3. Svegliati e non tardare Svegliarino del peccatore Il testo, di autore sconosciuto, è passato dalla tradizione missionaria itinerante alla pratica cristiana. Svegliati, e non tardare, svegliati, o peccatore, oggi, che il tuo Signore ti vuole usar pietà. Misero cuor, deh! pensa, che già peccasti assai, tempo sarebbe ormai di pianger per doler. Quel Dio, che disgustasti, quegli ti parla al core, sentilo, o peccatore, e non resister più. Senti le care voci, onde t’ invita al seno; contrito adesso almeno ritorna al tuo Gesù. Son giorni, mesi, ed anni, che vivi nel peccato, ma se più sei ostinato Dio t’abbandonerà. Se ti abbandona Dio come ti salverai? certo ti dannerai. O Dio! ché cecità! Pensa, che presto, o tardi la morte ha da venire, per te han da finire piaceri, e vanità. Pensa, che il mondo è scena, un’ombra, una figura: dal letto in sepoltura un giorno hai da passar. Pensa, che chi mal vive, male dovrà morire; Dio te lo fa sentire, non ti potrai lagnar. Avanti al tribunale di un Dio sarai citato; ah! per te sventurato, che pena allor sarà? Quando vedrai quel Dio contro di te sdegnato, quel Dio, che hai oltraggiato con tante iniquità? Pensa, e rifletti bene, che per un sol peccato tu n’anderai dannato per una eternità. Quando vorrai pentirti misero! non potrai; ma sempre piangerai senza trovar pietà. Allor dirai, ma al vento, ahimè! che l’ ho sbagliato, o Dio! son disperato, or chi mi aiuterà? Fra queste fiamme ardenti sempre dovrò penare; mai più potrò sperare la cara libertà. Se vuoi tu il paradiso tieni Maria nel core, chiamala in tutte l’ ore, essa ti aiuterà. Sì, il paradiso io voglio, tengo nel cor Maria; essa è la madre mia, la pregherò così: Pietosa Madre mia, apri del ciel le porte, spero sì bella sorte, la spero pur da te. (Fonte del testo: CIA, p. 295)