Calogero Liotta

16 – Il servo di Dio Calogero Liotta
di P. Claudio Benedetti, 1903 – traduzione di P. Antonio Panariello, 1998.

Le date ufficiali
dal Catalogus Sodalium.

  • Nascita = 10-set-1811
  • Morte = 25-apr-1898
  • Professione  = 07-ott-1855

 Il profilo (le date sono state conformate a quelle ufficiali)
Calogero Liotta, nacque a Sciacca, nella diocesi di Agrigento il 10 settembre 1811, servo di Dio, fedelissimo alla vocazione scelta.
Sin da fanciullo spiccò in lui l’indole egregia e particolarmente incline alla pietà. Rinunziando ai giochi tipici dei bambini, amava ritirarsi in disparte per attendere alla preghiera; perciò fin dai primi anni diede l’impressione di essere “vecchio“.
Sostenuto dalla grazia di Dio ed educato con retti insegnamenti dai genitori, propose di fare ogni sforzo per non cadere in peccato, neppure veniale e tenne pertanto una condotta purissima.

Per imparare il mestiere di calzolaio, cominciò a frequentare la bottega di uno zio, trasformandola in una sede di virtù; infatti, su iniziativa di Calogero, spesso si interrompeva il lavoro e si dava spazio alla preghiera o si parlava di Dio e della vita di santi.

Cresciuto con la consapevolezza di essere chiamato ad una vita più perfetta, fece di tutto per entrare in un istituto regolare. Più volte chiese di essere accolto nell’ordine degli incappucciati, ma fu rifiutato per la sua salute cagionevole.

Per il suo desiderio di santità, tuttavia, meritò di essere annoverato tra i fratelli laici della nostra congregazione: indossò l’abito religioso nel 1847, emise i voti nel 1855. Iniziata la vita comunitaria, percorse con entusiasmo la via delle virtù e progredì tanto da suscitare l’ammirazione di tutti. Osservò i voti professati fino alla morte; praticò come nessuno altro la disciplina regolare; severo con se stesso, gentile e buono con gli altri. Dimostrò somma carità verso Dio e verso il prossimo, in tutto.

Spesso accompagnava i Padri che andavano in missioni ed egli, non solo con l’esempio e la parola ma anche con la sua sola presenza, contribuiva a riportare gli uomini sulla buona strada: infatti aveva una dolcezza particolare che attirava le persone.

Negli anni 1858-1860, durante i rivolgimenti politici, gli altri confratelli furono espulsi e costretti a scappare altrove; egli, con permesso dei superiori, restò solo a Sciacca per badare alla sorveglianza e alla difesa della Chiesa. Svolse con zelo l’incarico affidatogli, difendendo, nelle sue le possibilità, il decoro del culto della Casa di Dio.

Nel frattempo si dedicava sempre più alle pratiche di pietà. Durante il giorno soleva passare lunghe ore davanti al tabernacolo, in ginocchio, completamente assorto nella contemplazione delle realtà del cielo. Infiammato di amore, non si negava a nessuno; accoglieva tutti.

Colpito da una malattia letale, sopportò serenamente tutte le sofferenze finché, con il conforto del Sacro Viatico, morì santamente il 25 Aprile 1898. La sua tomba divenne un richiamo per tanti; il corpo, trasportato sul monte Cronio per volontà del popolo, fu sepolto nella chiesa di S. Calogero. Molti ne invocarono ogni giorno il patrocinio. 

Il servo di Dio fr. Calogero Liotta (1811-1898), siciliano di Sciacca, umile e fedele sino alla fine (foto in AGHR).

 

Sciacca (AG) - La chiesa dedicata a S. Alfonso che fr. Calogero Liotta custodì con amore durante il periodo della soppressione dei religiosi dal 1860 in poi (Foto Vetrano).

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