Memoriale 28 dicembre

28 dicembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – * Zelo di S. Alfonso per la difesa della fede.

* Zelo di S. Alfonso per la difesa della fede.

Nel suo libretto «Riflessioni sulla verità della Divina Rivelazione…», sant’Alfonso dà la ragione dello zelo a difendere la religione.

«Se i nemici della nostra religione non sono mai sazi d’impugnarla con mille libretti, che tutto giorno cacciano fuori, perché devesi giudicar superfluo, che gli amici non lascino di difenderla? All’insolenza ed eccesso del lor furore bisognerebbe opporre tutto lo sforzo del valor cristiano. Oggidì si vedon portate in trionfo le menzogne della miscredenza da innumerabili scrittori malvagi, tutti impegnati ad accreditarla; e per nostra sciagura la verità della fede divina, che sola merita di esser venerata e predicata, non trova che pochi seguaci, che svelatamente la difendono, e gli altri molti, che potrebbero, e dovrebbero sostenerla, o tacciono, o ne parlano con molta riserba… Emendate mores, et emendabo verba, diceva s. Agostino agli uomini impudici, cui dispiaceva l’udirlo sì spesso declamare contra l’impudicizia. Cessino una volta gl’increduli di spargere il lor veleno, che cagiona la morte di tante anime; ed allora noi cesseremo di scrivere contro di essi, e di avvertire del loro inganno coloro, che da’ medesimi si lasciano ingannare. Si tratta di religione, si tratta della salute di anime redente da Gesù Cristo col suo sangue, si tratta della fede, senza cui non vi è salvezza, ogni studio, ogni fatica, ogni eccesso è poco.».
Verità della fede, Cap. I. La divina rivelazione è necessaria, e non è contraria alla ragione[testo originale da Opera Omnia].

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IN MEMORIAM 

Fr. Auguste Vichy. Thury-en-Valois, 1899.
Il Fratello Auguste è nato a Riom (Puy de Dôme) nel 1877. Si può dire che egli fu accompagnato da grazie e benedizioni divine fin dalla infanzia.
Novizio fervente, anima energica, si diede a Dio con slancio. Durante gli anni dello Studentato, in occasione di un’epidemia esplosa tra gli studenti, si era offerto al Signore di soffrire al posto dei confratelli. Dio lo prese in parola. Gli mandò sofferenza su sofferenza, dolore su dolore tanto da rendergli impossibile ogni lavoro mentale.
Era di grande sensibilità di cuore, affettuoso, delicato e devoto con tutti. Infine dovette subire un’operazione molto dolorosa che gli procurò la morte. Prima di morire cantò il Magnificat ed il cantico alla Madonna: «Laisse-moi quitter cette terre». Diceva: «Soffro molto, ma viva Dio, viva Gesù, viva Maria, muoio nella Congregazione! Dunque vado in Cielo come ha promesso sant’Alfonso».
Il dottore a stento trattenne le lacrime, dicendo ai Padri: «In verità, solo presso di voi si fa una morte simile» –  «Placita enim erat Deo». Sap. 4-14.
Professione: 8 settembre 1899.

Thury-en Valois nel 1893 quando fu aperta nel 1893; ebbe vita breve perché, essendo un castello fu venduto dai proprietari: fu chiusa nel 1902. Nel 1899 vi morì Fr. Auguste Vichy. (foto in AGHR).

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P. Christophe Jung. Mulhouse, 1903.
Il P. Jung è nato a Reckingen il 12 dicembre 1831, ed è entrato nel noviziato insieme a suo fratello, il P. Nicolas.
Il P. Jung restò in Alsazia fino al 1873. Espulso dal suo paese dal Kulturkampf, fece parte fino nel 1880 della casa di Châteauroux. I decreti contro i religiosi l’obbligarono a prendere di nuovo la strada dell’esilio in Olanda. Presto, fu aggregato alla Provincia dell’Austria. Là, per una decina di anni, diede numerose missioni e ritiri. Poiché conosceva la lingua francese, diventò confessore della famiglia del duca di Parma al castello di Frosdorf.
– Nel 1895, quando le porte dell’Alsazia furono riaperte, il P. Jung ritornò in Alsazia. Per quattro anni si dedicò ancora ai lavori apostolici e diventò confessore dei sacerdoti nei ritiri sacerdotali.
Il P. Jung aveva una anima bella, semplice ed ingenua. Era un religioso esemplare nel vero senso del termine, di un’esattezza meticolosa e scrupolosa per l’osservanza regolare; la pietà era superiore all’ordinaria e la sua grande preoccupazione era di fare la volontà di Dio. Era l’uomo del dovere.
Il P. Jung aveva talenti ordinari, ma ha saputo valorizzarli e rendersi utile nelle circostanze dove la vita travagliata lo ha fatto passare. Apprezzava grandemente la vocazione e morì esprimendo la sua insigne felicità di morire nella Congregazione. – «Qui facit voluntatem Dei, manet in aeternum». 1 Gv 2-17.
Professione: 15 ottobre 1854.
Ordinazione sacerdotale: 18 giugno 1859.

Riedisheim, Mulhouse 1909 – Complesso della Casa e chiesa dei Redentoristi – In questa Casa nel 1903 è morto il P. Christophe Jung.(foto in AGHR).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
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