Luglio 30 Obbedienza

30 luglio
L’ubbidienza è quella sola che può conservare la Congregazione, e fare che in essa vi sia spirito; l’ubbidienza, torno a dire, ad ognuno che sta in luogo di Superiore: altrimenti la Congregazione è finita. Onde tutti i difetti possono perdonarsi più facilmente, ma non questo contro l’ubbidienza. (S. Alfonso in Lettera del 13 agosto 1758).

  • Una sera essendo presentata S. Alfonso una limonata prescritta dal medico, egli ricusava di prenderla, ma appena intese il Fratello Alessio che sarebbe andato dal P. Villani per prendere la sua ubbidienza, subito ubbidì vincendo ogni ripugnanza. Lo stesso accadde a Pagani: il Rettore della casa avendo riguardo al suo carattere episcopale gli faceva usare una posata di argento, ma egli non se ne serviva che a malincuore e destramente trovò anche il modo di disfarsene. «Questa forchetta mi buca, diceva spesso al servitore, datemene una di ferro, come quella che adoperano in comunità, e che sono proprio eccellenti». Finalmente il servitore gliene detta una. Il Villani però trovando poco conveniente la cosa gli domandò di lasciare quella di ferro e riprendere quella di argento.

Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987.

Dal Calendario storico C.Ss.R.

  • 30 luglio 1787 = Un padre carmelitano dà a Sant’Alfonso l’ultima assoluzione e gli applica l’indulgenza dello scapolare del Carmine.
Pagani, Museo Alfonsiano - Effetti personali di S. Alfonso: al di sotto dei piatti si notano le posate, cucchiaio e forchetta.

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