Alfonso Amarante (senior) redentorista

In memoria di P. Alfonso Amarante (senior) redentorista (1935-2021) – Italia.

Carissimi,

nella giornata di ieri 2 aprile u.s., Venerdì Santo, mancava poco all’ora in cui secondo la Scrittura Gesù passava da questo mondo al Padre, che il percorso terreno di p. Alfonso Amarante senior (1935-2021), raggiungeva la sua ultima tappa. Erano le 14,30, e nell’ospedale di Nocera Inferiore si doveva registrare il suo decesso.
In seguito a una caduta verificatasi lo scorso 16 marzo, al p. Alfonso era stata diagnosticata una frattura al femore, la cui entità in un primo momento non era stata ritenuta particolarmente grave, per cui si prescriveva una terapia con riabilitazione, di cui in effetti lo stesso confratello aveva usufruito solo per una prima “seduta”, il giorno 23, lo stesso in cui aveva già dato qualche segno preoccupante a livello di conoscenza e di movimenti. Il ricovero immediato in ospedale comportava la diagnosi di una ischemia, anche essa reputata inizialmente come recuperabile.  I confratelli che lo avevano visitato il giorno 2, a ora pranzo, lo avevano visto tutto sommato vigile. Ma di lì a pochi minuti il suo cuore cessava di battere.
Una liturgia di commiato ha avuto luogo nella Basilica di sant’Alfonso a Pagani la mattina del 3 aprile, secondo le modalità consentite nel Sabato Santo. Erano presenti alcuni confratelli, parenti e un nutrito gruppo di amici. La pagina di vangelo scelta (Gv 17, 24-26) rievocava il desiderio di Gesù di condividere con i discepoli l’amore sussistente tra lui e il Padre.

Il redentorista P. Alfonso Amarante, senior, (1935-2021) entusiasta docente ai giovani confratelli di diverse generazioni. Letterato e uomo di fede pragmatica, colto e attento alla voce dei semplici, scrittore e oratore fine, ma soprattutto sacerdote Redentorista secondo lo spirito di sant’Alfonso.

Padre Alfonso Amarante era nato ad Angri (SA) il 2 dicembre 1935. La sua vocazione era germogliata in una terra da sempre ben disposta nei confronti del carisma alfonsiano, per cui a soli diciotto anni, il 29 settembre 1953, p. Alfonso emetteva i suoi primi voti a Sant’Angelo a Cupolo, confermati e resi perpetui quattro anni dopo, il 20 aprile 1957, a Ciorani.
Fu mons. Fortunato Zoppas a imporre le mani al confratello per la consacrazione presbiterale, nella Basilica di sant’Alfonso a Pagani il 30 ottobre 1960.

Padre Amarante è appartenuto ad una generazione che ha risentito più delle altre il passaggio del Concilio Vaticano II: una fase critica per alcuni, ispiratrice di abbandoni per altri, per tutti un ripensamento della figura del presbitero e del religioso. Lui ha saputo metabolizzare questo ripensamento, trovando un motivo di realizzazione personale nell’insegnamento prima, e nell’attività di scrittore poi.

Dopo un breve periodo da socio di noviziato a Ciorani, ha lavorato per qualche anno nella nostra parrocchia di Avellino. In seguito, solo altre due case l’hanno visto operativo: Colle Sant’Alfonso dagli anni ’70 in poi, e quindi Pagani negli ultimi venticinque anni. Lo studio, l’attività di docente, la ricerca e la divulgazione sono stati il filo rosso della sua vita da Redentorista, accompagnato anche da impegni di collaborazione pastorale sia a Colle che nella zona circostante (Torre Annunziata in particolare), e poi a Pagani.

Diplomato in Teologia Pastorale e poi licenziato in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica San Luigi di Posillipo, laureato in filosofia presso l’Università Statale di Napoli, diplomato in musica presso il Conservatorio di Campobasso, diplomato in Biblioteconomia presso la Biblioteca Nazionale di Napoli: sono solo alcuni titoli del suo curriculum. Il risultare poi vincitore di concorso a cattedra di materie letterarie, gli comportò un lavoro a tempo pieno come professore ordinario di lettere nelle scuole statali, compito a cui si era in qualche modo “preparato” con l’attività di docente presso lo Studentato di Colle. E che si estese alla docenza presso l’Istituto Diocesano di Scienze Religiose e poi alla direzione della nostra biblioteca di Pagani.

P. Alfonso Amarante: Licenziato in Sacra Teologia presso la Pontificia facoltà teologica di Posillipo, laureato in filosofia, docente al liceo Ginnasio Pio XI paritario di Pontecagnano, docente presso l’ istituto diocesano di scienze religiose di Angri. Ha insegnato in diverse altre scuole medie e superiori. Ed era direttore della biblioteca S. Alfonso di Pagani. Scrittore di gusto e amante di S. Alfonso e della storia redentorista.

Io che ho avuto p. Alfonso come docente, ricordo con grande piacere uno dei due aspetti della sua personalità che vorrei condividere con voi. Mi riferisco alla sua esuberanza, unita a giovialità e passione, con cui esercitava il suo lavoro di insegnante. Era la stessa brillantezza che sfociava nei suoi scritti, in gran parte di natura divulgativa, ma fondati su ricerche storiche rigorose. Riviste popolari e scientifiche l’hanno avuto come collaboratore. Volumi ed opuscoli hanno visto la luce grazie a lui. Penso che qui il confratello abbia ritenuto di espletare la sua vocazione missionaria: rendendo accessibile a tutti, grazie a una prosa accattivante, tematiche spirituali e soprattutto i percorsi biografici dei nostri cari santi, in primis sant’Alfonso e san Gerardo.
La giovialità e la passione in qualche modo ispiravano il suo modo di porgere contenuti impegnativi, fosse anche dalla cattedra. Ma erano le stesse che la gente avvertiva nell’avvicinarlo, erano le stesse che effondeva nella vita di comunità, rendendolo confratello con cui era un piacere dialogare, scherzare, dibattere.

L’altro aspetto sembra contraddire quello appena evocato, eppure penso che trovi la sua simbiosi proprio nel mistero pasquale, connubio a volte sfuggente e inestricabile tra la gioia e la tristezza, tra la speranza e lo scoraggiamento, l’ottimismo e il senso di sconfitta. Mi riferisco all’altro p. Amarante, che negli ultimi anni si è andato via via ritirando, rimanendo allettato nell’infermeria pur non avendo una così grave patologia che lo giustificasse, riluttante a reagire e a collaborare anche con chi ne curava la salute. Sembrava rassegnato a una sorta di male oscuro, ritornando con nostalgia ai bei tempi andati, in cui le relazioni con gli alunni lo gratificavano e motivavano. Era un po’ lo stesso calo che – mi dicono quelli che gli sono stati vicini anche nei passati decenni – denunciava nei mesi estivi, quando era costretto a stare lontano dalla cattedra.

Il mistero pasquale, di cui il Signore ha reso partecipe p. Alfonso nella data di morte, rimane efficace non solo nel suo lato luminoso, ma anche – e oserei dire soprattutto – in quella dimensione che si chiama dolore, fatica di vivere, apparente inutilità. Voglia il Cristo Redentore aggregare al suo sacrificio salvifico il nostro confratello. E Mamma Maria, che ho sentito invocare da p. Alfonso nel momento in cui ci si apprestava a trasferirlo in ospedale, gli faccia sentire quanto prima in paradiso la dolce sua carezza.

P. Serafino Fiore cssr
Superiore Provinciale

Prot. P027 / 2021
Ciorani, 3 aprile 2021

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