DAVANTI AL TRIBUNALE DI DIO

11. FINIREMO DAVANTI AL TRIBUNALE DI DIO

Appena uscita dal corpo, l’anima sarà condotta davanti al tribunale di Dio per essere giudicata. Il giudice sarà un Dio onnipotente, adirato con chi l’ha maltrattato in vita. L’accusatore sarà il demonio; l’argomento, i tuoi peccati; la sentenza inappellabile; la pena, l’inferno.

Non vi saranno più compagni, né parenti, né amici: dovrai vedertela da solo tra te e Dio. Allora capirai la bruttezza dei tuoi peccati e non potrai scusarli, come fai ora.
Sarai esaminato sui peccati di pensiero, di parole, di com-piacenze, di opere, di omissione e di scandalo. Tutto sarà pe-sato sulla bilancia della divina giustizia e, se ti troverai man-cante anche in una sola cosa, sarai perduto. […]

La divina giustizia giudicherà tutte le genti alla fine del mondo, quando i corpi si riuniranno con l’anima e risorge-ranno per ricevere il premio o la pena, secondo le loro opere.
Pensa che, se ti danni, questo tuo corpo diventerà l’eterna prigione della tua anima sventurata. In quell’amaro incontro l’anima maledirà il corpo, e il corpo maledirà l’anima. Sicché l’anima e il corpo, che ora vanno d’accordo nel cercare piaceri proibiti, dopo la morte saranno costretti ad unirsi per essere carnefici di se stessi. Al contrario, se ti salvi, questo tuo corpo risorgerà tutto bello, impassibile e risplendente, e sarai fatto degno della vita beata in anima e corpo. (da Massime Eterne, V, 1-2a)

Gesù mio, un giorno sarai il mio giudice, ma ora sei il mio Salvatore. Ricordati che sei morto per salvarmi. Mi pento con tutto il cuore di avere disprezzato te, sommo Bene. Gesù mio, perdonami e non permettere che io viva ancora privo del tuo santo amore.
O Maria, grande avvocata dei peccatori, aiutami, ora che puoi aiutarmi. (VS)