Alvino Francesco redentorista

Fratello Francesco Alvino (1829-1911) – Italia.

Fratello Francesco Alvino (1829-1911)

Nacque a Morra Irpina presso Materdomini, il 5 agosto 1829. Il Sacerdote D. Marino Molinari, tanto amico della Comunità di Materdomini, condusse il giovinetto Francesco, quattordicenne, al rettore P. Fusco Raffaele, e subito lo fece ricevere in Congregazione.

Professò, dopo più anni di probandato, come si praticava allora, il 13 agosto 1856.
Era un valente sarto, barbiere, cuoco, dolciere, ed un ottimo infermiere. A Materdomini, dove dimorò per più anni, il Medico non sempre vi poteva accedere da Caposele: Fratello Ciccio era il conforto di tutti gli infermi interni ed esterni.

Era di spirito vivacissimo ed ardente, e perciò facile ad adirarsi, e difficile a calmarsi dopo sdegnatosi. Quando si reprimeva in qualche moto d’impeto, gli costava sacrifizio. In tutti i trenta anni che dimorò a Materdomini seppe farsi amare da tutti.

Soffrendo di sonnabulismo, metteva paura a tutti in ogni Comunità, ove abitava, per cui i più si chiudevano la porta di dietro.
Era rigido riprensore degli altrui difetti, specialmente sull’ osservanza regolare. Con tutti soleva praticare con un modo altero e spesse volte di simulata alterigia, ma con coloro che assecondavano la sua indole si mostrava molto urbano e cordiale.

Fratel Ciccio mostrò una carità veramente eroica verso gli infermi. Si sviscerava con i veri sofferenti e rassegnati, e rampognava i delicati e fanatici, fosse stato anche Superiore o Provinciale.

Era da tutti ricercato per il gran coraggio che mostrava nelle più schifose malattie.

Nella sua tarda età si rese molto fastidioso e quasi insopportabile, ma da tutti era tollerato per le molte sue buone qualità.

Fu più volte a Roma, previo permesso del Rettore Maggiore Raus, che molto volentieri glielo accordava, e gli voleva assai bene, come si rileva da una lettera autografa a lui diretta da Padre Generale, traboccante di paterno affetto.

All’ età di circa 70 anni gli sopraggiunse una malattia di cuore di così maligna natura, che si formò una grande piaga all’esterno, e per abbondanza di materia che da essa scaturiva, in breve tempo lo ridusse agli estremi. Se non che, quando i Medici davano ben poca speranza di vita, il buon Fratello ebbe l’ ottima idea di ricorrere ad un Medico celeste, al Taumaturgo S. Gerardo Maiella, applicandosi sulla piaga fatale una reliquia ossea del gran Santo. E tanto bastò per uscir di pericolo, e guarire totalmente dopo brevissimo tempo.

Negli ultimi suoi anni gli si aggiunse l’ asma, che molto lo travagliava, tanto che per minima cosa gli veniva meno il respiro. Finalmente restò vittima di essa il 19 gennaio 1911 in Pagani, ove dimorava da quando partì da Materdomini.

Morì con una grande confidenza nei meriti di Gesù Cristo. Spesso voleva un Padre vicino al suo letto per tema di morire privo dei conforti santi.
Aveva una speciale devozione a Maria SS.ma Addolorata ed a S. Giuseppe.
A chi lo assisteva ripeteva spesso che gli avesse suggerito giaculatorie ed atti di amore e di dolore.

Fratel Ciccio si era apparecchiato alla morte molto tempo prima, e l’ aspettava, poiché aveva già preparato quelle poche cose che dovevano servire per la sua sepoltura, e le indicava a tutti, come la sottana, le scarpe, ecc.

Fratel Ciccio mi diede molte notizie su Fratel Giuseppe Bellino.
Essendo io gravemente infermo e giudicato spacciato dai Medici, Fratel Ciccio pregò il Provinciale P. Barbarulo di farmi morire da Sacerdote, per farmi avere le messe, e l’ ottenne, poiché in tre giorni di seguito mi furono dati tutti gli ordini; e intanto dopo celebrata la Prima Messa nella Cappella dell’ Addolorata in Pagani, mi sentii guarito: debbo dunque serbare grata memoria di Fratello Ciccio.

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Profilo tratto da Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone –
vol.3 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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Antica stampa di San Gerardo morto esposto alla venerazione dei fedeli. Fratello Ciccio Alvino, grande devoto del Santo, a lui si raccomandò in una grave malattia e fu esaudito. Fratello Francesco Alvino morì a Pagani nel 1911, dopo aver trascorso oltre 40 anni a Materdomini.
Antica stampa di San Gerardo morto esposto alla venerazione dei fedeli. Fratello Ciccio Alvino, grande devoto del Santo, a lui si raccomandò in una grave malattia e fu esaudito. Fratello Francesco Alvino morì a Pagani nel 1911, dopo aver trascorso oltre 40 anni a Materdomini.

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