Memoriale 23 luglio

23 luglio
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1773. Sant’Alfonso e la soppressione della Compagnia di Gesù.

1773. Sant’Alfonso e la soppressione della Compagnia di Gesù.

Il 23 luglio 1773, Papa Clemente XIV firmò con mano tremante il breve che sopprimeva la Compagnia di Gesù. Il Vescovo di Sant’Agata era amico del Papa e amico dei gesuiti. Aveva pianto sulle sventure della Società, e aveva lodato Clemente XIII, quando aveva alzato la voce per difenderla ed aveva seguito con ansia le esitazioni di Clemente XIV, e pregò il Signore di fortificare il suo Vicario in questa lotta terribile.
Leggendo la soppressione del breve, il santo vecchio era letteralmente sgomento. Cadde in ginocchio, senza parole e immobile, come colpito da un fulmine. Il volto contratto rivelava lo sgomento della anima.
Adorò per un po’ di tempo in silenzio, i giudizi di Dio che si manifestavano con l’atto del Papa, poi, alzando la voce, gridò: “Volontà del Papa, volontà di Dio”! E le sue labbra non articolarono altra parola per esprimere il profondo dolore. Un giorno però, espresse il suo parere sul breve papale.
Alcune persone distinte, tra cui il suo vicario generale, trovavano strano il comportamento di Clemente XIV. Disse Alfonso: «Povero Papa, cosa poteva fare nelle difficili circostanze in cui si trovava, quando tutte le corone erano unite per chiedere la soppressione della Compagnia? Noi non possiamo che adorare in silenzio i nascosti giudizi di Dio».
E aggiungeva in un tono profetico: «Eppure, non ho paura di dire che nonostante le apparenze, se anche rimanesse un solo gesuita nel mondo, sarebbe sufficiente per ripristinare la Compagnia di Gesù».
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, II, 356.

Una delle tante espulsioni dei Gesuiti dai loro conventi e, sotto, la medaglia celebrativa della loro soppressione fatta coniare da chi li volle soppressi. S. Alfonso, che stimava moltissimo la Compagnia di Gesù, ne soffrì molto… adorò in silenzio, i giudizi di Dio che si manifestavano con l’atto del Papa, poi, disse: “Volontà del Papa, volontà di Dio”! E le sue labbra non articolarono altra parola per esprimere il profondo dolore.

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IN MEMORIAM 

P. Achille Desurmont. Thury-en-Valois, 1898.
settimo Superiore della Provincia Gallo-Elvetica.
 

Cerchiamo di tracciare alcune linee di vita di colui che consideriamo come fondatore della provincia francese, e di cui fu Provinciale per quasi un quarto di secolo (1865 – 1887 e 1898).
Nato a Tourcoing il 23 dicembre 1828 da famiglia di industriali di tutto rispetto, il P. Desurmont fu tra i più brillanti studenti del collegio di questa città e completò gli studi presso i Padri Gesuiti in Brugelette (Belgio).
La sua vocazione di redentorista fu riconosciuta provvidenzialmente dal Venerabile Padre Passerat. Il suo spirito era fertile di risorse, natura esuberante, carattere dinamico e impulsivo, e grandissima fede. Si può affermare che dalla Provvidenza era destinato a diventare il degno successore del Ven. Padre Passerat, come lo era stato San Clemente inviato da S. Alfonso a propagare l’Istituto oltralpe.
Le virtù eccezionali lo segnalarono alla stima dei superiori. Ordinato sacerdote, fu subito nominato prefetto dei suoi vecchi condiscepoli, perfezionò gli studi con notevole perizia e diresse gli studenti con zelo che ebbe bisogno solo di essere moderato.
Per undici anni si occupò della formazione dei giovani e lasciò questo incarico solo per occupare l’ufficio di Provinciale per ventidue anni.
Sotto il suo governo le vocazioni si moltiplicarono, e furono fondate una ventina di nuove case in Francia, Spagna e persino in Sud America, Perù, Cile, Colombia, Ecuador.
La Provincia assimilò lo spirito di Sant’Alfonso. Uno dei suoi principali successi fu di aver dato uno sviluppo elevato a forti e sostanziali studi, sempre conformi agli insegnamenti di S. Tommaso e S. Alfonso.

Uomo di dottrina, mirabilmente dotato, era ansioso di illuminare il cammino per dove indirizzare i suoi soggetti e voleva una convinzione solida che servisse da cardine per i sacrifici di cui sollecitava lo sforzo.
Insegnava e raccomandava continuamente la Regola, ma la regola ben intesa, la regola nella sua pienezza.
Anche gli atti di governo erano contraddistinti da prudenza e bontà. Una forza grande, una ferma e saggia gentilezza, dolce persuasione: era il metodo del suo immutabile governo, odio della mediocrità e soprattutto della tiepidezza: questi erano, per lui, tante pietre miliari che non perdeva mai di vista e verso cui dirigeva i suoi sforzi.

Durante gli ultimi anni di vita il P. Desurmont pubblicò alcuni volumi e un certo numero di opuscoli, che si trovano fra le mani delle persone veramente pie. Basti ricordare: L’Amico del Sacro Cuore, Il continuo ritorno a Dio, La divina arte della preghiera mentale, Il Venerabile P. Passerat ed i Redentoristi, La Settimana del servo di Maria, Il religioso risoluto… Utilizzare la preghiera familiare, Il Catechismo della preghiera mentale … etc …
Il P. Desurmont iniziò una ventina di altri scritti che, anche se solo abbozzati, e nel suo pensiero destinati alla sua famiglia religiosa, hanno un valore di primo ordine, se non per la forma, almeno per il contenuto.
Quando, per farlo riposare da tante fatiche, il Superiore Generale gli concesse di potersi dimettere dal suo incarico, il P. Desurmont si impegnò in una grande opera di Teologia Pastorale dal titolo “La carità sacerdotale”, che si accingeva a completare, ma che la morte gli impedì di pubblicarla. “Si tratta di un lavoro di tale valore – scrisse il Vescovo lsoard –  che non abbiamo paura di dire che raramente si pubblicano di tali opere così adatte a produrre effetti di grazia e di benedizione per generazioni”.

Inoltre, questo relativo riposo non fu di lunga durata. Il Papa, che lo conosceva e lo stimava molto, lo nominò Visitatore Apostolico delle Piccole Sorelle dei poveri negli anni difficili che seguirono il ritiro del “Buon Padre Le Pailleur”. E non lasciò quel posto d’onore se non dopo aver rafforzato per quattro anni le basi di questa meravigliosa congregazione.
Inoltre, la sua azione, si sviluppava in favore di varie comunità religiose e soprattutto il suo apostolato si sviluppava in favore dei sacerdoti. Che dire dei ritiri spirituali che predicò in gran numero e con gran successo?
Il P. Tissot, Superiore Generale dei Missionari di San Francesco di Sales, dichiarò: “Il P. Desurmont è nostro maestro nei ritiri pastorali, nessuno ha saputo rendere più popolare l’ascesi cristiana, è il più grande asceta del secolo”.
Sotto altra forma il pensiero del cardinale Guibert, arcivescovo di Parigi, diceva dello stesso Padre Desurmont: “Egli aveva ricevuto da Dio una vocazione speciale per fare il bene ai sacerdoti, ed avrebbe mancato al suo dovere se non vi si dedicava completamente”.
Si vedevano anche cardinali e Vescovi partecipare per diversi giorni ai santi esercizi sotto la guida di Padre Desurmont. Si può dire che aveva conquistato la stima e anche la venerazione di prelati che apprezzavano i suoi rari talenti.

Per ordine del Rev.mo Padre Mauron, il Padre Desurmont fu nominato Consultore generale, ma presto fu rinominato Provinciale. Volle quindi procedere con nuovo ardore ad una campagna per l’osservanza regolare in ognuna delle case francesi. Era come il suo testamento spirituale ai figli che aveva formato.
Ma egli chiese troppo dalle sue forze. Dopo pochi mesi soccombette al lavoro e morì nella casa di studi in Thury-en-Valois, circondato dall’amore e dalla venerazione di tutti.
Prima di cadere in coma, benedisse l’ultima volta la provincia e disse: “Sono Redentorista fino alla fine”.
Era il 23 luglio di un sabato nell’ottava del Santissimo Redentore e alla vigilia della novena a S. Alfonso. Lasciò a tutti coloro che lo conobbero la dolce persuasione che la Congregazione del Santissimo Redentore in lui ha un beato in più in cielo.

Il P. Godard, suo successore, il primo agosto 1898, ha pubblicato il testamento spirituale del P. Desurmont sotto il titolo “Alcune riflessioni sullo spirito di perfezione e imperfezione nell’osservanza regolare”. La sua la vita fu scritta dal P. George Alphonse.
Il P. Pierre Riblier nel 1905 pubblicò le Opere Complete del P. Desurmont in collaborazione con diversi confratelli. – Conserva fili mi, praecepta patris tui, et ne dimittas legem matris tuae.” Pr. 6-2.
Professione: 19 marzo 1851.
Ordinazione sacerdotale: 24 settembre 1853.
Revue Sainte Famille 1893. 450-505.

Il P. Achille Desurmont: intere generazioni di redentoristi hanno appreso i suoi insegnamenti ascetici e pastorali di genuino spirito alfonsiano.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
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