67. A larghe falde Descrizione del missionario Liguorino Testo del P. Vincenzo Antonio Mautone (1827-1912) A larghe falde porto il cappello antica forma del mio drappello, tutta scoperta porto la gola onde sia libera la mia parola; è aperto innanzi il collarino, bianco qual neve: sono Liguorino. Mi cinge i fianchi fascia di lana che accosta al corpo la mia sottana, la porto aperta dall'alto al basso affinché libero mi fosse il passo; uso la saia non panno fino, veste alla semplice: sono Liguorino. Alla mia fascia raccomandato vedi il rosario nel manco lato, è desso come la spada mia ch'in ciel temprata fu da Maria; è più che scudo adamantino, è mia difesa: sono Liguorino. Ambasciatore sono di pace, amor mi move, la fè mi è face, leggo il vangelo, predico a tutti predico e passo da pellegrino di terra in terra: sono Liguorino. Salgo sui monti, scendo alle valli per liberare l'alme dai falli, percorro i piani quando il vapore, quando pel dorso del corridore, abbraccio il villico, il cittadino, abbraccio tutti: sono Liguorino. Non rare volte son maledetto, ma sempre in ultimo son benedetto, chi in su le prime tanto m'abborre, anche al mio seno mesto ricorre; il lupo cangiasi in agnellino alla mia voce: sono Liguorino. Cuore di padre mi dava Iddio per compatire il figlio rio, spesso mi stringo con gioia al core il reo confesso nel suo dolore; mi sciolgo in pianto con quel meschino fatemi fare: sono Liguorino. Sopra le piaghe delle coscienze mistici balsami, celesti essenze verso quel pio sammaritano con fratellevole pietosa mano; per tutti prego sera e mattino, tutti amo in Dio: sono Liguorino. Chi non m'intende mi dice male, ma delle ciarle poco mi cale li compatisco poveri ciechi, alla man trista gli occhi sono biechi; essi son fuor del buon camino, che loro mostro: sono Liguorino. Della politica poco mi brigo che porta seco odio ed intrigo, uomo diparte chi dirmi puote? a farmi studio il sacerdote, quarantadue tasse a puntino pago con gli altri: sono Liguorino. Amo il Signore sopra ogni cosa, amo Maria mistica rosa, amo la chiesa faro di luce, amo il pontefice, maestro e duce; e questo amore che da bambino ebbi ora serbo: sono Liguorino. Non amo cariche, né prelature, lascio a chi puote sì grandi cure, non amo ciondoli né quei gingilli, che sono fatti per gli imbecilli; bibbia, rosario, amor divino, questo mi basta: sono Liguorino. (fonte testo: foglietto manoscritto DCH)