S. Alfonso. La Volontà di Dio nelle malattie

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204. S. Alfonso. La Volontà di Dio nelle malattie.

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

204. S. Alfonso. La Volontà di Dio nelle malattie.

♦ Dobbiamo rassegnarci specialmente nelle malattie, abbracciandole volentieri nel modo e per il tempo che Dio vuole. Non dobbiamo trascurare le cure e le medicine necessarie,  perché così vuole il Signore; ma quando esse non giovano, uniamoci alla volontà di Dio, che ci gioverà molto più della salute. Diciamo allora: “Signore, io non voglio né guarire né stare infermo: voglio solo quel che vuoi tu”.

♦ Certamente nelle malattie è grande virtù non lamentarsi dei dolori, ma quando essi ci affliggono fortemente, non è una mancanza palesarli agli amici e pregare il Signore che ce ne liberi. Mi riferisco ai dolori grandi; mentre in quelli piccoli mancano molto quelli che ad ogni minimo dolore o fastidio vorrebbero che tutto il mondo venisse a compatirli e a compiangerli.

♦ Anche Gesù, avvicinandosi alla sua amarissima passione, manifestò la sua pena ai discepoli, dicendo: L’anima mia è triste fino alla morte (Mt 26,38), e pregò il Padre di liberarlo: Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice (Mt 26,39). Ma Gesù stesso c’insegnò quel che dobbiamo fare dopo simili preghiere: rassegnarci subito alla divina volontà, aggiungendo: Però non come voglio io, ma come vuoi tu (ivi).

♦ Quanto sono sciocchi coloro che dicono di desiderare la salute non per paura di soffrire, ma per servire maggiormente il Signore, osservare la regola, servire la comunità, andare in chiesa, studiare, dedicarsi al proprio ministero! Ma, io domando: “Fratello, sorella mia, perché desideri fare queste cose? Per piacere a Dio? E allora cosa vai cercando, dal momento che ora Dio non vuole da te orazioni, comunioni, penitenze, studi o prediche, ma piuttosto che tu soffra con pazienza l’infermità o i dolori che egli ti manda? Perciò unisci i tuoi dolori a quelli di Gesù”.

♦ “Mi dispiace essere malato, perché così sono inutile e di peso alla comunità, alla famiglia!” – “Come tu cerchi di rassegnarti alla volontà di Dio, così devi credere che anche i tuoi superiori o familiari si rassegneranno, vedendo che tu, non per pigrizia, ma per volere di Dio, sei un peso per la casa”.

♦ Purtroppo questi desideri o lamenti non nascono dall’amore per Dio, ma dall’amor proprio, che va in cerca di pretesti per allontanarti dalla volontà di Dio. Vogliamo davvero piacere a Dio? Allora, quando ci vediamo ridotti all’immobilità, diciamo al Signore queste sole parole: Sia fatta la tua volontà, e ripetiamole cento, mille volte, continuamente. Con queste sole parole saremo graditi a Dio più che con tutte le mortificazioni e preghiere che vorremmo fare. Non c’è modo migliore di servire Dio che abbracciare gioiosamente la sua volontà.

Perciò, quando siamo ammalati, è meglio non chiedere a Dio né la malattia né la guarigione, ma abbandonarsi alla sua volontà, perché disponga di noi come gli piace. Ma se vogliamo chiedere la salute, almeno domandiamola con rassegnazione e a patto che giovi alla salvezza dell’anima, altrimenti la nostra preghiera sarà difettosa e non verrà esaudita, perché il Signore non ascolta chi prega senza la dovuta sottomissione.

(S. Alfonso, Uniformità alla volontà di Dio pp. 299-301)
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Nelle malattie abbracciandole volentieri nel modo e per il tempo che Dio vuole. Non dobbiamo trascurare le cure e le medicine necessarie, perché così vuole il Signore; ma quando esse non giovano, uniamoci alla volontà di Dio, che ci gioverà molto più della salute.