Salve, Clemente: il giubilo Salve, Clemente: il giubilo c'invade in sì bel giorno, mirando il serto fulgido che largo il ciel ti dà. Salve, Clemente: e intorno a te devoti i cantici sciogliam noi di pietà. Sempre nutrito ai pascoli di fervida preghiera salivi al monte etereo dov'è perenne il dì. Il viver tuo quest'era, così solingo all'eremo, nella città così. Quando il Signor d'Apostolo la fiamma, il dolce foco, nel tuo bel petto limpido, benigno suscitò, non terra fu, e non loco sotto la grigia borea che te non ascoltò. Era, profuso balsamo la tua parola ai cuori; ell'era guida ai tramiti di sante verità. Scosso di molti errori il duro giogo, gli animi tornasti a libertà.