Cardiello Francesco redentorista

Studente Francesco Cardiello (1936 -1958) – Italia.

Il Fratello Studente Francesco Cardiello, dopo circa quaranta giorni di degenza nell’Ospedale Tortora di Pagani è volato al cielo. Era nato l’ 8 luglio 1936.
Fu ricoverato in Ospedale il giorno dell’Apparizione della Madonna a Lourdes, 11 febbraio; è morto la mattina della festa di S. Giuseppe alle ore 6,45. Affetto da ulcera al piloro, che si era perfettamente occluso (stenosi), fu sottoposto all’intervento operatorio del Prof. De Cristofaro: l’operazione riuscì perfettamente, ma, dopo qualche giorno, fu assalito da un attacco di pleuro-polmonite; il male fu combattuto con vigore, ma ad esso fece seguito una violenta crisi di azotemia, che minacciò di portarlo alla tomba nella notte del 27-28 febbraio; ma anche l’azotemia fu domata. L’aspetto del giovane era confortante.
Non si spiegava però una persistente e rilevante alterazione febbrile. Si ebbe timore che covasse ancora la pleurite e, quantunque gli esami radioscopici fossero risultati negativi, il Prof. De Cristofaro volle tentare una estrazione di liquido pleurico. Il tentativo, purtroppo, si rivelò positivo: una prima estrazione diede fuori ben 300 grammi di liquido purulento ed ematoso; dopo qualche giorno una seconda estrazione diede circa 600 grammi dello stesso liquido.
L’infermità avanzò precipitosamente. Si tentò un intervento chirurgico alla pleura, ma si constatò che non c’era più nulla da fare: era maturo per il cielo!

La vigilia di S. Giuseppe ebbe un collasso, dal quale si riprese in modo da poter ricevere con pienissima coscienza l’amministrazione della estrema Unzione e rinnovare con caldo fervore i Voti Religiosi e il Giuramento di Perseveranza. Rispondeva alle preghiere liturgiche con chiarissima lucidità di mente, calmo, sereno. Ripeteva invocazioni e giaculatorie quali gli venivano dal cuore e quali gli erano suggerite, e lo faceva a voce alta e con fervore. Poi ridomandò l’assoluzione e la benedizione. E inoltre: «Padre Prefetto, grazie di tutto.. Ringrazio tutti dell’assistenza… Domando perdono a tutti: ai Superiori, ai Lettori, ai compagni…, alle Suore, agli infermieri. Pregherò per tutti». Ai compagni diceva: «Volevo essere Missionario, ma S. Alfonso non lo ha voluto; però io pregherò!».

Durante la notte, al Padre che lo assisteva e gli suggeriva giaculatorie e pensieri santi, disse con voce chiara: «Io vedo S. A1fonso e S. Clemente! (e additava l’angolo dove egli vedeva o gli sembrava di vedere). Come sono belli e luminosi!». E il volto gli si illuminava di gioia e di confidenza.
Fino alle ore 6 fu in perfetta lucidità di mente e in perfetto contatto con coloro che l’assistevano. Poi calmo, placido, sereno, senza alcun turbamento spirò nel bacio del Signore.

P. Ambrogio Freda
Superiore Provinciale

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Altro profilo

Dal 19 marzo 1958 la nostra Provincia di Napoli ha uno Studente in meno sulla terra, ma conta in cielo un nuovo Protettore: il chierico Francesco Cardiello di 22 anni, 1° corso di teologia, da S. Pietro al Tanagro.
Aveva affidata la sua formazione a Maria; e nelle intimità della Madre divina egli pregava: « O Madre buona, ti ringrazio di avermi dato Gesù. Quando vengo ai piedi dell’altare per cercare forza, rassegnazione, confidenza, amore, attingendo nei tesori inesauribili del Cuore Eucaristico la grazia della Perseveranza e della Vocazione, ripeto con tenerezza: questo tesoro del mio esilio me l’hanno ottenuto le tue preghiere, o Maria onnipotente; per Te mi giungono le benedizioni e gli aiuti del Figlio tuo».
E, nell’abbraccio della Vergine, prevedendo la fine, aveva scritto: «Quando, dopo la tristezza e le lotte di questa triste vita, il Cuore Eucaristico verrà, nella mia ultima e suprema Comunione, a consolarmi, a fortificarmi; quando, confortato da questo cibo divino, mi preparerò a fare l’ascesa al monte santo di Dio, qual consolazione, quale speranza susciterà nel mio cuore il pensiero che Tu, Vergine benedetta, mi hai preparato colle tue mani materne questo potente Viatico, e che verrai Tu stessa a coprirmi della tua ultima benedizione prima di condurre la mia anima nelle delizie dell’eterno amore!».

Egli è morto abbracciato al Crocifisso, accettando dalle sue mani il sacrificio della propria vita e dell’ideale non ancora raggiunto del Sacerdozio, anzi offrendo le proprie sofferenze per la pace del mondo, per la conversione della Russia, e per il bene della Congregazione.

Di costituzione robusta e di florida salute, accusava di un tratto un male che rendeva necessario un intervento. Subita l’operazione (stenosi pilorica) nell’Ospedale Tortora di Pagani, tutto pareva andar bene, quando cominciò un susseguirsi di complicazioni che, inchiodandolo a letto per oltre un mese, maturavano la sua anima in un crogiuolo d’un lento martirio. Pregavano per lui i Confratelli, molte Comunità di Suore, anime buone del popolo, e perfino le innocenti Orfanelle di Pompei. Ma né questo coro supplichevole, né le cure dei medici e degli infermieri, né le premure affettuose delle Suore del Preziosissimo Sangue poterono arrestare il corso del male.

Il caro Confratello era spiritualmente preparato. Dopo essersi confessato, rinnovava i voti religiosi, riceveva l’Olio Santo, e con fervore ripeteva giaculatorie e preghiere. Più volte chiese l’assoluzione; umilmente cercava perdono a tutti, promettendo di pregare per tutti; finché calmo e sereno non si addormentò nel Signore alle 6,45 del 19 marzo: un collasso cardiocircolatorio stroncava la sua giovane vita. San Giuseppe lo volle seco alla sua festa in Paradiso.
Era professo dal 29 settembre 1953.

(S. ALFONSO, anno 1958,pagg. 64,95).

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Profili tratti da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985 

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Il chierico studente redentorista Francesco Cardiello morto nel fiore degli anni: morto abbracciato al Crocifisso, accettando dalle sue mani il sacrificio della propria vita e dell’ideale del Sacerdozio non ancora raggiunto , anzi offrendo le proprie sofferenze per la pace del mondo, per la conversione della Russia, e per il bene della Congregazione.

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