Capone Domenico redentorista

P. Domenico Capone (1907-1995) – Italia.

Un vuoto difficilmente colmabile ha lasciato con la sua dipartita al cielo il P. Domenico Capone, morto all’età di 88 anni alle ore 18 di Venerdì 23 giugno 1995, solennità del Sacro Cuore di Gesù.
Rapido è stato il trapasso da questa all’altra vita: avvertendo un malore di origine cardiaca, il P. Domenico, che nel più recente passato aveva sofferto di questi problemi, ha chiamato in aiuto il Superiore della casa “S. Alfonso” a Roma: l’immediato trasporto all’Ospedale S. Giovanni non serviva ad altro che a farne constatare l’avvenuto decesso.

P. Domenico Capone, affascinante figura di studioso, di teologo e di uomo. La sua vita è stata una vera benedizione per la Chiesa, per la Congregazione redentorista,e per la Provincia Napoletana dell’Istituto e per le Monache Redentoriste del SS. Redentore.

P. Capone era nato a Siracusa il 3 maggio 1907, da Vito e Saporito Nicolina. Dopo aver emesso i voti temporanei il 9 dicembre 1922, e quelli perpetui il 10 dicembre 1923 a Pagani, fu ordinato presbitero della Chiesa di Dio da Mons. Giuseppe Romeo, Vescovo di Nocera Inferiore, il 12 ottobre 1930, sempre a Pagani.
La sua naturale vocazione all’insegnamento ebbe modo di realizzarsi quasi subito: dall’ottobre 1931 al giugno 1939 insegnò filosofia e letteratura italiana e dal 1942 al 1947 Teologia morale allo Studentato. In questo periodo ebbe anche modo di incarnare l’anelito pastorale che sempre ha accompagnato il suo studio, insieme ad una particolare propensione verso il mondo giovanile e in specie la realtà formativa: fu infatti Prefetto degli studenti ed economo curato della parrocchia di S. Angelo a Cupolo, durante la guerra dal 1942 al 1944.

Conseguita la laurea in filosofia con specializzazione in etica presso la Pontificia Università Gregoriana con una tesi su La verità nell’atto umano,proseguì gli studi di Teologia Morale all’Institut Catholique di Parigi e di filosofia alla Sorbonne (frequentando corsi con L. Lavelle, E. Gilson, G. Wals), e partecipando ai colloqui del Circolo di Gabriel Marcel.

Nel 1963 il Superiore Generale P. Guglielmo Gaudreau – in qualità di Delegato della S. Sede per l’Ordine del SS. Redentore – lo designò per la riorganizzazione dell’Ordine in Italia. Dal 1968 lavorò come membro di una commissione per la revisione radicale delle Regole dell’Ordine stesso.

Dal 1973 P. Capone è stato consulente della Commissione CEI. per la dottrina della Fede e della Catechesi. Nel settembre 1978 il Papa Giovanni Paolo I lo nominò membro della Commissione Pontificia Straordinaria per il riordinamento della Pontificia Università Lateranense. Dall’ottobre 1978 fino al giugno 1983. è stato Padre spirituale nel Pontificio Seminario Lombardo di Roma.

Come già ho accennato, questa multiforme e ammirevole serie di impegni non fece perdere a P. Capone il contatto con la realtà pastorale: oltre che confessore ordinario e straordinario in numerose comunità religiose a Roma, egli è stato impegnato a più riprese nella predicazione missionaria e nell’animazione di esercizi spirituali.

Ma fu soprattutto l’Accademia Alfonsiana il luogo privilegiato, in cui il Signore lo chiamava a investire i suoi migliori talenti. Chiamato dallo stesso fondatore dell’Accademia, il Generale P. Leonardo Buys, P. Domenico offrì dal 1947 una collaborazione preziosa quanto incessante, che portò alla fondazione ufficiale dell’Accademia il 9 febbraio 1949.
Dopo una fase sperimentale (1950-1957), egli iniziò nel 1957 la serie dei corsi di Teologia Morale fondamentale sulla coscienza morale, con riferimento particolare al pensiero e alla dottrina di S. Alfonso. Quindi dal 1962-63, in concomitanza del Concilio Ecumenico Vaticano II, diede inizio all’insegnamento del secondo dei suoi temi preferiti: “L’uomo visto come persona nuova per la sua partecipazione al misterodel Cristo“.
Era un modo per esplicitare quel “Cristocentrismo”, che oggi la Teologia ritiene come un principio basilare quanto ovvio, ma che allora suscitò più di una riserva in ambi­to universitario, riserva che solo il Concilio ebbe modo di relativizzare.

 Nel 1966 P. Capone collaborò anche alla fondazione dell’Associazione dei teologi moralisti italiani. Dal 1968 al 1987 ha tenuto corsi di teologia morale fondamentale e poi di specializzazione sulla Teologia della penitenza e del matrimonio, nella Facoltà di Teologia dell’Italia Meridionale, sezione S. Tommaso a Napoli. Dal 1969 al 1983 è stato Preside dell’Accademia Alfonsiana.

Dal 1968 fu chiamato a insegnare Teologia Morale fondamentale nella Pontificia Università Lateranense: fu in quel periodo, precisamente nel 1970, che dovette lasciare il corso, poiché nel mese di aprile, a Padova, durante il secondo congresso dei moralisti italiani, fu colpito da infarto: un preannuncio di quella malattia che lo ha portato fino all’ultimo tragitto su questa terra.

Il curriculum accademico di P. Capone, la rigorosità della sua ricerca che ne hanno fatto una delle menti più apprezzate fra tutti i Redentoristi, l’autorevolezza dei suoi studi in campo di Teologia Morale: tutto questo può far passare in secondo piano l’interesse che egli ha sempre coltivato verso la nostra storia, il nostro fondatore e nostro carisma, interesse che ha esplicitato in opere degne del miglior plauso, numerose soprattutto negli ultimi anni di vita.

Soprattutto rischiano di passare in secondo piano le qualità umane del nostro confratello, la sua giovialità, lentusiasmo che riusciva a trasmettere ai giovani, l’interesse che egli non ha smesso di coltivare verso la vita e il futuro della sua Provincia.
Non possiamo altresì dimenticare la di lui laboriosità che lo ha accompagnato fino alle ultime ore di vita, impegnandolo in ricerche e progetti di pubblicazioni tuttora inedite, e che – alletà di 80 anni – lo ha portato a imparare l’uso del computer.

Tutto questo si accompagnava, in P. Capone, ad un solido, maturo amore verso il Cristo Redentore, un amore che – per lui “esistenzialmente” e oserei dire “metodologicamente” si traduceva in una coscienza morale integra e consapevole.

Ora che P. Domenico è andato incontro all’abbraccio di Cristo Redentore e a quello della sua Madre Maria, da lui sommamente amati sull’esempio di S. Alfonso durante questa vita, vorrà egli guardarci dall’alto dei cieli e intercedere per questa Provincia per la quale il suo cuore ha sempre palpitato.

P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale

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Dalla Lettera Circolare
del 29 giugno 1995

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S. Agata dei Goti (BN), Monastero delle Redentorite 1966. Foto-ricordo della visita del P. Generale Gaudreau insieme al Vescovo della diocesi, agli amici del Monastero e al gruppo di studenti redentoristi che, guidati dal P. Capone, rinnovarono quasi radicalmente gli ambienti dello stesso Monastero. L’occasione era data dal Bicentenario dell’arrivo delle Monache in città. (foto in AGHR).

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La “squadra” operaia degli studenti redentoristi, impegnati nei lavori al Monastero di S. Agata dei Goti, capitanata dal P. Domenico Capone (foto in AGHR).

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Un momento dei lavori al Monastero di S. Agata: la sistemazione della grande tela di S. Alfonso con le Monache Redentoriste (foto in AGHR).

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