De Paola Francesco Antonio redentorista

DePaola FA2

De Paola Francesco Antonio redentorista (1736–1814) – Italia.

De Paola Francesco Antonio redentorista (1736–1814)
Rettore Maggiore

 

Francesco de Paola, nacque a Ruvo del Monte (PZ) il 10 ottobre 1736, cugino di Pietro Paolo e Domenico Blasucci, fin da ragazzo sentì la vocazione alla vita consacrata, orientandosi verso la Congregazione del Santissimo Redentore nella quale, dopo essere fuggito da casa, fu ricevuto da S. Alfonso. Fece il noviziato sotto la guida esperta di p. Antonio M. Tannoia, emettendo la professione religiosa a Deliceto (FG).

Dopo aver espletato il corso di studi, poco più che ventenne fu ordinato sacerdote e avviato subito alla predicazione delle missioni popolari, divenendo uno dei migliori interpreti della tradizione missionaria alfonsiana.

Stimato dal santo Fondatore, il de Paola fu da lui ritenuto idoneo a ricoprire la carica di maestro dei novizi (1765) e rettore della casa di S. Angelo a Cupolo (BN) (1767), che completò nella struttura. Furono frequenti i suoi rapporti di collaborazione con i vescovi di Benevento, Sora, Veroli, Aquino, Anagni e Alatri, nelle cui diocesi predicò molte missioni popolari, per evangelizzare i contadini e i pastori delle periferie rurali del Sannio e della Ciociaria.

Suo impegno principale fu quello di far uscire la Congregazione dei redentoristi dai confini del regno di Napoli attraverso una strategica fondazione di case. Fra le più importanti vanno ricordate quella di Scifelli di Veroli (1773) e quella di Frosinone (1776). Fondò successivamente anche quelle di Gubbio, Spello, Poggio Catino, Roma e Cisterna.

Si trovò coinvolto, suo malgrado, nel fuoco incrociato delle vicende che segnarono la Congregazione del Santissimo Redentore quando, nel 1780, il governo del Regno di Napoli aveva introdotto il Regolamento e la Santa Sede aveva reso autonome le case esistenti nello Stato Pontificio, che osservavano la primitiva Regola.

Fu designato dal Papa “Presidente” di tutte le case dello Stato Pontificio e nel 1783 Superiore Generale (il secondo dopo S. Alfonso). Convocò il capitolo generale a Scifelli (il III capitolo generale) nel 1785, dove fu confermato alla carica di guida dell’Istituto. Nel capitolo generale tenutosi a Pagani nel 1792, rinunciò alla carica di superiore generale, per favorire l’unione di tutta la Congregazione.

Nominato dal papa vicario provinciale per le case dello Stato, lavorò instancabilmente per aiutare i confratelli a vivere la missione redentorista, stimolandoli a nuove aperture.

Accolse molti giovani nella Congregazione, tra cui San Clemente Maria Hofbauer, che inviò in Europa con la missione di diffondere l’Istituto redenorista oltre le Alpi, secondo il desiderio di S. Alfonso.

Per il p. de Paola, che nel frattempo aveva fatto della casa di Frosinone il suo quartier generale, iniziò il periodo più controverso e travagliato della sua vita che non gli impedì tuttavia, con la sua personalità di primo piano, di prodigarsi per il bene della città che subiva l’invasione delle truppe napoleoniche. l frusinati lo onorarono del titolo di “padre della patria” per la sua intelligente opera di mediazione con le autorità francesi. Donò alla collegiata di Santa Maria la reliquia di San Silverio, papa e martire.

Fu oggetto di incomprensioni e di calunnie, per la sua esuberante personalità e per le sue idee all’avanguardia. Le sue numerose e appassionate lettere restano le uniche testimonianze eloquenti del suo cammino, dei suoi veri sentimenti e dei suoi progetti missionari.
Il culmine delle tribolazioni gli giunse con il decreto di espulsione dalla Congregazione, firmato il 26 dicembre 1808 dal cugino p. Pietro Paolo Blasucci, nel suo ruolo di Rettore Maggiore, nonostante tutti i tentativi di chiarimenti andati a vuoto.

Per i suoi meriti indiscussi nei confronti della Congregazione e per la stima che egli godeva nella città di Frosinone, e presso i vescovi del Lazio meridionale, fu reintegrato dal Papa nella comunità redentorista di Frosinone dove visse gli ultimi anni della sua vita, in una continua sofferenza fisica e morale, nel servizio continuo della chiesa e della città.

La morte lo colse, in una grande sofferenza interiore l’8 novembre 1814. Gli furono tributate esequie solenni nella chiesa della Madonna dèlle Grazie, che aveva ristrutturato e abbellito.

A testimonianza della sua devozione mariana e della sua cultura multiforme rimane il suo libro Grandezze di Maria (1803-1804) nel quale confluiscono anni di studio, preghiera, meditazione e predicazione, completamento di una personalità forse controversa ma sicuramente autentica.

Il suo corpo riposa nella chiesa della Madonna delle Grazie a Frosinone, dove i redentoristi continuano ad annunciare il Vangelo secondo il cuore di S. Alfonso e con la passione e l’apertura del p. De Paola.

Può essere ritenuto il fondatore della biblioteca “S. Alfonso” di Frosinone. Nella stessa casa redentorista si può visitare la ma camera con alcuni ricordi personali.

 

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Dal dépliant delle Celebrazioni
del Bicentenario della Morte (8 novembre 2014)
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Riproduzione in bianco e nero del ritratto del P.  Francesco Antonio De Paola, opera del pittore Windahausen H. Jr. (raccolta Marrazzo).
Riproduzione in bianco e nero del ritratto del P. Francesco Antonio De Paola, opera del pittore Windahausen H. Jr. (raccolta Marrazzo).

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Frosinone. La Casa redentorista con o ricordi del P. Francesco A. De Paola, la sua stanza, la sua tomba dietro l'altare della Madonna del Grazie, il Crocifisso delle missioni e il pulpito da cui predicava.
Frosinone. La Casa redentorista con o ricordi del P. Francesco A. De Paola, la sua stanza, la sua tomba dietro l’altare della Madonna del Grazie, il Crocifisso delle missioni e il pulpito da cui predicava.

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