il S. Padre de di lei meriti e della pastoral vigilanza, soffre di mala voglia il suo ritiro dal governo di cotesta Chiesa: ma convinto altresì dei motivi giusti e reali, che ha di farlo, non vuol metter in angustia il di lei spirito, ond’è che accetta la sua rinuncia…”
♦ Accertato Alfonso del compiacimento del Papa, per la bramata rinuncia, respirò e ne diede parte al P. Villani, che si trovava colla S. Missione in Capua: “Sia sempre fatta la Divina Volontà, che in questo mentre V. R. si trova impegnata in cotesta Missione, mentre, per non restare con scrupolo, dovrei consigliarmi su più cose, dovendo lasciare la Diocesi. La lascio senza pena, perché la lascio per ubbidienza. Temo però, che non vi venga qualche Milord, giacché in tanti la pretendono, ed allora bisogna dire addio a tutte le fatiche fatte. Prego Gesù Cristo, che n’abbia compassione, e prego V. R., e tutti a non parlarmi più della Diocesi, per non farmi vivere angustiato”.

La notizia si diffuse e vi fu lutto dappertutto: non vi fu ceto che non si vide addolorato. Alfonso ne diede parte al Capitolo nella persona dell’Arcidiacono D. Francesco Rainone una lettera in cui non si sottoscrisse più Vescovo di S. Agata, ma Alfonso Maria del Santissimo Redentore. Questa lettera e questa firma commosse non solo il Capitolo, ma tutta S. Agata.
Disse l’Arcidiacono Rainone: “Questo è gastigo di Dio, perché non si è saputo apprezzare!”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 76)  Leggi tutto nell’originale.

La notizia della rinuncia si diffuse e vi fu lutto dappertutto: non vi fu ceto che non si vide addolorato. Alfonso scrisse al Capitolo una lettera in cui non si sottoscrisse più Vescovo di S. Agata, ma Alfonso Maria del Santissimo Redentore.