Memoriale 8 Agosto

8 agosto
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1754. Circolare del S.  Alfonso ai membri della Congregazione.

1754. Circolare del S.  Alfonso ai membri della Congregazione.

Ecco quale fu l’occasione di questa circolare. Il P. Matteo Criscuoli, soggetto poco edificante, ritornava da una missione abbastanza faticosa. Destinato dal suo Rettore per un altro lavoro, rifiutò di accettarlo per due volte. Alfonso lo cacciò la sera stessa dalla Congregazione. Un altro Padre ed un giovane Studente avevano appena lasciato anch’essi la Congregazione.
Nello stesso tempo in cui espelleva i soggetti indegni, Alfonso ricordava ai veri figli dell’istituto l’obbligo che tutti avevano di camminare nella via della santità e la sua ferma volontà smessa di non tollerare tra essi né tiepidi né rilassati.
Di questa ammirevole lettera circolare dell’ 8 agosto 1754, riportiamo queste parole molto degne della nostra attenzione:

« Padri e Fratelli miei, non sono ancora ventidue anni ch’è cominciata la Congregazione, e da cinque anni è stata approvata dalla santa Chiesa; onde dovrebbe a quest’ora, non solo mantenersi nel primo fervore, ma di più esser cresciuta. È vero che molti si portano bene; ma in altri, invece di avanzarsi, manca lo spirito. Questi, io non so a che andranno a parare; perché Dio ci ha chiamati in questa Congregazione (specialmente in questi principii) a farci santi ed a salvarci da santi. Chi vorrà nella Congregazione salvarsi, ma non da santo, io non so se si salverà.
Se questa mancanza di spirito si diffonde, povera Congregazione! che ne sarà di lei fra cinquant’anni? Bisognerebbe piangere e dire: Povero Gesù Cristo! Se non è amato da un Fratello della Congregazione, che ne ha ricevuto tante grazie e lumi così speciali, da chi sarà amato?
E che ci siamo venuti a fare nella Congregazione e che ci stiamo a fare, se non ci facciamo santi? Stiamo a gabbare il mondo, che ci stima tutti per santi, ed a far ridere, nel giorno del giudizio, quelli che allora sapranno le nostre imperfezioni? Facciamo conto della vocazione, ch’è il maggior beneficio che Iddio ha potuto farci dopo il beneficio della creazione e redenzione. Ringraziamone ogni giorno il Signore e tremiamo di perderla.
Salverà più anime un sacerdote della Congregazione in un anno, che in tutta la sua vita fuori della Congregazione. E parlando del profitto proprio, guadagnerà un Fratello più in un anno, col far l’ubbidienza, che in dieci anni vivendo fuori a capriccio suo. E poi, noi abbiamo da fare quel bene che da noi vuole Dio, non quello che vogliamo noi. E Dio vuole, da chi è chiamato nella Congregazione, quel bene e quelle opere che gli impongono le Regole ed i Superiori.

Non ci perdiamo la gran corona, che vedo apparecchiata ad ognuno che vive con osservanza e muore nella Congregazione.”

Questa circolare di S. Alfonso è una consegna sincera ed impegnativa per i redentoristi di ogni tempo.

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IN MEMORIAM 

P. Ferdinand Fleury. Contamine, 1873.
Il P. Fleury nacque il 10 settembre 1819 a Courroux (Svizzera). I suoi genitori occupavano uno dei primi ranghi tra i cattolici dell’antica rocca. Entrò nella Congregazione a Friburgo, e fece il suo noviziato a Finale, diocesi di Modena, mentre si costruiva la nuova casa di Friburgo. Diventato missionario, il P. Fleury fu del numero delle grandi anime che vivono, per così dire, inchiodate alla croce.
La sua prima croce fu la sua poca memoria; gli occorreva tre e quattro settimane per apprendere il poco che serviva per predicarlo correttamente. La sua azione, peraltro, era naturale, varia e molto vivace. La seconda croce fu il suo incarico di superiore per diciassette. anni: l’orrore degli onori, l’obbligo delle correzioni e le conferenze alla comunità.
Cacciato da Friburgo dalla rivoluzione, fece parte delle Comunità di Contamine, di Saint-Nicolas-du-Port, dove fu nominato Superiore per due volte. Là fece costruire la chiesa attigua alla casa.
Il P. Fleury eccelleva per la sua saggezza, la sua prudenza ed il suo giudizio pratico. Missionario eminentemente zelante, sviluppò grandemente l’opera delle missioni, grazie al suo notevole talento di missionario popolare.
Il P. Fleury era un uomo mortificato, molto duro verso se stesso, dimentico dei suoi comodi, ed estremamente attento a non ferire nessuno. Durante i nove ultimi anni della sua vita, la croce si è appesantita ancora su lui. Come Rettore di Saint-Nicolas, ricevé il suo trasferimento immediato a Châteauroux fuori del tempo delle nomine.
Ecco quale ne fu la causa. La chiesa era stata appena costruita, ed vescovo di Nancy, Monsignor Lavigerie, non volle che fosse aperta al culto, perché faceva ombra al curato di Saint-Nicolas. Obbligò il P. Fleury a firmare un impegno che ledeva fortemente i diritti dei religiosi che erano esenti. Il buon P. Fleury credé, firmandolo, di fare qualcosa pro bono pacis. Fu questa, senza dubbio, la ragione della disposizione di Roma a suo riguardo.
Il P. Fleury, morendo, lasciò ai suoi confratelli un modello di regolarità, di modestia, di pazienza e di rassegnazione eroica. —”Cum Christo confixus sum cruci” Galat. 2-19.
Professione: 2 febbraio 1841.
Ordinazione sacerdotale: 24 agosto 1845.

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P. Frédéric Kuntz. Roma 1905.
Il P. Kuntz nacque a Weyersheim, diocesi di Strasburgo, il 26 gennaio 1832. Ciò che lo caratterizzò fu la sua ingenua e grande semplicità: Non erat dolus in eo; ma era un religioso pio, molto interiore, molto osservante della Regola, entusiasta per tutto ciò che riguardava la storia della Congregazione. Fece il lettore di teologia dogmatica e fu nominato prefetto degli studenti della Provincia francese e successivamente Archivista della nostra Casa Generalizia a Roma.
Compose molte piccole biografie dei Padri antichi, Studenti, Fratelli ed il Manuale pii sacerdotis.
Morì come era vissuto: vir simplex e rectus. —”Beati mites, quoniam ipsi possidebunt terram.” Matth. 5-7.
Professione: 30 novembre 1850.
Ordinazione sacerdotale: 16 agosto 1857.

Il P. Frédéric Kuntz come archivista Generale ha svolto un’opera preziosissima nel raccogliere e trascrivere i documenti della storia dell’Istituto.

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Fr. Joachim (Louis Chardin). Blankenberg, 1925.
Originario di Manhoué, (Lorraine), fratello Joachim nacque il 26 giugno 1854, da eccellenti cristiani e fieri patrioti. Sentì la chiamata di Dio alla vocazione religiosa durante una missione predicata nella sua parrocchia dal P. Eugène Garénaux.
Una volta entrato in Congregazione, il caro Fratello fu designato dai suoi superiori per diventare apprendista costruttore sotto la direzione dei Fratelli Edouard e Gérard. Presto fu atto a dirigere le costruzioni di cui i suoi maestri in architettura avevano tracciato i piani e che più tardi tracciò da sé.
Si era all’epoca delle espulsioni del 1880; il Fratello Joachim si mostrò figlio devoto agli interessi di sua madre Congregazione: abile operaio, infaticabile lavoratore, pronto ad ogni specie di lavori, un modello di abnegazione. Progettò i rifugi destinati ai novizi a Stratum ed agli studenti a Dongen (Olanda); lavorò attivamente alla costruzione delle case di Antony, di Thury-en-Valoi, di Boulogne, di Uvrier, di Saint-Étienne, di Attert eccetera… e della chiesa della Madonna del Perpetuo Soccorso a Santiago del Cile.
I suoi superiori lo hanno attestato a più riprese: Fratello Joachim fu un esemplare di Fratello coadiutore per la sua devozione, la sua pietà e la sua fedeltà alla Regola ed alle penitenze della tradizione. Lo si sorprendeva sempre con la preghiera sulle labbra mentre sgranava la sua corona negli andirivieni; e dedicava interamente la domenica alla preghiera.
Con quale sollecitudine praticava la povertà, fino a tracciare i suoi progetti sulla carta di imballaggio! Con quale bontà trattava gli operai, non facendo mai parata dei suoi talenti davanti ad essi né davanti ai suoi confratelli.
Malgrado le sue numerose occupazioni, era sempre il primo agli atti comuni, facendo favore a tutti, a sue spese; la sua condotta, insomma, era un oggetto di continua edificazione alla comunità. Sarebbe bastato, dicono i suoi superiori, un Fratello Joachim per mantenere tutti i Fratelli nella pratica religiosa.
Il suo ultimo lavoro fu la costruzione di una cappella a Blankerberg: un grazioso gioiello in stile gotico. Consumato più dal lavoro che dalla malattia, il buon Fratello sentì le sue forze diminuire e la sua ultima ora arrivare. Morì di sabato, nell’ottava della festa di S. Alfonso e durante la novena dell’Assunzione, lasciandoci il modello del vero Redentorista, dedicato alla Congregazione. —”Dabit vobis mercedem vestram in tempore suo.” Eccli. 51-38.
Professione: 22 maggio 1884.

Santiago de Chile 1918 – Cartolina postale del Santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso progettata da Fratello Fr. Joachim (foto in AGHR).

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Fr. Joseph Husser. Stobychwa 1916. Studente.
Ucciso alla guerra di 1914.

Nato a Dabo, (nella Lorraine) il 28juin 1894, Fratello Husser perse i suoi genitori all’età di sette anni e fu affidato all’orfanotrofio Saint-Charles di Schiltigheim in Alsazia.
Nel 1906, entrava nell’Aspirantato di Uvrier seguendo il suo fratello Pierre. Due anni dopo la sua professione religiosa, fu chiamato alle armi all’epoca della guerra del 1914 e obbligato a lasciare lo studentato di Echternach che amava tanto e dove era se stimato.
Destinato come infermiere al lazzaretto di Oberwerth vicino Coblenza, conquistò rapidamente la fiducia dei suoi capi, e fu nominato sottoufficiale della Croce Rossa; ed egli poneva grande cura a conservare, sotto l’uniforme di soldato, un cuore di Redentorista.
La sua grande legge era di compiere la volontà di Dio nella situazione attuale,  di guardarla in faccia insieme ai più grandi sacrifici che gli avrebbe richiesto. Scriveva ad un confratello: “Non lasciamo di pregare l’uno per l’altro, per restare esternamente ed internamente perfetti Redentoristi”. Gioiosamente, accettò il sacrificio che Dio gli chiedeva.
L’otto agosto, alle 6,30 della mattina, i Russi prepararono il campo con un fuoco insistente di artiglieria. Pierre si era appena alzato e si preparava a lasciare il sotterraneo. Appena aveva fatto un passo nella trincea che arrivò una granata di grosso calibro ed egli rimase ucciso sul colpo. Aveva uno squarcio in pieno petto.

Come religioso, Fratello Husser era un studente sul quale si fondavano molte speranze. L’innocenza, una pietà sincera e virile, il disprezzo delle cose terrestri, un nobile entusiasma per la sua vocazione, un amore del prossimo pronto a tutti i sacrifici, l’amabilità dei suoi rapporti, un sincero e filiale abbandono ai suoi superiori, e soprattutto, bisogna notarlo, una straordinaria devozione alla Madonna: questo è il ritratto morale di Fratello Husser. Al dire dei suoi superiori egli era un’anima eletta, una delle glorie dello studentato di Echternach, un Redentorista che si fece notare per i talenti e le nobili qualità dello spirito e del cuore.—”Bonorum enim laborum gloriosus est fructus. ” Sap. 3-15.
Professione: 8 settembre 1913.

Studenti redentoristi francesi di Echternach nel 1905 (foto AGHR),

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
UMILTÀ = 8 agosto
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