S. Alfonso. Le spine dei Religiosi

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234. S. Alfonso. Le spine dei Religiosi.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

234. S. Alfonso. Le spine dei Religiosi.

Quando Alfonso entrò in Diocesi, troppo male la passarono i religiosi discoli. Non vi fu Casa Religiosa, ove o con le buone o con le brutte, non vi avesse fatto pulizia.

  • Tuttavia qualunque fossero state le sue sollecitudini, non per questo si vide il terreno esente da tali erbacce così nocive.
  • Alfonso non si fermava ai primi rapporti. Si informava dei loro portamenti, non solo dai Parroci, e dai Preti costumati, ma avendo a cuore il decoro dell’abito, faceva anche capo ai medesimi Religiosi più esemplari.
  • Quest’opera fu spinosissima per Alfonso, e ci voleva il suo zelo per venirne a capo.

Giunto egli in S. Agata, scoprì che  un rispettabile Sacerdote, ma discolo e sfacciato, oscurava il decoro di una illustre Religione. Informato, sollecito egli lo chiama e fraternamente l’ammonisce. Non vedendo emenda, lo esorta che da se stesso si situasse fuori Diocesi. Ma il Religioso era protetto dal Superiore Generale, che non mancò di impegnarsi a veder quietato Monsignore. Si interposero personaggi di sommo riguardo. Ma Alfonso non si spostò, e il religioso dovette esser fuori del Monastero e della Diocesi.
Ritrovandosi in Napoli Monsignore nel 1767 venne pregato per il di lui ritorno, ed anche il Duca di Maddaloni lo pregò a di persona. Disse il Duca: “Ammesso che sia vero quanto si vocifera, di presente sono tanti anni che non tratta più, ed è avanzato in età”. La risposta di Alfonso fu questa: “Fintanto che io sarò Vescovo, egli non vedrà mai la mia Diocesi“. Infatti non la vide per tutti i dodici anni che vi fu Vescovo.

Avendo odorato un attacco in persona di un religioso cellerario [economo] con una donna, Alfonso chiamò l’Abate, gli fece sentire che il Monaco non stava bene in Diocesi. L’Abate prese le parti del cellerario e sostenendo non esser colpevole (ma lo era) protestava di non poterlo rimuovere. Questa resistenza dispiacque a Monsignore; postosi in contegno gli disse in tono tuonante: “Se non lo fate voi, lo farò io“. Dimostrò tal petto che l’Abate, vedendolo risoluto, dovette cedere e, senza perdita di tempo, il Religioso si vide sloggiato.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 57)  Leggi tutto nell’originale.

Quando Alfonso entrò in Diocesi, troppo male la passarono i religiosi discoli. Non vi fu Casa Religiosa, ove o con le buone o con le brutte, non vi avesse fatto pulizia.