Vita Redentorista 365

VitaRed12Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 31 dicembre

Questo giorno vissuto con spirito redentorista

_______________

1. Dalle Costituzioni e statuti
Alcune parole fondamentali – Comunione fraterna.
La Congregazione unisce i suoi membri in comunione fraterna. (01). I Congregati si sforzano di aderire a Cristo sempre più saldamente; quanto più stretta è la loro unione con Cristo, tanto maggiore sarà la loro unione reciproca (23). Il diritto e il dovere di usare doni e carismi in comunione fraterna. (049). L’obbedienza evangelica testimonia davanti al mondo la loro unione in Cristo (75). La struttura amministrativa della comunità sia sempre al servizio dello spirito della comunione fraterna. (030). Tutti i congregati, sia quelli che vivono in comunità sia quelli che vivono eccezionalmente soli, devono sentirsi in comunione fraterna con la (Vice-) Provincia (026; 027; 093). Il congregato che si sottrae alla comunione con l’Istituto, sarà ricercato e aiutato a perseverare nella sua vocazione (0212). La Provincia consegue il fine della Congregazione in comunione con le altre parti dell’Istituto (121).

______________

2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: Amore alla Croce.

  • Si ha da patire e tutti han da patire, siano giusti, siano peccatori, ognuno ha da portare la sua croce. Chi la porta con pazienza si salva, chi la porta con impazienza si danna. (S. Alfonso)..
  • Testimonianza = San Gerardo. – Leggi tutto.

__________________

31dicembre2

3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi di Madagascar
2013 – La saggezza dei poveri ci fa ricchi.
di P. Lorenzo Gasparro

Il cuore pulsante della Chiesa del Madagascar è costituito dalle comunità di base o Ankohonam-Piangonana Velona (chiese – famiglia vive). Si tratta di piccole comunità di 10 o 15 famiglie che vogliono essere, come dice il nome, delle chiese viventi o delle famiglie allargate, incarnando il messaggio evangelico nella vita di ogni giorno.
Nelle tante comunità di base che formano la parrocchia si condivide innanzitutto la fede e la preghiera: ci si incontra settimanalmente per assimilare la catechesi e per preparare i sacramenti. Ma nelle comunità di base si condividono anche le vicissitudini della vita quotidiana e le difficoltà materiali delle famiglie che vi fanno parte. La piccola comunità si fa carico delle spese mediche dei più poveri, visita i malati, celebra insieme le occasioni di gioia, porta avanti iniziative concrete che nascono dalla condivisione della stessa fede in Gesù.
Eppure, le comunità di base non sono in primo luogo delle agenzie sociali, bensì una realtà di fede: la ragione del loro ritrovarsi risiede nell’incontro con la Parola di Dio, che il piccolo gruppo medita e si sforza di vivere in un quotidiano per nulla semplice e scontato. I mezzi sono pochissimi, ma più importante è il cuore e la condivisione che si opera in queste comunità: “Quando ci si vuole bene – recita un proverbio malgascio – ci si divide anche una cavalletta”. Dio ci mette il resto con la sua provvidenza e la sua generosità.

Da vari anni, di sabato, visito queste piccole comunità che si ritrovano nei diversi quartieri del mio villaggio. E, così, vivo con loro l’incontro con la Parola di Dio e la condivisione della loro vita. Non si fanno discorsi complicati, ma ci si chiede semplicemente cosa la Parola voglia dirci personalmente e come si possa renderla lievito della nostra vita.
Inevitabilmente ritorno a casa sempre incredibilmente arricchito e costantemente meravigliato della profondità e dalla saggezza dei poveri. Tocco con mano come i piccoli abbiano un accesso immediato alla Parola di Dio, una comprensione che non viene dai libri (che utilizzo per cercare di preparare in anticipo la mia spiegazione) ma dalla semplicità della loro vita di ogni giorno.

Ascoltando questa gente imparo sempre tanto e noto particolari della Parola di Dio ai quali non avevo mai fatto caso. C’è infatti una scienza della semplicità che non si può apprendere a scuola, ma che è dono gratuito di Dio ai poveri.
Mi convinco sempre più che le chiavi per accedere al cuore della Parola sono proprio la piccolezza e la semplicità. Eppure, questa non dovrebbe essere una sorpresa, perché ce lo ha già detto Gesù, ringraziandone ardente mente il Padre: «Ti benedico, perché i misteri del tuo Regno li hai rivelati ai piccoli» (Lc 10,21). Sì, è proprio così. I piccoli, loro malgrado, sono quotidianamente obbligati a metter la loro vita nelle mani di Dio, a confidare in Lui. Una provvida sventura li costringe a rimettersi alla Provvidenza di Dio, alla sua bontà, ai suoi miracoli. Quanti miracoli ho visto accadere tra i poveri! Quasi da non crederci… A noi ricchi e autosufficienti, che pensiamo di poter risolvere i nostri problemi col progresso, le assicurazioni e i conti in banca, questa esperienza ci è completamente preclusa.

Sta qui la ragione dell’aspra critica che Gesù rivolge ai ricchi e della sua messa in guardia nei confronti della ricchezza. Se hai più di quello che ti è necessario, è per condividerlo con chi non ha. Questa condivisione è un modo di compiere la legge dell’amore, che è la pienezza di tutti i comandamenti. Usa la ricchezza per guadagnarti il Regno, è il consiglio che ci viene da Gesù. Altrimenti, se non la condividi, la tua ricchezza diviene la tua catena, la tua prigione, la tua tomba. La verità di questo insegnamento è sotto gli occhi di tutti.
Noi occidentali siamo ricchi ma incredibilmente tristi. È questa la sensazione che mi assale ogni volta che ritorno in Europa. E mi colpisce sempre come la prima reazione di chi mette piede nel cosiddetto Terzo mondo è la meraviglia di fronte alla gioia dei poveri. Ci si chiede: ma non dovrebbero essere tristi? No! i poveri sono più felici dei ricchi perché non hanno nulla che ingolfi il loro cuore. I poveri sono tranquilli perché non hanno nulla da difendere o da proteggere. I poveri sanno ancora gioire per le piccole cose: una giornata di sole, un incontro, un pasto, un piccolo regalo. I poveri sono sereni perché sicuri che in qualche modo Dio provvederà al domani, come hanno sperimentato già infinite volte.
Ancora una volta viene da chiedersi chi siano i veri ricchi e chi i veri poveri…

(da “In cammino con San Gerardo, dicembre 2013, pp. 36-37)

______________

4. Un Canto natalizio di S. Alfonso
Tu scendi dalle stelle
Tu scendi dalle stelle, o Re del Cielo,
e vieni in una grotta al freddo, al gelo.
O Bambino mio Divino,
io ti vedo qui tremar.
o Dio beato,
e quanto ti costò l’avermi amato!

Tu dormi, o Ninno mio, ma intanto il Core,
non dorme no, ma veglia a tutte l’ore:
deh mio bello e puro Agnello,
a che pensi dimmi Tu?
O Amore immenso,
a morire per te, rispondi, Io penso.

Dunque a morir per me Tu pensi, o Dio,
e ch’altro amar fuori di Te poss’io?
O Maria, Speranza mia,
s’io poc’amo il tuo Gesù,
non ti sdegnare,
amalo Tu per me, s’io nol so amare.

[audio:/alfonso/04BobbySolo/01Tuscendi4-cipriani4.mp3]

_________________

Apri la grande pagina delle Canzoncine di S. Alfonso

5. Una immagine al giorno.

Madagascar redentorista 2013 – Le comunità di base, che compongono la grande comunità parrocchiale, sono molte vive: condivisione della fede e dei problemi, ma anche tanta solidarietà e carità tra i membri. E la gioia che non mancava mai. I poveri sono felici, anzi sono beati!
Madagascar redentorista 2013 – Le comunità di base, che compongono la grande comunità parrocchiale, sono molte vive: condivisione della fede e dei problemi, ma anche tanta solidarietà e carità tra i membri. E la gioia che non mancava mai. I poveri sono felici, anzi sono beati!