Candita Cosimo redentorista

P. Cosimo Candita (1909-1996) – Italia.

Giovedì 31 ottobre 1996, alle ore 05 il P. Cosimo Candita si addormentava per il riposo eterno nell’ospedale civile di Francavilla Fontana dove il 23 ottobre era stato ricoverato per una forma di bronchite e scompenso cardiaco.

P. Candita Cosimo nacque il 19.07.1909-a Francavilla Fontana (BR), da Pietro e Fino Domenica. Nel pieno della sua adolescenza avvertì il fascino dell’Istituto Redentorista, entrando nell’educandato di Ciorani il 6 febbraio 1924. Indossò l’abito di sant’Alfonso il 28 settembre 1927, dando così inizio all’anno di noviziato trascorso a Ciorani sotto la guida del Maestro P. Biagio Parlato, e al termine emise la professione religiosa temporanea: era il 29.09.1928-a Pagani (SA). Il suo sì al Signore divenne definitivo con la Professione Perpetua, emessa il 21.11.1931-a S. Angelo a Cupolo (BN).
Il suo sogno di diventare sacerdote fu coronato il 1° dicembre 1935 nella Cappella dell’Arco a Benevento, per mano di S. Ecc. l’Arcivescovo di Benevento Adeodato Piazza.

Già durante il corso istituzionale di filosofia e teologia i Superiori dovettero notare in lui non solo un ingegno fuori del comune e una particolare propensione verso la Sacra Scrittura, poiché dopo l’ordinazione fu destinato a risiedere per tre anni (1936-1939) nel Collegio Maggiore “S. Alfonso” in Roma, conseguendo la licenza in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e la licenza in Sacre Scritture al Pontificio Istituto Biblico.
P. Cosimo fece subito dono di ciò che aveva maturato nei suoi studi. Per quasi un trentennio (dal 1939 al 1967) insegnò Sacra Scrittura, in un primo momento (dal 1939 al 1950) Antico e Nuovo Testamento, e in una seconda fase (dal 1950 al 1967) solo Nuovo Testamento.
Naturalmente la sua profonda competenza e vasta cultura gli consentirono di andare incontro ad altre esigenze di insegnamento presso il nostro Studentato di S. Angelo a Cupolo, e per questo motivo si dispose di buon grado ad insegnare materie “complementari” allo studio biblico, vale a dire lingua ebraica, greco classico, greco del Nuovo Testamento. Non disdegnò anche qualche incursione nel campo di scienze umanistiche come pedagogia e psicologia.

Dopo 11 anni spesi per la formazione culturale dei nostri studenti a S. Angelo a Cupolo (ma un cenno merita anche l’anno d’insegnamento di Sacre Scritture nel seminario regionale di Benevento nel pieno della seconda guerra mondiale), per tre mesi – precisamente dal luglio al settembre del 1950 – P. Cosimo fu prefetto degli studenti, ma per ragioni di salute sentì di dover rinunziare al compito affidatogli e così fu trasferito a Pagani, sempre con l’incarico di “lettore”, risiedendovi dal 1950 al 1959. E quando gli studenti si trasferirono al Colle S. Alfonso P. Cosimo continuò la sua “peregrinatio”, disponendosi per 8 anni ancora (dal 1959 al 1967) a quella che sarebbe stata la sua ultima esperienza di insegnamento.

Infatti dal 1967 al 1969 occupò il ruolo di Superiore della nostra comunità di Pompei, e all’ombra del Santuario mariano svolse il suo ministero sacerdotale al servizio delle coscienze, sedendo per ore e ore al tribunale della misericordia.

Dopo un così lungo e generoso servizio svolto lontano dalla sua terra, il Signore gli riservò il grande dono di tornare alla sua cara Francavilla Fontana. Era il 1969, e da allora fino al momento della sua nascita al cielo, all’ombra della “Chiesa d’oro” ha risieduto, spendendo le sue migliori energie per i servizi più umili e semplici, segno del suo animo premuroso e attento (come ad es. il fare la spesa o l’innaffiare i fiori), non disdegnando però di prendersi incarichi più impegnativi: fino al 1993 è stato infatti economo della casa, e ha periodicamente assicurato l’assistenza spirituale di vari istituti di suore.
P. Cosimo Candita ora contempla quella verità che per lunghi anni ha investigato attraverso lo studio costante e l’amorevole insegnamento.

Un tratto che della sua figura “ieratica” ci rimarrà comunque inconfondibile nell’anima, una sorta di primo elemento di testimonianza per tutti noi, è stata proprio questa sua capacità di investire le sue migliori energie al servizio del popolo di Dio e per la vita della comunità religiosa di cui faceva parte: la sua disponibilità alle confessioni e la sua diuturna presenza in Chiesa si accompagnavano ad un uso scrupoloso del tempo, sull’esempio del suo fondatore sant’Alfonso de Liguori.
Fino all’ultimo è stato occupato nella stesura di appunti, nella redazioni di biografie e resoconti storici, come ad esempio la vita del suo compagno di studi morto giovanissimo in concetto di santità, il Redentorista Perozziello, che ora senz’altro starà facendo festa con lui in Paradiso, o come ancora la storia del Santuario di Materdomini e delle reliquie di san Gerardo.

Un altro elemento della sua testimonianza è stata la capacità di unire alla sua profonda cultura un senso di fraternità, un rapporto verso i confratelli e verso il prossimo all’insegna della delicatezza e della premura.
P. Cosimo ha amato teneramente la sua Congregazione. Era orgoglioso di essere Redentorista, e di lui possiamo dire che ha portato degnamente l’abito di sant’Alfonso. Lo ha fatto nella semplicità, con uno stile di vita austero ed essenziale. Ma tutto questo si accompagnava a dei modi che lasciavano trasparire un animo nobile, gentile, amabile: modi di cui purtroppo oggi non sempre è frequente trovare riscontro. Ciò si verificava nei nostri normali rapporti tra confratelli, ma ritengo anche con chiunque si trovasse ad accostarlo.

Sembra opportuno, inoltre, richiamare alla mente il suo spirito di preghiera: di lui si può dire che la profonda cultura accumulata sui banchi di scuola e sulle cattedre di insegnamento non gli hanno precluso una familiarità con la preghiera più semplice come il rosario quotidiano o con la profonda semplice devozione che accompagnava la sua celebrazione eucaristica.

Ma è soprattutto nell’amore e nello studio della Parola di Dio che ci consegna il volto più caratteristico della sua preziosa esistenza e ci ricorda che senza l’incontro quotidiano con la Sacra Scrittura ci sarà impossibile realizzare una vera vita religiosa, sacerdotale e apostolica.

Ora che P. Cosimo si trova a contemplare da vicino quel Cristo che quotidianamente diventava corpo e sangue tra le sue mani, mi sembra doveroso affidarci tutti alle sue preghiere, perché interceda per la sua famiglia religiosa a cui ha voluto tanto bene, perché protegga dall’alto i suoi parenti e concittadini, infine perché il Signore non faccia mancare giovani capaci di raccogliere la sua eredità, giovani generosi pronti a irradiare nel mondo la Copiosa Redemptio, giovani che nella forza dello Spirito Santo “sappiano annunciare con la loro vita la gioia dell’incontro con il Padre, in Cristo Gesù nostro Signore. Amen“.

P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale

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Dalla Lettera Circolare
dell’ 8 novembre 1996

P. Cosimo Candita, ieratica figura di sacerdote e religioso. Ha investito le sue migliori energie allo studio e 'insegnamento ai nostri chierici, al servizio del popolo di Dio e alla vita delle comunità religiose di cui ha fatto parte.

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Il P. Cosimo Candita è stato chiamato sin dalla prima ora ad insegnare agli studenti redentoristi con una metodicità che è rimasta celebre. Il particolare dela foto lo mostra insieme ad altri Padri e agli studenti nel 1947 durante in occasione della visita del P. Generale L. Bujis. Accanto a lui si riconoscono i Padri Muccino Antonio (senior), Domenico Capone, Benedetto D'Orazio e nella fila di sopra Fratello Marcellino, P. Giovanni Di Martino e P. Vincenzo Jacovino.

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Comunita di Francavilla Fontana 1984.87. P. Cosimo Candita con P. Rocco Boffa e Domenico Pirozzi. A Francavilla Fontana, suo paese notale, P. Cosimo ha chiuso la sua laboriosa giornata terrena.

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