Falanga Antonio redentorista

 Fratello Antonio Falanga (1874-1969) – Italia.

Il giorno 12 dicembre 1969, alle ore 20,45, il Fratello Antonio FALANGA ha spiccato il volo da Materdomini al cielo.
Nato a Scafati, il 6 ottobre 1874, Fratello Antonio entrò nella nostra Congregazione l’anno 1898, ed emise i voti religiosi il 19 settembre 1908.
La pietà e la laboriosità furono le note caratteristiche della sua vita. Centinaia di migliaia di pellegrini, giunti al santuario di S. Gerardo, ricorderanno il caro Fratello, umile e buono con tutti.
Di professione calzolaio, ha fatto tutti i mestieri, pur di rendersi utile. Istallò l’illuminazione a gas nel santuario; fondò la Banda musicale Gerardina. Fu custode della casa del pellegrino, all’inizio, e, fino alla età di 93 anni, è stato Direttore dell’Osservatorio metereologico di Materdomini.
Noi che abbiamo avuta la fortuna di vivere accanto a lui, in questi ultimi anni della sua esistenza, siamo testimoni del suo spirito di fede, del suo amore alla preghiera e della sua sconfinata pazienza. Mai un lamento uscì dalle sue labbra. Non diede alcun disturbo alla Comunità, nonostante gli acciacchi della vecchiaia.
Quando il Superiore gli propose di mettere a sua dispozione un infermiere, Fratello Antonio rispose: «Grazie, ancora non ne ho bisogno».

P. Salvatore Meschino
Superiore Provinciale

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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

Fratello Antonio Falanga è vissuto 95 anni, divenendo una icona del Fratello Coadiutore Redentorista: disponibilità e fedeltà in ogni compito che riceveva; fantasia ed inventiva attraverso i doni ricevuti da Dio. – Questa foto lo ritrae nel 1966 a 92 anni: partecipa al ritiro provinciale dei fratelli tenuto a Pagani: nella foto si riconoscono i fratelli Paolo, Enrico ed Eliodoro.

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Altro profilo

Fr. Antonio Falanga
di Domenico e Raia Annunziata.

Nato a Scafati Prov. di Salerno il 6.10.1874 = Prof. 19.9.1908 = + a Materdomini 12.12.1969.

Già nel 1912 .trovasi a Materdomini ove ha lavorato ininterrota-mente fino all’ultimo giorno. Onore e vanto del nostro Santuario Gerardino!
Ha goduto sempre tutta la fiducia dei diversi Superiori, che gli hanno affidata la cura e le chiavi della Casa di S. Gerardo, del quale è stato vero imitatore nella carità e nella semplicità di vita Religiosa, nell’esatta osservanza delle prescrizioni e nella più scrupolosa esecuzione degli ordini ricevuti.
Col Fr. Francesco Amendola nel 1914 inventarono e installarono una vera gabina a gas acitilene per illuminare la chiesa, casa ed esterno con meraviglia dei forestieri e dei paesani, prima che fosse giunta la luce elettrica! Anzi anche questa lucelettrica essi la svilupparono in casa, con altri macchinari a petrolio.
È stato sempre di buon esempio ai suoi confratelli, soprattutto nella pietà. Era il primo a trovarsi in coro la mattina. Le cento volte al giorno correva ad aprire la porta con sollecitudine appena sentiva suonare; tanto che lo dispensammo della duplice genuflessione entrando ed uscendo dal coro.
Era di somma ammirazione ai forestieri e pellegrini, prodigando loro tutte le fraterne cure, comprese le medicine che prelevava a profusione alla nostra farmacia domestica. Da tutti riceveva senza eccezione, segni particolari di riconoscenza e di affetto. Il primo ad essere ossequiato era proprio Fratello Antonio. A tutti rispondeva con angelico sorriso e poi era tutto a loro disposizione per ogni loro bisogno.
Felice al sommo quando vide costruita nel 1930 la “Casa del Pellegrino”, tanto vasta da riempire il suo gran cuore nell’affettuo-sa ospitalità.

Anche durante la 2a guerra mondiale del 1942… nel passaggio delle truppe, degli uni e degli altri belligeranti, si dimostrò (senza assentarsi mai) fratello ed amico di tutti, offrendo cibi, fasce, len-zuola e tutto ciò che era in casa o poteva procurare dagli altri, tanto da distruggere un colossale guardaroba intero!…
Era l’ammiratore e il sostenitore di ogni cosa nuova e necessa-ria al Santuario. Con vera gioia d’interessamento personale sapeva vedere ed apprezzare tutte le opere necessarie ai pellegrini, dalle ri-tirate alle pellicole cinematografiche per sollevarli…
Aveva speciale cura dell”‘Osservatorio metereologico” inviando ogni settimana il bollettino all’Ente interessato ed anche il Resoconto mensile del Periodico “S. Gerardo”.

Soprattutto amava la Musica. È stato il solo che ha saputo unire tanti giovani per formare la “Fanfara S. Gerardo” portandola per tanti nostri paesi, nelle festività del nostro Santo, in modo speciale.
Nelle notti insonni scriveva gli spartiti e con infinita pazienza riuniva gli allievi la sera. Nelle ore libere e festive lavorava di più per allenarli e prepararli alle comparse solenni… Quando questa Fanfara si distaccò dal Santuario, per diventare “cittadina caposelese”, ne sentì il povero vecchio un tuffo al cuore. Voleva crearne un’altra, tutta propria, gli mancò la forza, di una voltal.. Il che avvenne dopo la morte di lui.

Essendosi accorto che scomparivano i materassi nuovi dalla “Casa del Pellegrino” che via via (dopo la guerra) si raccoglievano dai fedeli per arredare le camere, non volle svelarmi il suo rammarico, ma lo disse segretamente al Maresciallo CC. Fiorito, al quale fece la sua confessione segreta, con patto di non dirlo a nessuno. Ma restò sconvolto quando sentì dalla bocca di lui:”Questa è stata una vera e     formale denunzia”. Poi il maresciallo telefonò a Cairano e dopo qualche giorno giunsero tutte le camicie dei materassi (senza lana) pescati in casa dello scardalana, da lui indicato, che fu messo in prigione.
Al processo di S. Angelo dei Lombardi, chiamarono anche Fratello Antonio, che implorava pietà a favore di quel povero padre di famiglia… fra lo schiamazzo di quel popolo curioso! Tra la meraviglia di tutti e dello stesso giudice egli si avvicinò allo scardalana, tante volte da lui ospitato, e lo abbracciò, per ripetere di chiedergli perdono per il danno fattogli, perché il poveretto aveva operato per una vera necessità… Gli dava piena ragione!
Tutta la sua lunghissima vita sempre attiva di ogni bene, fu una milizia fedele fino alla sua dolce morte, nelle mani di Dio!…
Beata semplicità!

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da Ricordi di fraterni amici

di P. Francesco Santoli
Tip. Lioni 1980.

Fratello Antonio Falanga nel suo servizio di portinaio anche a 90 anni, col fido cane accompagnatore. A Pagani nel 1966, a Materdomi nel 1957 (fr. Serafino; P. Antonio Muccino sr e fr. Tommaso) e in mezzo agli orfanelli nel 1968.

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