Memoriale 15 marzo

15 marzo
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1820. Preziosa morte di S. Clemente Maria a Vienna.

1820. Preziosa morte di S. Clemente Maria a Vienna.

Era mezzogiorno di mercoledì. Clemente era raccolto in Dio; lo circondavano parecchi amici e discepoli che non avevano inteso suonare l’Angelus. Clemente continuava la sua preghiera; disse: «Pregate, suona l’Angelus». Furono le sue ultime parole. Particolare emozionante: anche S. Alfonso morì di mercoledì e al suono dell’Angelus.
I funerali del servo di Dio furono tra i più commoventi e solenni che Vienna abbia mai visto. Fu un vero trionfo. Dodici giovani appartenenti alla nobiltà portavano la bara. Erano presenti migliaia e migliaia di persone con le fiaccole in mano. Nulla è stato di più sorprendente. Ora, malgrado le ricerche fatte, mai si è potuto scoprire l’origine di questa fiaccolata sconosciuta perfino agli onori imperiali, né le mani che fecero distribuire tanti ceri ad una così numerosa folla. In più, la porta della cattedrale, detta “Porta dei Giganti”, che si apriva solo per i personaggi dei ranghi più alti, si aprì con grande stupore di tutti e non si conosce da chi fu ottenuto.
L’imperatore di Austria Francesco I affermava: “Colui che è morto era una colonna della Chiesa” e qualche settimana dopo, il 30 aprile, scriveva al cardinale arcivescovo: «È mia volontà che la Congregazione si stabilisca nei miei Stati il più presto possibile».
Papa Pio VII, nell’apprendere questa morte, in una parola fece funebre di Clemente l’elogio: «La religione ha perso in Austria il suo principale sostegno». Leone XIII fece il suo panegirico: lo ha innalzato sugli altari.
P. Lasilier. Vita di S. Clemente, p. 259. 

San Clemente megli ultimi anni della sua vita.

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1908. Seconda Congregazione antipreparatoria per l’esame del secondo miracolo proposto per la canonizzazione del Beato Clemente Maria.

 Il primo miracolo era stato esaminato e accettato nella prima Congregazione antipreparatoria, il secondo fu esaminato in questo giorno.

Cortona (Italia), Casa redentorista – San Clemente in gloria.

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1911. Fondazione della casa di Fauquemont, studentato francese della Provincia di Parigi, dopo la espulsione del 1901. 

In seguito alle espulsioni del 1901 e alla divisione della Provincia francese in due Provincie, gli studenti della Provincia di Parigi avevano trovato rifugio in Inghilterra a Bischop-Eton, e dopo a Esschen in Belgio.
Dopo qualche anno i Padri Belgi pensarono di stabilire a Esschen un educandato. Gli studenti francesi dovettero allora lasciare questa casa che era stata offerta con generosità dalla Provincia Belga e cercarono di stabilirsi in Olanda.
Il 19 gennaio 1911 fu acquistata a M. Vecqueray una proprietà a Fauquemond, nel Limbourg olandese. Il giorno dopo il P. Hermann lasciò Esschen con i fratelli Prosper e Felicien e gli studenti e si stabilirono a Fauquemond il 15 marzo seguente.

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1921. Inizio della Vice-Provincia di Zwittau. (Cecoslovacchia).

Sotto il governo generale del Rev.mo padre Murray fu eretta questa vice-provincia sotto la dipendenza diretta di Sua paternità e comprendente due case situate nella regione di lingua tedesca della Cecoslovacchia. La prima casa fu fondata a Zwittau nel 1855.

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IN MEMORIAM 

Fr. Jean-Baptiste Gauthier, Fauquemont, 1913.
Nato a Ploërmel, diocesi di Vannes, il 31 luglio 1883, Jean-Baptiste testimoniò fin dalla sua giovinezza un grande ardore di vivere bene e convertire le anime.  Entrò in Congregazione con desiderio grande di salvare i peccatori.  Per essi, offrì la vita alla vergine SS.ma  verso la quale aveva una tenera devozione.
Dio accettò la sua offerta e gli chiese anche il sacrificio del sacerdozio. Amava appassionatamente il suo Istituto: “La Congregazione è la mia vita”. Fratello Gauthier lasciò ai confratelli il ricordo di una profonda modestia conquistata con incessante abnegazione.
Il suo motto abituale era: «Amare Maria e farla amare sempre più». Confessò: “Non ricordo di aver volontariamente dato dispiacere al buon Dio dopo la mia professione religiosa”.
Fratello Gauthier morì di sabato, nell’anniversario della morte di S. Clemente. – «Juxta est Dominus iis qui recti sunt corde». Lc. 33,19.
Professione: 21 novembre 1907

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P. Pierre Houdusse. Mouscron, 1914.
Il P. Houdusse nacque il 31 dicembre 1883 a Saint-Hilaire-des-Landes (Ille-et-Vilaine) da genitori sentitamente cristiani. Trasmisero ai loro figli il tesoro più prezioso di tutti i tesori della terra: una solida pietà, acquisita da una fede semplice e modesta che cresceva  nelle privazioni.
Dal seminario maggiore di Rennes P. Houdusse entrò nel noviziato di Glimes. Non voleva essere un religioso a metà. La mediocrità gli faceva orrore, sia nella virtù che nello studio. Vincersi e correggersi ad ogni costo, se nel suo carattere trovava  alcunché di rude, fu costantemente il suo programma.
La morte colse il P. Houdusse nel fiore degli anni e del talento, mentre era professore nell’educandato di Mouscron.
La dedizione senza limiti che pose nella formazione dei ragazzi fu in gran parte causa della malattia che doveva stroncarlo. Era penetrato da un gran rispetto per l’autorità ed i confratelli. Diceva: “A me le fatiche del servizio di Dio! andrei fino alla fine del mondo per impedire un peccato. O Maria, che io muoia fedele al mio giuramento”.
Quando gli fu detto che era in pericolo di morte, disse gioioso: “Magnificat anima mea Dominum”.
Professione: 31 marzo 1907.
Ordinazione sacerdotale: 21 settembre 1909.

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P. Pierre Gave. Uvrier, 1916.
Il P. Gave è nato il 6 dicembre 1846 a Saint-André-sur-Boëge (Haute-Savoie). Pio e timido, non fu mai missionario. Le montagne di Uvrier gli permisero di organizzare un magnifico erbario con più di ventimila piante, raccogliendo trecentocinquanta generi e sessantamila campioni (esemplari) mirabilmente conservati con metodi che spesso erano personali.
Questo erbario, che gli aveva richiesto tanto cammino fra le montagne, era l’ammirazione dei più grandi esperti.
Il P. Gave fu per tutta la vita un’anima delicata e applicata a piacere a Dio ed a rendersi utile ai confratelli. «Il buon padre Gave» era il nome che affiorava naturalmente sulle labbra di tutti per indicarlo.
«Qui pronus est ad misericordiam,benedicetur». Eccli. 31,28.
Professione: 15 ottobre 1863.
Ordinazione sacerdotale: 8 ottobre 1871.

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P. Louis Studer. Dichato (Cile), 1924
Le parole scolpite sulla tomba del P. Studer ci danno l’idea della vita di questo missionario: «Buon soldato di Cristo, riposi in pace».
Combatté incessantemente  il demonio e il peccato sia sotto il cielo d’Alsazia che in terra del Cile: fu buon soldato di Cristo nel sradicare con dura lotta i difetti dal suo cuore e riportare grande vittoria su se stesso.
Louis Studer nacque in Alsazia il 13 febbraio 1867. Ordinato sacerdote, esercitò per dodici anni il santo ministero a Bergheim; ma desideroso vivere una vita interiore più intensa e dedicarsi alle anime più abbandonate si fece redentorista.
Suo ideale era oltrepassare i mari e operare sotto il cielo americano per conquistare più anime, con più austerità, più sofferenze, più lavoro. I superiori esaudirono il suo desiderio.
A Huara, nella vice provincia di Alsazia, organizzò un convento che fu eretto inseguito in chiesa parrocchiale da monsignor Marie Caro, Vicario Apostolico.

Per nove anni, il Padre Studer si impegnò con grande zelo per la salvezza del suo gregge, aiutato da tre confratelli. Ma soffriva moralmente; la sua anima desiderava innanzitutto vivere di osservanza regolare e di raccoglimento.
Nel 1917 sollecitò da Roma la sua aggregazione alla provincia di Lione. Assegnato alla casa di San Bernardo, poi a Los Angeles, divenne missionario. Predicava con convinzione profonda, volendo trasmettere negli ascoltatori il suo amore verso Dio.
Come religioso, fu esempio di una profonda pietà ai confratelli. Trascorreva ore intere davanti al Santissimo Sacramento, soprattutto nei giorni di ritiro. Non trascurava l’applicazione allo studio. Si era imposto studiare ogni giorno parecchie pagine di morale e di sacra Scrittura. Aveva scritto: “Mio scopo sarà di rassomigliare a Cristo umiliato e inchiodato in croce con la pratica delle dodici virtù del mese”.
Il suo spirito di mortificazione era notevole; in missione portava la disciplina e i cilizi; l’uso del cilizio era quotidiano e lo portava giorno e  notte. In lui si poteva notare un carattere un po’ duro e autoritario, ma anche gli sforzi costanti per emendarsi.

A Huara, fino alla morte, ogni sabato e nei giorni di ritiro digiunava a pane ed acqua. Quest’ansia di rendersi simile a Gesù crocifisso accrebbe sensibilmente verso la fine della vita. L’imitazione di Nostro Signore è da attribuirla ad una speciale luce che gli veniva dal cielo.
Come il divin Maestro, il caro Padre morì sulla breccia e nel più grande isolamento. Nel mese di marzo 1924 partì con un confratello per una missione a Dichato e volle predicare da solo nella zona della parrocchia, che era senza cappella. Le prediche erano all’aperto. Una sera predicava sulla morte e aveva pregato per colui che sarebbe morto per primo. Morì istantaneamente nella notte seguente. Era di sabato, festa di S. Clemente.
Buon soldato di Cristo, riposi in pace! – «Bonus miles Christi Jesu». 2Tm. 2,3.
Professione: 8 settembre 1907
Ordinazione sacerdotale: 10 agosto 1894

Huara 1918 (Perù Sud) La chiesa in costruzione e la casa redentorista da dove partì per l’ultima missione il P. Louis Studer (foto on AGHR).

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P. Marius Tholin, Dongen 1890.
Il P. Tholin è nato il 10 novembre 1863 a Saint-Symphorien de Lay (Loire). Lo zelo per le anime abbandonate fu l’assillo della sua vita religiosa: era di carattere dolce, di grande  sensibilità unita ad un carattere vivace, ardente, impetuoso. Aveva dichiarato guerra senza tregua all’amor proprio; il suo spirito leale e generoso puntava diritto alla verità, al dovere, a Dio.
Ma il cielo si contentò dei desideri di apostolato di questo suo figlio. Poco tempo dopo l’ordinazione sacerdotale, quando sognava la vita apostolica, Dio gli chiese il sacrificio della vita. Fu tremendamente penoso per lui. Padri e Fratelli sono unanimi nell’affermare che Marius durante la sua malattia fu colmato di benedizioni divine in misura più che ordinaria.
Fu un eletto – si diceva – visibilmente assistito nei suoi ultimi giorni. Diceva: “O santa vergine, se mi guarite, sarò vostro predicatore e apostolo di Gesù Cristo. Se non giudicate giusto guarirmi, non voglio la guarigione” e rinnovava frequentemente i voti religiosi.
Morì di sabato, come aveva chiesto alla SS.ma Vergine, rimpianto profondamente dai confratelli. – «Esto fidelis usque ad mortem, et dabo tibi coronam vitae». Ap. 2,10.
Professione: 24 settembre 1884.
Ordinazione sacerdotale: 31 agosto 1889.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
AMORE VERSO DIO = 15 marzo
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