Preghiere 85


25 marzo – Quar.33 – Se il chicco di frumento…
Se il chicco di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore porta molto frutto (Gv 12, 23 24)

• O Signore, fa’ che troviamo la forza di seguirti fino alla completa donazione come tu facesti obbedendo in tutto al Padre. Fa’ che riusciamo a diventare chicco di grano, che morendo produce molto frutto.
La nostra natura umana indietreggia davanti a questa prospettiva, ma chiediamo alla tua misericordia di sostenerci per superare la paura che proviamo ogni volta che dobbiamo scegliere tra morire per risorgere e vivere per poi morire. (n.g.).

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• Rendiamo grazie a te, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno per Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.
Noi prepariamo nel digiuno e nel ravvedimento la celebrazione del suo passaggio alla morte; noi ci prostriamo davanti a lui piangendo. Perché si avvicina il giorno della nostra redenzione, il giorno della sua passione, quando lui, Salvatore e Signore nostro, consegnato per noi dai Giudei, subì il supplizio della croce, fu coronato di spine, fu schiaffeggiato, oggetto di molteplici sofferenze nella sua carne, per risuscitare infine in virtù della sua stessa potenza.

Nel nostro desiderio di giungere col cuore interamente purificato a questi giorni santi, noi ti supplichiamo, o Dio nostro Padre, di lavarci da ogni peccato per amore della sua passione, rivestendoci della tunica senza cuciture che simboleggia la tua carità riversata su tutti.
Per mezzo della carità, ti prepari in noi un sacrificio, e per mezzo dell’astinenza, ci farai accedere alla Mensa sacra con serenità, liberati dai nostri peccati.
Voglia ottenerci tutto ciò il Cristo, al quale appartiene la lode, la potenza e la gloria per i secoli dei secoli.
Prefazio mozarabico, da Liturgia‑ CAL 52

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da “Intimità divina”
Roma 1992

O gran Figlio di Dio, o amore infinito, che patisci per gli uomini che ti odiano e ti maltrattano. Tu sei la gloria del paradiso: già troppo onore avresti fatto agli uomini, se li avessi ammessi a baciarti i piedi; ma, oh Dio, chi ti ha ridotto a questo termine così ignominioso di esser fatto il trastullo della gente più vile del mondo? (S. Alfonso).