Memoriale 30 Settembre

30 settembre
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1770. Circolare di S. Alfonso ai membri della Congregazione.

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Memoriale Alfonsiano in fracese-Pdf-Mese di Settembre

1770. Circolare di S. Alfonso ai membri della Congregazione.

In seguito alle persecuzioni che imperversavano contro la Congregazione e ne veniva compromessa la sussistenza S. Alfonso il 30 settembre scrisse ai membri della Congregazione questa circolare.

«Fratelli in Gesù Cristo dilettissimi.
Penso che già sapete la gran tempesta che sta passando la Congregazione, per causa delle accuse che han portate i contrari contra di noi presso la Maestà del re.
Io non temo delle accuse, perché so che in ciò siamo innocenti; ma temo del poco spirito che ci è, al presente, in alcuni nostri Fratelli.
Non si ama la povertà, come le nostre case avessero le rendite dei PP. Certosini; quando è un miracolo della divina Provvidenza che ciascuno abbia a tavola semplice pane per saziarsi. Ben sapete le miserie d’ogni casa.
Poco si ama l’obbedienza; poco si ama la carità; sento che da alcuni si va mormorando, or dell’uno or dell’altro.
Quello che più mi ha ferito è stato il sentire che alcuni Fratelli han preteso di esser preferiti a predicare. Oh Dio mio! come Dio ci vuole aiutare, quando ci è la superbia? Questo difetto non l’avevo inteso ancora. Pretendere di predicare! Ma che profitto possono fare le prediche di quel soggetto che predica, perché esso ha preteso di predicare?
Per carità, per carità, non mi fate sentire più tali cose! Questo è un difetto per cui merita il soggetto di esser cacciato dalla Congregazione, o almeno di esser messo eternamente a pontone, sicché non se gli faccia aprir più la bocca.
Per carità, stiamo uniti con Dio; non gli diamo disgusto, perché noi non abbiamo per noi altro che Dio; ma Dio, se seguitiamo a far così, ci abbandonerà e distruggerà la Congregazione, ed io molto ne temo, se non ci emendiamo.
Ognuno pensi a sé e cerchi di emendarsi. E a chi non piace la Congregazione e l’osservanza, che se ne vada con Dio. Io sto molto contento di quei Fratelli che se ne sono usciti; perché le pecore infette infettano le altre. Non importa che restiamo pochi; Dio non vuole che siamo molti, ma che siano buoni e santi». [dalla edizione originale]
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, II, p. 324.

Fino ala fine della vita S. Alfonso ha stimolato i suoi confratelli alla fedele osservanza della Regola (foto Archivio redentorista belga).

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IN MEMORIAM 

Il servo di Dio P. Alfred Pampalon. Sainte-Anne di Beaupré (Canada), 1896. 

Il 24 novembre 1867, nell’affascinante città di Lévis (Canada) nasceva alla vita naturale, e dopo alcune ore, alla vita della grazia, Alfred Pampalon, bambino privilegiato. L’educazione ricevuta da degni genitori ne fece presto un angelo di pietà.
Quando la mamma rese l’anima a Dio, Alfred si gettò spontaneamente ai piedi di una statua della Madonna e la supplicò di diventare sua madre: il bambino non aveva allora che cinque anni. Di salute delicata, di intelligenza piuttosto ordinaria e soggetta ad una difficoltà di linguaggio, sormontò questi ostacoli che avrebbero scoraggiato il più coraggioso scolaro.
A diciannove anni, Alfred lasciò la famiglia volendo consacrarsi a Dio. Siccome la Provincia del Canada, allora Vice provincia, non aveva ancora una casa per il noviziato, Alfred fu mandato al noviziato di Saint-Trond in Belgio, e poi allo Studendato di Beauplateau.
In queste case di formazione fu un vero modello di regolarità. La grande amabilità, unita alle altre virtù, ricompensava ciò che poteva apparire troppo severo sulla sua vita. La grazia di Dio non fu sterile in lui; operava in lui, e dal canto suo, Alfred corrispondeva pienamente a questa grazia. L’abnegazione che manifestava in ogni cosa era la ricompensa di una lunga, generosa e perseverante lotta contro il mondo, le passioni ed il demonio.

La scienza teologica gli apparve spesso inaccessibile; ma ciò che non poté ottenere per lo studio, lo possedette con la preghiera.
Diventato missionario, si dedicò senza risparmio per tre mesi all’opera delle missioni e ritornò poi in Canada, dove morì santamente all’età di ventotto anni.

Si può applicare con ragione le parole della Sapienza «in poco tempo ha vissuto molto». Fu un angelo per la purezza ed un agnello per la dolcezza. Ha vissuto ed è morto come un santo, un vero figlio di S. Alfonso, amando appassionatamente Gesù, Maria, Giuseppe, sforzandosi di riprodurre in sé le virtù e gli esempi del Santissimo Redentore.
Una delle ultime parole fu per i cari Studenti di Beauplateau: «Vivano in modo tale che si possa dire di loro “Hanno fatto bene ogni cosa come Gesù Cristo”».
Introdotta la causa di Beatificazione: è in corso a Roma.
La sua vita fu scritta dal fratello il P. Pierre Pampalon.
Professione: 8 settembre 1887.
Ordinazione sacerdotale: 4 ottobre 1892.

Al giovane Padre Alfred Pampalon si posso applicare le parole del libro della Sapienza «in poco tempo ha vissuto molto». Fu un angelo per la purezza ed un agnello per la dolcezza. Ha vissuto ed è morto come un santo, un vero figlio di S. Alfonso. (Particolare del quadro che sta nella Casa redentorista in Roma, Via Merulana).

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P. Louis Kempf. Mulhouse, 1928.
Il P. Kempf nacque da una di quelle famiglie meritevoli e cristiane dove Dio ama fare sentire la chiamata alla vita sacerdotale e religiosa. La famiglia annoverava diversi sacerdoti e religiosi.
Nacque ad Eschbach vicino ad Haguenau (Bas-Rhin), il 27 novembre 1839. Dopo gli studi secondari, entrò nel seminario maggiore di Strasburgo, dove si manifestò alunno intelligente, serio e lavoratore. Il P. Kempf fece il noviziato nel 1861.
Fin dal 1866, i superiori lo mandarono in missione a Contamine-sur-Arve, dove trascorse gli anni più felici della vita.
Al tempo di ricostituire la Congregazione in Spagna, il P. Kempf ebbe l’onore di essere il primo scelto, accompagnato dal P. Bayer, per questa opera così importante. Aveva allora trentasei anni.
Durante i diciotto anni che trascorse in Spagna, predicò numerose missioni con grande successo. Quando, le porte dell’Alsazia furono riaperte, il Padre Kempf ritornò in patria.
Durante la guerra del 1914, con i confratelli di Riedisheim subì la prigione, vittime di una calunniosa denuncia. Qui celebrò a settantacinque anni le nozze di oro di sacerdozio. Con un permesso tutto speciale, ebbe lui solo la felicità di celebrare la santa messa, assistito dal Padre Rettore, dal Padre ministro, e distribuire la comunione ai confratelli sacerdoti.
Dopo l’armistizio celebrò il giubileo di 60 anni di professione, e più tardi il giubileo di diamante di sacerdozio.

Il Padre Kempf era combattivo per natura. Nelle lotte contro il peccato colpiva di punta e di taglio, talvolta superando la misura. Era uno convinto, soprattutto quando parlava della preghiera e della devozione delle tre Ave Maria. Predicava S. Alfonso ed alla maniera di S. Alfonso; i suoi maestri erano S. Alfonso ed il P. Desurmont. Aveva una fede all’antica, un odio profondo per il peccato ed un notevole spirito di preghiera.
Dotato di un temperamento bilioso ebbe a soffrire nella lotta per il dominio di sé; ma sotto la scorza un po’ rude pulsava un cuore buono, capace di atteggiamenti di una delicatezza affascinante.
Il P. Kempf morì di sabato. Fu un religioso di viva fede, di grande dedizione, di pietà sincera e di solida virtù. — «Ecce enim merces vestra multa est in coelo». Lc. 6, 23.
Professione: 15 ottobre 1863.
Ordinazione sacerdotale: 14 agosto 1864.

Bischenberg 1904 – Il P. L. Kempf faceva è tra i Padri della Comunità. – Padri e fratelli: Gaudè, Lorrain, Hauger V., Kolly, Humbrecht, Cromer, Paroch, Bischofsheim, Hauger H., Kempf L., Faust, Blum, Husbaum, Kiefer, Steffen, Bohn V., Lipp L., Bettinger, Hansen, Umbolenstock, Gestermann, Meyer J. (foto in AGHR).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
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