Addio ai nipoti

Il cammino del vescovo Alfonso Maria de Liguori: 1762-1775.
49.
L’addio ai nipoti

L’addio ai nipoti

I maschietti del fratello minore di S. Alfonso, Ercole morto l’8 settembre 1780, erano ormai alti e vispi giovanetti con molti sogni dorati nella mente; Giuseppino contava 14 anni ed Alfonsino 13. Sin dall’autunno del 1772 dimoravano nel collegio dei nobili per ricevervi l’educazione letteraria e civile conveniente al lignaggio patrizio.
Monsignore non li aveva perduti di vista. Per le vacanze pasquali del 1780 attendeva con ansia soprannaturale a Pagani i suoi carissimi cavalierotti nelle loro sgargianti divise, di cui andava fiero il babbo. Immaginando che sarebbe stato l’ultimo abbraccio voleva fare gli addii come un patriarca.
Non fu lieve la delusione, quando apprese che i nipotini non potevano allontanarsi dalla capitale.
Secondando lo zelo rovente del suo cuore dettò una lettera riboccante di tenerezza e la spedì ai medesimi in doppio esemplare, perché ciascuno per conto proprio la rileggesse meditandola lungo la crociera della vita che si schiudeva feconda di promesse.

Dopo un cordiale preludio tracciò con limpida spontaneità agli indocili birboncelli il binario su cui incamminarsi per progredire e raggiungere chiarissime mète.
La lettera è abbastanza lunga e piena di santi consigli. Ecco alcuni passaggi

Nocera de’ Pagani, 4 aprile 1780.
Io vi aspettava qui per darvi l’ultima benedizione e gli ultimi ricordi, giacché e miracolo della bontà del Signore che io viva un altro poco di tempo per piangere le mie colpe; ma sia sempre benedetto il Signore Iddio, a cui non è piaciuto darmi questa consolazione, che io per altro non meritava!
Vi benedico dunque da lontano, e vi benedico di cuore; e prego Dio benedetto a benedirvi anche egli dal cielo, ed infondere ne’ vostri teneri cuori il santo timore ed amore: amore che duri sempre e vi conduca all’eternità beata dove, se il Signore mi usa misericordia, vi attendo.
Io sono alla fine dei miei giorni, né so se mi vedrete mai più. Siano queste mie ultime esortazioni scolpite nei vostri animi, e producano quel profitto in voi che desidero. Leggete questa mia lunga lettera; domandate la spiegazione di ciò che non intendete; ed imprimetela nella vostra memoria, acciocché possiate mettere in pratica quanto vi dico.
Vostro aff.mo zio
Alfonso M. De Liguori, vescovo
(cf Oreste Gregorio, Monsignore si diverte, pp. 162-164)

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Galleria di statue di S. Alfonso vescovo
Avvertenza:
i lettori possono completare le informazioni sulle foto che vengono pubblicate (scultore, anno…) scrivendo un commento che verrà pubblicato.

Partcolare della prima statua di S. Alfonso che un tempo, rivestita degli abiti pontificali, stava nella Cappella del Santo.