S. Alfonso. Sicilia 1769. Attacco frontale

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154. S. Alfonso. Sicilia 1769. Attacco frontale.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

154. S. Alfonso. Sicilia 1769. Attacco frontale.

♦ Sicilia 1769. – Monsignor Lanza, vescovo eletto di Girgenti, aveva somma stima dei nostri, anche prevenuto dal Principe di Trabbia suo Fratello, che ne aveva sperimentato lo zelo e la dottrina nel proprio Feudo di Muzzomele. Pervenuto in Girgenti, prescelse per Confessore e suo Teologo il P. D. Pietro Blasucci.

♦ Vedendosi confuso il Mansionario e decaduto di stima, pensò essergli venuto il colpo dai nostri. Il sospetto non era senza fondamento, ma non fu così. Conosciuto il veleno, di per sé le reclamarono contro di lui, Maestri e Seminaristi. Non potendo offender il Vescovo, rivoltò le armi contro i Missionari. Perché le sue traversie erano in genere di dottrina, anche lui attaccò i nostri nella dottrina.

♦ Ingannando e tirando altri al suo sentimento (anche persone di riguardo), con quattordici commendatizie di questi, si portò in Palermo nel febbraio del 1769 e si presentò come perseguitato dai Missionari alla Real Giunta dei Presidenti e sopratutto al medesimo Consultore della Monarchia D. Diodato Targianni.
Il meno che eruttò, fu caratterizzare i Missionari come fracidi probabilisti in Morale e Molinisti in Dogmatica. Si lamentò col Viceré come ingiustamente cacciato di Seminario, denigrato nella stima e perseguitato dai nostri, perché opposto alle dottrine che questi spacciavano in detrimento delle Anime e dello Stato.
Con apparato così funesto, sostenuto da altri del medesimo partito, lusingando se stesso, cantava il trionfo, prima di dar di mano alla battaglia.

Fu toccato sul vivo Monsignor Lanza, vedendo i nostri incolpati di dottrina non sana ed incolpati di delitti. Sollecito rappresentò al Viceré quanto a torto venivano denigrati; e per l’opposto individuò gli errori del medesimo Sacerdote ben noti e divulgati con la sua incorregibilità.
Così presso il Viceré, come presso la Suprema Giunta rilevò con attestati di tutti i Parroci e Vicari della Diocesi, anche con altri dei PP. Agostiniani e Domenicani, la sana dottrina che si professava dai nostri, i frutti copiosi riportati nelle Missioni, e quanto grande anche fosse l’esemplarità del loro vivere..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 43)  Leggi tutto nell’originale.

Sicilia 1769. – Il Vescovo Lanza scelse per confessore e suo Teologo il redentorista P. Pietro Blasucci. Allora il Mansionario, non potendo offendere il Vescovo, rivoltò le armi contro i Missionari e anche lui attaccò i nostri nella dottrina.