S. Alfonso. Elemosine col “sesto senso”

GiubileoAlfo2

263. S. Alfonso.  Elemosine col “sesto senso”.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

263. S. Alfonso.  Elemosine col “sesto senso”.

♦ Scriveva il P. M. Caputo: “Alfonso non sapeva più che fare  per soccorrere i bisogni temporali del prossimo. Egli si vedeva povero e mendico; e vi erano giorni, nei quali non aveva che dare.
L’Arcidiacono Rainone attesta: “Giornalmente si vedeva la sala piena, e chi gli domandava il sale, chi il lardo; chi lo zucchero, e chi dolci avendo infermi in casa. Per questi specialmente presentava la ricetta firmata per lo speziale e chi chiedeva china, ed altri semplici, che egli teneva accontentati”.
♦Così portato dal suo buon cuore, non faceva distinzione tra un pezzetto di rame e quello di argento. Riprovando tanta prodigalità l’Arcidiacono Rainone gli disse un giorno: “Monsignor mio, dopo che avete dato tutto, che più vi resta da dare? Pensate che l’estate non sempre dura, e che sopravviene l’inverno, quando vi è bisogno maggiore”.
E Alfonso rispondeva: “La provvidenza non manca”.
Il redentorista P. Buonopane attestava: “Per l’ordinario,non mancavano le cinque e sei grana a ciascun povero”.

Bisogna dire che egli aveva un qualche istinto interno per regolarsi nella elemosina. Attesta il servitore Alessio, che ricevendo l’imbasciata di qualche povero non ordinario, soleva dare un tarì, o per lo meno tredici grana. Ritornando lo stesso la seconda volta, Monsignore senza vederlo, o sapesse chi fosse, diminuiva la moneta, e ritornando la terza, gli dava meno.
Chiedendogli la elemosina nel medesimo giorno per altri che non vi erano ancora stati, la dava anche pingue ed abbondante senza che egli sapesse né gli uni, né gli altri..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 66)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso aveva quasi un qualche istinto interno per regolarsi nella elemosina. Attesta il servitore Alessio che egli, pur senza conoscere i singoli, riusciva a dare ad ognuno l’elemosina in forma graduale.