Storia
della devozione
alla
Madonna del Perpetuo Soccorso

6. Pio IX consegna la sacra Icona ai Redentoristi

Il primo sabato di febbraio del 1863, il P. Francesco Blosi. gesuita, predicando nella chiesa del Gesù sulle glorie di Maria, esordì con queste parole: “Vengo oggi a parlarvi di un’immagine della Madonna che un dì fu celebre per prodigi; ma che da 70 anni non si sa dove sia andata a finire”.

Narrata poi la storia dell’immagine, esortò commosso: “Se c’è tra voi qualcuno che sappia dov’è l’immagine, riferisca a chi la tiene nascosta, che è preciso volere della Madre di Dio essere esposta in un tempio che sorgerà tra l’Esquilino e il Celio”.

Presente al discorso non c’era alcuno che conoscesse quanto il Padre aveva annunciato; ci fu, però, chi provvidenzialmente andò a riferire il discorso ai Padri Redentoristi, i quali, per la prima volta, vennero a conoscenza della volontà esplicita della Vergine sul posto dove Ella aveva determinato di essere venerata: erano proprio essi i fortunati proprietari di quel luogo prescelto dalla Madre del Perpetuo Soccorso.

 

Superiore Generale dei Redentoristi, in quel tempo, era il rev.mo P. Nicholas Mauron.Egli presentò una lettera a Papa Pio IX in cui chiedeva alla Santa Sede di concedere loro l'icona del Perpetuo Soccorso affinché venisse collocata nella nuova Chiesa del Ss. Redentore e S. Alfonso, che si ergeva vicino al sito in cui una volta sorgeva la vecchia Chiesa di S. Matteo.

Pio IX, commosso all’udire il racconto meraviglioso della veneranda Icona, quel giorno stesso ordinò, con un suo autografo, che la sacra Immagine, nascosta in S. Maria in Posterula, ritornasse sull’Esquilino, nella chiesa di S. Alfonso.

Sul retro della petizione scrisse di proprio pugno: - "11 dicembre 1865: Il Cardinal Prefetto della Propaganda chiamerà il Superiore della comunità di Santa Maria in Posterula dicendogli che è Nostro desiderio che l'immagine della Santissima Vergine, di cui in questa petizione, sia nuovamente collocata fra San Giovanni e S. Maria Maggiore; i Redentoristi provvederanno a sostituirla con un'altra immagine adeguata".

 

Secondo la tradizione, è allora che il Papa Pio IX disse al Superiore Generale Redentorista: "Fatela conoscere al mondo intero". Nel mese di gennaio 1866, i Padri Michele Marchi ed Ernesto Bresciani si recarono a S. Maria in Posterula per ricevere l'immagine dagli Agostiniani.
Si dovette procedere alla pulizia e al restauro dell'icona. Il compito venne affidato all'artista polacco, Leopold Nowotny. Finalmente, il 26 aprile 1866, l'immagine fu nuovamente presentata alla pubblica venerazione nella Chiesa di S. Alfonso in via Merulana.

 

Immensa fu la gioia dei Redentoristi, i quali riconobbero nel prezioso dono del Papa un segno di predilezione della Madonna verso il loro Fondatore, che nella sua lunga vita aveva tanto predicato le glorie della Madre di Dio, e ancora continuava a farlo con l’ammirabile libro intitolato Le glorie di Maria.

P. Alfonso Barba