Memoriale 31 marzo

31 marzo
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1876.  Pio IX  erige l’Arciconfraternita della Madonna del Perpetuo Soccorso e S. Alfonso.

Memoriale Alfonsiano in fracese-Pdf-Mese di marzo 

1876.  Pio IX  erige l’Arciconfraternita della Madonna del Perpetuo Soccorso e S. Alfonso.

Quando il Papa Pio IX ci affidò l’Immagine miracolosa della Madonna, fu fondata subito un’associazione detta “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso”. Questa associazione, eretta canonicamente nel 1871, si diffuse in breve tempo in modo straordinario. Pio IX si degnò di darle il titolo di Arciconfraternita il 31 marzo 1876 e volle anche che il nome comparisse in testa al libro delle iscrizioni.
Diceva Pio IX: «Molti fedeli hanno voluto formare una pia associazione con lo scopo di onorare più perfettamente e assiduamente l’Immagine della Beata Vergine del Perpetuo Soccorso, così celebre per la sua antichità e per i favori che Ella ha concesso; a questa medesima associazione, che è stata canonicamente eretta nel 1871, Noi abbiamo voluto donare più splendore e dignità e abbiamo stabilito insignirla con il titolo e con il privilegio di Arciconfraternita».
Dato a Roma in S. Pietro 31 marzo 1876, con il sigillo del Pescatore, trentesimo anno del nostro Pontificato.
Revue “Sainte Famille”, 1876 p.368.

Stendardo dell’Arciconfraternita Madonna del Perpetuo Soccorso e S. Alfonso a Tropea (VV). chiesa del Gesù – Missionari Redentoristi.

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IN MEMORIAM 

Fr. Jean Claude (Suatton). Contamine,1872.
Il caro fratello Jean Claude nacque a Pers-Jussy nella Alta Savoia il 19 settembre 1830. Benestante riguardo a beni, i genitori si facevano notare ancora di più per la loro pietà e vivacità di fede.
Jean Claude fu aggregato alla casa di Contamine. Era di temperamento irascibile e di estrema vivacità; tuttavia arrivò a dominare il suo carattere tanto da sembrare per natura dolce e pieno di mansuetudine.
Inoltre era infaticabile nel lavoro e di illimitata dedizione alla Congregazione. Modesto nel portamento, pio come un angelo, era di edificazione per tutti. Intelligentissimo, aveva parecchie frecce al suo arco. Svolgeva l’impiego di tre o quattro Fratelli.
Colpito da polmonite, la sua anima presto volò al cielo, era la vigilia del giorno di Pasqua. – «Beati mites, quoniam ipsi possidebunt terram». Mt 5,4.
Professione: 21 giugno 1850.

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P. Henri Billet, Friburgo, 1901.
Il P. Billet è nato il 29 maggio 1820 a Estavayer-le-Lac in Svizzera. Entrò a 17 anni nel noviziato di Friburgo.
La sua fu una vita movimentata e molto intensa. Fu missionario zelante e infaticabile della diocesi di Annecy; ci sono poche parrocchie che non ha evangelizzate. Il suo fu un ministero fecondo di frutti di salvezza.
A due riprese, quando la Francia-massonica aveva emanato in Francia e in Svizzera le leggi di espulsioni, egli mise tutta la sua dedizione al servizio della Congregazione. Grazie alla sua abile trattativa diplomatica, fu in grado  di far valere la causa della casa di Contamine, minacciata di chiusura dai radicali del parlamento di Turin. Andò a trovare deputati e senatori, svolse la sua missione con pieno successo e la casa non fu importunata.
Il P. Billet fu anche il fondatore della nostra casa di Gannat, il centro più attivo delle missioni e dei ritiri. Numerosi vescovi, ufficiali superiori, e magistrati ricorrevano ai suoi consigli e gli concessero la loro stima.
Malgrado le molteplici occupazioni che lo assorbivano e queste relazioni così numerose il P. Billet rimarrà sempre un religioso edificante ed amabile. Il più piccolo dei suoi fratelli, il più umile fedele trovavano in lui una accoglienza piena di cordialità e di giovialità. Aveva il secreto di confortare le anime. Piaceva ascoltare le sue risposte spirituali e vivaci, la cui memoria formò l’interesse dei trattenimenti dei suoi amici.
La sua massima era quella di San Francesco di Sales: un santo triste è un triste santo. Il P. Billet, negli ultimi quindici anni di vita, divenne direttore dei religiosi cistercensi di la Maigrauge presso Friburgo, con l’assenso di Mons. Mermillod e dei superiori. – «Hilarem enim datorem dirigi Deus». 2Cor 9,7.
Professione: 26 otoe 1838.
Ordinazione sacerdotale: 23 settembre 1843.

La Casa redentorista di Gannat (Francia) nel 1896, fondata dal P. Henri Billet.

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Fr. Albert Cornette (Mesnil-Saint-Georges). 1918. Studente.
Ucciso nell’assalto di Montdidier (Somme) durante la guerra del 1914.
Albert Cornette è nato a Onnaing (Nord) il 29 gennaio 1893, da genitori fondamentalmente cristiani. Dotato di un carattere naturalmente felice e fiducioso, egli vedeva il lato positivo delle cose. Ad una intelligenza media univa un giudizio giusto e un grande buon senso.
La sua pietà non era sentimentale, era vera e la mostrava con la dedizione e la fedeltà al dovere.
Al collegio di Saint-Amand-les-Eaux, dove studiava,  egli era un apostolo non solo con l’esempio, ma anche con uno zelo sempre sveglio. A questa anima generosa Dio ha chiesto il sacrificio totale: quello della vita religiosa. Decise: “Sarò Redentorista!” ed entrò nel noviziato il 5 agosto 1910.
Ma la grande prova lo attendeva nel corso dei suoi studi: la guerra del 1914. Albert era già sotto le armi non appena essa esplose.
All’inizio della campagna subì gravi lesioni. Era necessaria l’operazione, e Cornette fu coraggioso davanti al bisturi come davanti ai proiettili nemici. Diceva ai suoi commilitoni “La mia anima e il mio carattere si rafforzano a contatto con la sofferenza. Per fortuna che abbiamo a sostegno i pensieri di fede. Se cado sul cammino del dovere, sono certo di andare in paradiso.” Le sue lettere erano piene di fede e di generosità.
Subì cinque operazioni in tredici mesi di ospedale e ricevette la Croix de Guerre. Ora poteva unirsi alla sua compagnia in prima linea. Un anno dopo, la Domenica di Pasqua, di fronte a Mesnil-Saint-Georges fu colpito alla testa.
Ebbe una citazione all’ordine del R. 43 I. “Caporale buono e coraggioso. Già gravemente ferito all’inizio della campagna, sotto un costante bombardamento, con calma e compostezza ha assicurato il suo servizio di sorveglianza in prima linea, dando a tutti l’esempio migliore”
Il suo cappellano disse di lui: “In Cornette, perdo l’ausiliare più prezioso per il mio ministero ai soldati. Tutti lo amavano, non ho mai sentito parlare una parola di biasimo, è stato un vero apostolo. Egli ha iniziato il giorno di di Pasqua nella sofferenza, lo ha terminato nella felicità, perché era un santo”.
Cornette aveva scritto un anno prima: “Non ho paura della morte, questa è la fine della mia miseria e l’inizio della felicità in mezzo  alle mie due famiglie riunite lassù”. – Raptus est ne malitia mutaret intellectum ejus. – Sap. 4-11.
Professione: 8 settembre 1911.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
AMORE VERSO DIO = 31 marzo
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