Memoriale 19 gennaio

19 gennaio
EFFEMERIDI C.Ss.R. = *1866. Scoperta provvidenziale e presa di possesso dell’Icona miracolosa della Madonna del Perpetuo Soccorso.

*1866. Scoperta provvidenziale e presa di possesso dell’Icona miracolosa della Madonna del Perpetuo Soccorso.

Una Madonna miracolosa, la Madonnadel Perpetuo Soccorso, era stata venerata a Roma dal quindicesimo secolo nella chiesa di San Matteo sull’Esquilino, perché la sua espressa volontà, manifestata da diverse apparizioni, era di avere il suo santuario tra le basiliche di Santa Maria Maggiore e quella di San Giovanni in Laterano. Per quattrocento anni ella aveva operato numerosi miracoli; ma, nel 1810 questa antica chiesa era stata demolita e l’Icona della  santa Immagine era sparita con grande dispiacere di quelli che leggevano nelle vecchie cronache la sua meravigliosa storia.

Ora un giorno ad un giovane Padre, Michele Marchi, che si intratteneva su questa Madonna a Villa Caserta, improvvisamente tornò alla mente un ricordo della sua gioventù. Raccontò: “Dal 1840 al 1853 ho frequentato spesso il convento degli Agostiniani e un vecchio fratello laico di nome Orsetti. Questo fratello mi rivelò che, all’epoca della distruzione della chiesa San Matteo, gli Agostiniani portarono con sé, per sottrarla alle profanazioni,la Sacra Iconae la posero, all’insaputa di tutti, nella cappella interna del loro convento. Essendo morti i vecchi Padri Agostiniani, restava il solo fratello Orsetti come testimone del passato. Diverse volte mi mostrò, sull’altare della cappella,la Madonna venerata durante i secoli a San Matteo, ed egli mi diceva con emozione: Michele, non dimenticare soprattutto la Madonna miracolosa di San Matteo; ricordati che è qui, in questa cappella”.

Dio, dunque, veniva a noi per rivelare, attraverso un seguito di circostanze provvidenziali, il rifugio nascosto della Madonna miracolosa. Questa rivelazione aveva per noi un’importante suprema, perché l’area della chiesa dovela Vergineaveva voluto porre il suo trono, si trovava precisamente nei giardini della Villa Caserta. Non era stata la Madonnadel Perpetuo Soccorso ad attirare in questo luogo i figli di S. Alfonso perché la onorassero nella chiesa costruita da essi accantobal suo vecchio santuario?
Dopo avere pregato Dio di fare conoscere la sua volontà, il Padre Mauron, Rettore maggiore della Congrégazione, portò questi fatti a conoscenza di Pio IX, il quale dichiarò che la santa Immagine doveva essere. restituita al culto e collocata, come aveva chiestola Vergine, tra Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laternano, nella chiesa dedicata a S. Alfonso.

Il 19 gennaio 1866, due Padri Redentoristi di cui uno era il padre Marchi, si presentarono al convento degli Agostiniani a Santa Maria in Posterula per prendere possesso della sacra Icona ed il Sovrano Pontefice Pio IX volle che il Rev.mo Padre Mauron desse per compenso al superiore degli Agostiniani una copia esatta dell’originale.
L’insediamento solenne ebbe luogo il 26 aprile 1866.
(P. Berthe. Vita di S. Alfonso, p. 699).

Il P. Michele Marchi racconta alla Comunità redentorista di Roma particolari che aiutano a ritrovare l'icona della Madonna del Perpetuo Soccorso che verrà intronizzata solennemente nella chiesa di S. Alfonsoa in Roma.
Il P. Michele Marchi racconta alla Comunità redentorista di Roma particolari che aiutano a ritrovare l’icona della Madonna del Perpetuo Soccorso che verrà intronizzata solennemente nella chiesa di S. Alfonso a in Roma.

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IN MEMORIAM

 R. P. François-Xavier Colloud. Casablanca (Cile, 1923,).
Il Padre Colloud nacque a Reyvroz, diocesi di Annecy, il 7 ottobre 1859. I Redentoristi avevano evangelizzato il suo villaggio nel 1873, e François, in età ormai capace di riflettere, si sentì attirato dalla grazia a diventare Redentorista. Entrò nel Juniorato di Contamine-sur-Arve che contava allora quindici alunni; ma le leggi persecutorie del1880 l’obbligarono, una volta finiti i suoi studi, ad andare in Olanda, dove i Superiori avevano preparato un rifugio per gli studenti.
Ordinato sacerdote, il caro Padre condusse un’esistenza molto agitata senza sosta, portando la croce sulle sue spalle, accumulando numerosi meriti, e non avendo altro nel cuore che un desiderio che egli esprimeva spesso in questi termini: “Mio Dio, fatemi morire da buon Redentorista.

Fu missionario in Spagna, maestro dei novizi, superiore del Juniorato a El Espino ed ad Astorga; ritornato in Francia, partì per l’America, dove morì, mostrandosi figlio dell’obbedienza: “So che Dio parla per bocca dei superiori, diceva; andrò dunque con piacere laddove mi si manderà… purché arrivi al cielo. Sia fatta sempre la volontà di Dio, e si compia:il resto non conta nulla. In America si fa ugualmente il bene, si va al cielo come in Europa. Quale motivo posso invocare per questa decisione? importa poco! Mi si manda, e tutto è detto”.

La croce lo seguiva dovunque: fu una mezza sordità e soprattutto un’asma nervoso. Malgrado le sue continue sofferenze, egli predicò numerose missioni e ritiri. Il P. Colloud aveva stima e amore della sua vocazione. E mentre piangeva la defezione di uno dei suoi fratelli, si rallegrava della bella morte dell’altro: “Quanto è bello morire nella Congregazione! Mio Dio, fammi vivere e morire da vero Redentorista!”.
Egli aveva cura della sua perseveranza e della sua santificazione. Per due volte fece il sacrificio della sua patria e della sua lingua materna. Attaccato al lavoro, passava parte delle sue notti in veglie laboriose per non omettere niente dei suoi obblighi di superiore e di religiosio. Coltivava la sua anima con cura gelosa: “Sarò tutto di Dio ed egli ritornerà a me ogni giorno malgrado le miei mancanze. Dunque, avanti con la grazia di Dio…. Tutto è mediocre nella mia vita, bisognerebbe cambiare una buona volta!”
La sua doppia malattia lo rese di una sensibilità eccessiva e fu il migliore strumento della sua santificazione. La devozione al SS. Sacramento era la sua consolazione; lo si vedeva frequentemente in cappella, il suo fervore all’altare era visibile; talvolta i suoi tratti accusavano la sua emozione interiore, ma il suo silenzio manifestava la sua padronanza su se stesso: questa era la lotta e la vittoria.
Obbligato dai suoi superiori a riposarsi a Casablanca vicino a Valparaiso, presso un sacerdote nostro amico, il caro Padre rispose alla sua chiamata per il cielo dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti delle mani del parroco. Nonostante sia stata improvvisa, la morte del Padre Colloud fu quella dei giusto e la preghiera che ripeteva così spesso si è realizzata in lui: “Mio Dio, fatemi vivere e morire da buon Redentorista!” –  Qui, autem facit voluntatem Dei, manet in aeternum”. I Jean, 2, 17.
Professione: 24 settembre 1876.
Ordinazione sacerdotale: 28 febbraio 1885.

La Comunità di Contamine-sur-Avre, Haute-Savoie nel 1888. – Casa di formazione: da qui è passata la gran parte di missionari redentoristi francesi che si sono preparati alla loro missione. (foto in AGHR).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
LA FEDE = 19 gennaio
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