S. Alfonso. Una perdita irreparabile per la diocesi

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357. S. Alfonso. Una perdita irreparabile per la diocesi.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

357. S. Alfonso. Una perdita irreparabile per la diocesi.

♦ Canonici e Gentiluomini si portarono in Arienzo per dolersi con Monsignore della rinunzia presentata ed accettata.  Anche quelli che da lui erano stati mortificati, disingannati, facendo giustizia al suo merito appresero con pena la rinuncia.

  • Il Primicerio D. Francesco Petti, benché in passato fosse stato amareggiato per l’arresto del Canonico suo Fratello, portato in Montefusco e detenuto in lunga prigionia, si portò in Arienzo e disse piangendo: “Monsignore, che avete fatto! Dio ve lo perdoni. Il male, che cagionate a tutta la Diocesi, con la vostra rinuncia, è irreparabile”.
  • Non minore fu l’amarezza che si sperimentò in Arienzo. Questo Clero, specialmente, che prima di tutti ne ebbe la notizia, e che per tanti anni aveva goduto della sua presenza, si vide estremamente afflitto, anche perché quasi tutti erano stati educati da lui in Seminario e prescelti per Canonici di quella Chiesa.
  • Se comune fu il pianto, più sensibile la perdita fi avvertita dai Parroci. “Chi di noi da oggi innanzi, potrà impegnare la carica ed esser sostenuti, come lo faceva Monsignor Liguori? A noi altro non spettava che informarlo quando c’era un disordine, ed egli aveva la meglio sui Preti e sui secolari presso i Baroni e presso il Sovrano”.
  • Altri dicevano: “Dove troveremo la borsa aperta per impedire il peccato e per soccorrere i miserabili?”
  • Anche l’Arciprete di Frasso, che tanto gli si era opposto per le Decime e per la Chiesa Coadiutrice della Parrocchia, che voleva stabilire in quella Terra, sentendo della rinuncia fatta, ne piangeva la perdita. E, trovandosi in Napoli, non se ne dava pace; poi avendo sentito che aveva rinunciato perché era decrepito e cionco, e non era più nello stato di governar la Diocesi, rispose: “Non è così: Monsignor Liguori la governava col solo suo nome”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 76)  Leggi tutto nell’originale.

“Monsignore, che avete fatto! Dio ve lo perdoni. Il male, che cagionate a tutta la Diocesi, con la vostra rinuncia, è irreparabile”.