Memoriale 14 Agosto

14 agosto
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1893. Celebrare la santa Messa per amore.

1893. Celebrare la santa Messa per amore.

Volendo dare ai futuri ordinandi una parola di incoraggiamento, quando non era più Provinciale, il P. Desurmont scriveva loro:

La Tour, 14 agosto 1893.
Miei cari Fratelli,
vi auguro di fare della vostra messa, durante tutta la vostra vita, un atto di amore. Celebrare la messa per amore: oh divino segreto!
Per amore alla Santa Trinità che da essa riceve più gloria che dal paradiso intero; per amore a Nostro Signore che rinnova mille volte, senza sofferenza, il caro sacrificio del suo cuore; per amore alla Madonna che vi ritrova i beni del Calvario senza le pene; per amore alla chiesa trionfante che vi può attingere l’appagamento di tutti i suoi santi desideri; per amore alla chiesa militante di cui il divino sacrificio è il più ricco tesoro; infine per amore alla chiesa sofferente che prende giovamento più dalla messa che da tutte le altre grazie.

Credo che un sacerdote che avrà la felicità di salire ogni giorno all’altare con un cuore così rinnovato nella grandezza della divina carità sarà moralmente sicuro di santificarsi.
La grazia della messa è sicuramente una delle parti essenziali della grazia sacramentale dell’Ordine: che vi sia abbondantemente concessa, miei cari Fratelli…”.
A. DESURMONT.

Maximilan Schmalzl, redentorista, Ultima cena dal Messale 1906 (Raccolta Marrazzo).

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IN MEMORIAM   

P. Jean-Baptiste Wittmann. Uvrier, 1908.
Il P. Wittmann è nato a Parigi, il 28 febbraio 1848, nel momento in cui la rivoluzione raggiungeva l’apice nella capitale. Alla morte di suo padre fu affidato a Dom Gréa, fondatore dei canonici regolari dell’immacolata Concezione ed emise i voti nelle sue mani.
Il caro Padre ebbe un’esistenza molto movimentata. Ordinato sacerdote, esercitò il sacro ministero come vicario e poi come curato. Era animato da un zelo ardente per le anime.
Con l’umore battagliero che gli si riconosceva non poteva trattenersi dal replicare aspramente agli autori di libri e opuscoli cattivi che provavano ad arrivare fino alla sua parrocchia. Attratto dall’eloquenza del redentorista P. Grunblatt, che incontrò nei suoi viaggi, sollecitò la sua entrata nella Congregazione.
Diventato missionario si dedicò alla predicazione con zelo straordinario; fu un grande predicatore di asceticismo, e di un asceticismo piuttosto severo. A dire di coloro che l’hanno ascoltato, egli sapeva variare mirabilmente i suoi argomenti ed adattarli ai bisogni particolari di ogni comunità dove dava i santi esercizi dei ritiri.

– Quando arrivarono le espulsioni di 1903, il P. Wittmann si rifugiò in Svizzera, divenendo poi curato nella diocesi di Saint-Claude. Il suo zelo, fino allora piuttosto impaziente, incline ad esagerare un po’ i rigori di certe dottrine, diventò poco a poco, grazie al lavoro nascosto della grazia, più umile e più discreto.
Questa trasformazione si notò soprattutto nelle polemiche che ebbe a sostenere contro certi modernisti abbastanza altolocati della gerarchia ecclesiastica. Il suo grande zelo inventò infine mille stratagemmi che lo fecero rispettare, stimare ed amare da quelli che erano suoi nemici.
Il Padre Wittmann fu religioso esemplare, rispettoso dell’autorità e molto devoto a S.  Alfonso. La vita di curato che conduceva al Saint-Claude, insieme alle controversie quasi continue che sosteneva contro i nemici della chiesa, finì per fiaccare la sua robusta fibra.
Essendo vicino ad Uvrier, chiese al superiore di questa casa di andare a passare alcuni giorni in comunità. D’improvviso si manifestò una forte congestione ed il caro Padre moriva tra i suoi confratelli nella vigilia dell’Assunzione della Madonna. – Zelus domus tuae, comedit me.” Ps. 68.
Professione: 12 giugno 1892.
Ordinazione sacerdotale: 30 marzo 1872.

 

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P. Léonard Gaudé. Uvrier, 1910.
Il P. Léonard Gaudé nacque a Vigneulles, diocesi di Nancy (Francia), il 25 ottobre 1860 ed entrò in Congregazione all’età di 15 anni. Fu una personalità conosciuta perché con i suoi lunghi e notevoli lavori sulla Teologia Morale aveva attirato l’attenzione degli studiosi. La sua opera principale, alla quale dedicò la sua vita, è l’edizione critica della “Theologia Moralis” di S. Alfonso in quattro volumi di formato in-4°.

Dal 1748 al 1785 S. Alfonso aveva pubblicato nove edizioni della sua Theologia Moralis, nelle quali egli cita più di 800 autori e riporta più di 72.000 citazioni. Non avendo a disposizione le fonti di questi autori egli dovette rapportarsi, come egli stesso confida, alle fonti magitrali che gli venivano fornite. Verificare gli errori e correggerli era un lavoro gigantesco. E il P. Gaudé vi si dedicò. Le nove edizioni di S. Alfonso furono messe a confronto, ciascun testo verificato e ogni citazione esaminata. Egli percorse le biblioteche d’Italia e di Francia, di Spagna e di Germania e veramente ben pochi autori rimasero introvabili. Questo lavoro di oltre 20 anni gli ha consentito di mostrare che in realtà le inesattezze sono un piccolo numero e che in ogni caso non influiscono sulla decisione dottrinale. Scrisse in Francia L’Amico del Clero quando apparve il primo volume: “Ecco, grazie a Dio, una pubblicazione che non impone alla nostra penna alcuna riserva di elogio e di cui noi, senza alcuno scupolo, possiamo vantare la rara perfezione, benintesi che ancora è tutto da dire il bene che merita. Opera colossale, lapidaria, definitiva, che resterà il più bello ed anche il più solido monumento che hanno elevato alla gloria del grande Dottore della Teologia Morale, S. Alfonso de Liguori, dai suoi figli, i Redentoristi”.

La voce più autorevole della morale contemporanea, il R. P. Lemkuhl, di questa opera disse che essa è “il più grandioso monumento elevato alla Teologia Morale nel nostro secolo“. Anche il Sommo Pontefice Pio X aveva il vivo desiderio di affidare al P. Gaudé la cattedra di Teologia Morale al Seminario di Propaganda.

L’applicazione di P. Gaudé al lavoro era tale che, malgrado l’incessante e doloroso lavoro che esigeva la sua grande “Theologia”, egli ebbe il tempo di pubblicare diversi opuscoli, come per esempio “Dissertazione sul sistema morale di S. Alfonso”. La sua pietà eguagliava la scienza, la sua modestia avdava di pari passo con la sua ammabilità. A Roma tutti lo consideravano un santo e sapiente religioso, e il Sommo Pontefice gli testimoniò la sua speciale stima nominandolo Consultore della sacra Congregazione del Concilio.

I quattro volumi della “Theologia moralis” hanno visto la luce progressivamente nel 1905, nel 1907, nel 1909 e il quarto, postumo, nel 1912, poichè nel 1910 sopraggiunse improvvisa la morte dello studio redentorista.
Il P. Gaudé non ha goduto in terra il frutto del suo faticoso lavoro. Ma questo duro lavoro, consacrato quotidianamente (e sono sue parole!) al S. Cuore di Gesù gli avrà ottenuto l’eterna ricompensa.
Nel chiamarlo ad una vita migliore nella vigilia dell’Assunta, S. Alfonso avrà voluto introdurre nella corte celeste, sotto lo sguardo di Maria, questo figlio pienamente dedito, questo eminente religioso. – Opera enim illorum sequuntur illos“. – Apoc 14-13.
Professione: 24 settembre 1876.
Ordinazione sacerdotale: 7 giugno 1884.


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P. Guillaume Hepp. Bernrain, 1928.
Nato a Saulgan, nel Wurtemberg, il 25 aprile 1882, il P. Hepp fece i suoi studi nell’aspirantato di Gars e chiese di essere incorporato alla Provincia di Strasburgo. Dotato di notevoli talenti, ma di debole salute, non predicò di missioni. I superiori gli affidarono l’incarico di Maestro dei novizi.
Il P. Hepp esercitò soprattutto l’apostolato della penna; pubblicò diversi opuscoli di pietà molto apprezzati. Il suo spirito di fede e la sua pietà facevano l’ammirazione dei suoi colleghi.
Il Padre Hepp morì di tisi in un sanatorio del suo paese natale. – “Esto fidelis usque ad mortem e dabo tibi coronam vitae”. Apoc. 2-10.
Professione: 8 settembre 1903.
Ordinazione sacerdotale: 13 giugno 1908.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
UMILTÀ = 14 agosto
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