Saviano Ferdinando redentorista

P. Ferdinando Saviano (1799-1887) – Italia.

P. Ferdinando Saviano (1799-1887)

Ottaviano, città di circa 20 mila abitanti, in provincia di Napoli, giace alle falde del Vesuvio, in aria saluberrima; è uno dei più ridenti siti dei dintorni di Napoli.

Ha begli edifici, tra gli altri il palazzo del Principe, magnifiche Chiese, territorio ubertosissimo di frutti e vini. È luogo di commercio, soprattutto perché vi passa una delle strade che conduce al Vesuvio, e tanto frequentata dai forestieri. Si crede che fosse fabbricata da Ottavio Augusto, il quale vi aveva una sontuosa villa.

Ora questa deliziosa cittadella fu appunto la patria del P. Ferdinando Saviano. Egli nacque il 28 gennaio 1799 da Francesco ed Angela Iervolino, entrambi ottavianesi.

Il 27 agosto 1807 ebbe la prima Comunione dalle mani dei Padri del SS. Redentore, che trovavansi in S. Giuseppe, allora frazione del comune di Ottaviano, in Santa Missione.

Il 1° dicembre del 1817 fu portato a Pagani nella Casa di S. Alfonso dal suo maestro Sacerdote D. Giovanni Cutolo. L’ 8 settembre 1818 fece i voti.

Il 17 gennaio 1821 prese i quattro Ordini Minori. Il 25 aprile 1821 fu ordinato Suddiacono. Il 22 agosto 1822 fece la prima predica della Madonna Santissima. Il 6 agosto 1822 fu ordinato Diacono nella città di Conza. Il 20 settembre 1823 fu ordinato Sacerdote. Il 1° Luglio 1824 ebbe la Confessione.

P. Ferdinando Saviano per la legge di soppressione degli Ordini Religiosi tornò in famiglia ad Ottaviano, e quivi visse come nella Congregazione, adempiendo a tutti i doveri di Religioso Liguorino. Celebrava giornalmente nella Chiesa del Rosario dei Padri Perpetui Adoratori Sacramentisti; rarissime volte altrove, dietro invito, e dopo si ritirava in famiglia, e là, nella stanza sua passava le ore antemeridiane in orazione e nello studio.

Il suo pranzo era quello di famiglia, né si diede mai il caso che si fosse messo a desinare senza benedire prima la mensa. Nel pomeriggio e propriamente nell’ore assegnate dalla Regola si recava alla Chiesa del Rosario per la visita al SS. Sacramento, e dopo arrivava su alla Chiesa di S. Michele Arcangelo che trovasi nella parte alta del paese, percorrendo l’alveo Rosario, ove giunto, nell’alveo stesso, s’inginocchiava sotto alla soprastante Chiesa, pregando a capo scoperto.

Oggi ricordano ancora buona parte degli Ottavianesi che allorquando P. Saviano passeggiava, chiamava intorno a se tutti i fanciulli e fanciulle che incontrava, facendo dire loro la preghiera: «Madre di Purità, custodite l’anima mia – Virgo Mater Purissima et Immacolata ora pro nobis – Vergine Madre Purissima ed Immacolata pregate per noi che ricorriamo a Voi», e poi loro regalava di queste figurine della Madonna; indi li accomiatava benedicendoli.

Altra meta della sua passeggiata era S. Severino, ove trovasi tuttora sopra un muro una Immagine di S. Francesco, dove, arrivato, si prostrava, come era solito fare a S. Michele. Per giungervi doveva attraversare un quartiere molto popolato. Là più che mai gli si facevano attorno i ragazzi; ed era bello vederlo circondato da tanti bambini che a coro gli ripetevano la preghiera su detta «Madre di Purità», e pieno di celeste piacere, attraversando la piazza «S. Giovanni», se ne ritornava in famiglia.

Verso il finire di luglio del 1887, P. Saviano, colpito da prostrazione senile, senza veruna malattia, fu costretto a rimanere a letto. Il giorno 8 agosto, alle ore 3 pom. dopo un’agonia di più giorni, cessò di vivere.

Parecchi sacerdoti, Parroco, confessore lo assistettero indefessamente ed a vicenda. Pochi giorni prima della morte ricevette il SS. Viatico, accompagnato pomposamente da molti Sacerdoti, e dopo l’Estrema Unzione. La sua agonia di diversi giorni, la niuna alimentazione convinsero gli astanti essere già fuori percezione da ben due giorni.

Il Parroco con altri Sacerdoti invitarono tutti ad inginocchiarsi e pregare, mentre terminavano le litanie della SS. Vergine videro un certo movimento della mano destra del Padre, movimento che man mano veniva più accentuato, tutti si levarono in piedi, e fissi guardavano. A furia di sforzi indescrivibili elevò la mano e facendo con essa il segno della Croce li benedisse.  Tutti sull’istante si avvicinarono al letto: ma che stupore! Padre Saviano era morto!

(Notizie mandatemi dal nipote Dott. Saviano D. Francesco, buon cattolico).

Nello stesso giorno 8 agosto P. Ammirati scrisse:

«Caro Ciccillo, con dispiacere sento la morte, ma preziosa, del mio Confratello, e vostro zio P. Ferdinando, mi dispiace per una parte; ma dall’altra mi consola la vita santa e santa morte. Preghi per noi e per voi.

«Mi dispenso dal dovere di venire costà personalmente, stante la convalescenza per cui a stento posso celebrare. Vi conforti Gesù e Maria.
«Vi prego, senza dilazione, scrivete ed annunziate al P. Provinciale P. Pietro Andreoli nei Pagani, tale morte, per non fare attrassare le messe e suffragi, quali si debbono fare pel defunto in tutta la Congregazione; non solo in questa Provincia, ma per tutto il mondo, ove sono nostri Collegi. Mille anni di salute a voi, fratelli e sorelle e ragazzi, pregate per me che sono V.o aff.mo zio».
Alessandro Ammirati del SS. R.

 Il Provinciale P. Andreoli nel fare le sue condoglianze col prelodato Dott. Francesco Saviano così si esprime nella sua del 16 agosto 1887:

«La Congregazione ha sempre tenuto il nostro caro Padre Saviano nella più distinta considerazione, e perciò gli ha affidato fin dall’età giovanile i più delicati incarichi pel reggimento delle nostre Case e per educazione della nostra gioventù.

«Il suo nome resta in benedizione presso tutti i superstiti per le singolari virtù di cui ha lasciato costanti e luminosi esempi. Dal Cielo, ove lo credo già vicino a Dio, voglia intercedere per la prosperità della Congregazione e della sua famiglia….»

Il Servo di Dio P. Alessandro Ammirati in data dell’11 aprile 1892 scriveva di nuovo al prefato Dott. D. Francesco Saviano:

«Caro Ciccillo. Vi è ben nota l’esattezza del defunto vostro zio P. Ferdinando. Egli, perché coscienzioso ed esatto, onde non si fossero dissipati e dispersi tutti quei libri, ed altri oggetti di pertinenza del nostro Collegio di Ciorani, quali portò seco, in famiglia; ne fece un distinto Notamento e lo mandò al nostro P. Provinciale di allora, il quale lo conservò in archivio per prendersene poi conto a suo tempo.
«Io ricordo che voi, dopo la morte di detto vostro zio, mandaste qui (a Somma) parecchi oggetti. Ora vi prego che se avete altro, di mandarcelo subito, perché, mio caro nipote, non voglio che rimanga presso di voi, nemmeno una spilla di Casa Religiosa, che porta la distruzione certa della famiglia…»

Tra gli scritti fu trovato un autografo nel quale P. Saviano dichiarava che detti scritti si fossero dati ai suoi pronipoti e che voleva che dessero alle stampe la sua bella Opera Astronomica.

Fu Rettore del Collegio di Ciorani dal 1842 al 1845 e poi di nuovo al 1862.

In tempo della malaugurata soppressione P. Saviano si ritirò in famiglia. Quivi la sua vita, diceva il suo nipote Dott. Francesco Saviano al P. Provinciale, fu assolutamente privata, senza carattere di ufficialità pubblica, quindi una vita assolutamente ritirata, informata alla stretta osservanza della Regola della Congregazione, tra famiglia e Chiesa per la celebrazione della S. Messa solamente e confessione….

Nella Cronaca di S. Angelo a Cupolo appare colà rettore nel 1845 dopo P. Galeota.
Nel 1852 era rettore a Vallo. Successe al rettorato di P. Visconti. Ed il Vescovo di Teggiano dava relazione al Cardinale Cosenza, Visitatore Apostolico della nostra Provincia Napoletana nei seguenti termini addì 6 gennaio 1854:

«Ho osservato con estrema compiacenza che la Chiesa è decentemente tenuta dai Padri Liguorini… In Sagrestia vi è un buon corredo di Sacri Arredi e tutti in buono stato.

«Ho visitato il Collegio in generale, ed oltre ai corridoi che ispirano raccoglimento, entrato nelle rispettive stanze dei Padri, vi ho scorto quella decenza, che senza saper di lusso alcuno, sia tutta propria di chi professa una vita spirituale, e che mira alla osservanza perfetta delle Regole del S. Fondatore.
«Ho osservato una pace ammirabile da vero, ed una concordia da edificare ognuno in tutti questi Padri, fra i quali regna il vero spirito di Dio, e quell’armonia singolare, consociata a quella fraterna carità che S. Alfonso voleva nei Figli suoi.
«Lo spirito delle tenebre neppure ha potuto mettere a profitto il tempo in cui la Congregazione del SS. Redentorere si è veduta agitata dalle passate fasi per alterarne la perfetta osservanza delle Regole, lo spirito della vera povertà, la docilità, l’ubbidienza, la illibatezza dei costumi, l’ottima opinione pubblica, lo zelo per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime in tutta questa famiglia dei PP. Liguorini….
«Ho ravvisato in tutti un dolore vivissimo e concorde a causa delle oscillazioni sofferte dall’Istituto intero, ch’è stato calunniosamente intaccato d’insubordinazione alla S. Sede, verso la quale hanno altamente protestato di cieca sommessione e della più tenace ubbidienza.»….
(Archivio Provinciale di Pagani)

 Nel dì 8 ottobre 1849, quando Pio IX e Ferdinando II furono a Pagani, P. Saviano accompagnò da Ciorani a Pagani tutti i Novizi essendone il Maestro; e tra questi vi era il P. Francesco Mariano, che mi ha dato questa notizia oretenus [in forma orale] in Napoli nel 1897.
Il Consultore Generale P. Emilio Iacovetti scrivendo al P. Tipaldi dice in fine della lettera:

«Il P. Schiavone non dimentichi del P. Ferdinando Saviano nella cronaca. Ricordi che dopo la soppressione suonava il campanello per dare i segni degli Atti Comuni. E quando faceva il Capitolo al Fratello che lo assisteva, se questo era chiamato, sospendeva, per riprenderlo appena tornato.»

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Profilo tratto da Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone –
vol.2 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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Ottaviano (NA). La casa di famiglia dove nel 1887 morì il redentorista P. Ferdinando Saviano, che ha raccolto varie preziose memorie di confratelli e di avvenimenti del suo tempo.
Ottaviano (NA). La casa di famiglia dove nel 1887 morì il redentorista P. Ferdinando Saviano, che ha raccolto varie preziose memorie di confratelli e di avvenimenti del suo tempo.

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