Cimino Fabrizio redentorista

Mons. Fabrizio Cimino (1733-1818). – Italia.

Mons. Fabrizio Cimino (1733-1818).
Vescovo di Oria

Nacque in Gragnano (NA) addì 29 marzo 1733.
Fu ammesso al Noviziato il 17 luglio 1751, ed alla professione il 16 luglio dell’ anno seguente, festa del SS.mo Redentore.

Si mostrò sin dal principio della sua vita religiosa di grandi capacità. Onde appena in età di 30 anni fu fatto rettore del Collegio di Pagani.
Divenuto più tardi Consultore Generale, fu nel 1780 dalla parte del P. Angelo Majone nell’ affare del Regolamento e così perdette la sua vocazione.

Nel 1798 addì 29 gennaio fu preconizzato Vescovo di Oria: ma dopo alcuni anni si ritirò in qualità di Convittore nella nostra Casa di Pagani, ove morì il 22 marzo 1818.

S. Alfonso essendo stato beatificato nel 1817, Monsignor Cimino contribuì per una gran parte alle spese per erigergli una Cappella nella nostra Chiesa di Pagani, dove si conservano le sue Reliquie. – La lapide messa nel 1820, fu anche comprata da Monsignor Cimino.

Sotto il suo ritratto, che trovasi in Pagani, sta scritto:

«Mons. Cimino D. Fabrizio, Vescovo di Oria, Spiritus Domini super me evangelizzare pauperibus misit me, sanare contritos corde.   (Luc. IV.
(Lett. I- 520. Berthe, 455 a 1094).

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Profilo tratto da
Biografie manoscritte del P. S. Schiavone
– vol.1 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.

Mons. Fabrizio Cimino, redentorista nativo di Gragnano (NA), ebbe amore per la sua vocazione. La faccenda del Regolamento portata avanti con troppo personalismo insieme al P. Majone provocò la vibrata protesta dei confratelli e le sue dimissioni. Fu eletto Vescovo di Oria (BR): volle poi ritirarsi a Pagani a morire tra i Redentoristi, dove contribuì generosamente alla costruzione della Cappella del Beato Alfonso.
Mons. Fabrizio Cimino, redentorista nativo di Gragnano (NA), ebbe amore per la sua vocazione. La faccenda del Regolamento portata avanti con troppo personalismo insieme al P. Majone provocò la vibrata protesta dei confratelli e le sue dimissioni. Fu eletto Vescovo di Oria (BR): volle poi ritirarsi a Pagani a morire tra i Redentoristi, dove contribuì generosamente alla costruzione della Cappella del Beato Alfonso.

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