D’Avino Nicola redentorista

Fratello Nicola D’Avino (1915-1979) – Italia.

La notizia della morte del Fratello Nicola D’Avino, è giunta improvvisa per me e per tutta la Provincia. Infatti, il mattino del giorno della sua morte, ero stato a visitarlo e lo avevo trovato non solo fiducioso e tranquillo, ma anche, apparentemente in non gravi condizioni.
Con la morte il caro fratello chiudeva un periodo lungo e doloroso di una malattia che, mentre lo privava del tutto della vista, lo aveva reso luminoso esempio di rassegnazione e di uniformità alla volontà di Di.

Fratello Nicola era nato l’1 febbraio 1915 a Sturno (AV). Entrato giovanissimo nella nostra Congregazione aveva emesso la professione religiosa a Ciorani il 22 novembre 1932.
Assegnato a S. Andrea afferrava l’occasione che quella casa gli offriva: realizzare l’ideale apostolico presente in ogni Redentorista, prendendo parte attiva e diretta alle missioni.
Infatti, oltre a occuparsi della cucina di quella comunità, spessissimo si univa alle comitive dei Missionari, rendendosi utile per la sistemazione logistica e aiutando i Padri nella catechesi. Trasferito ad Avellino legava il suo nome alla crescita e alla definitiva sistemazione di quella nostra comunità.
Per anni ad Avellino abbinando l’incarico di cuoco e di portinaio ha avuto la possibilità di arricchire la comunità con il suo servizio e la parrocchia con la testimonianza della sua bontà.
Gli ultimi anni trascorsi nel buio più assoluto della cecità fisica sono stati illuminati dalla luce della sua fede e della sua preghiera.

P. Giuseppe Capone
Superiore Provinciale

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Profilio tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

Fratello Nicola D'Avino, detto affettuosamente "Nicolone" in un particolare della foto di un gruppo di fratelli laici napoletani in ritiro col P. Casaburi (foto Archivio CSsR, Materdomini).

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Altro profilo

Fr. Nicola D’Avino
di Michele e Michelina Grella.

Nato a Sturno (Dioc. e Prov. Avellino) il 1.2.1915 = Prof. 22.11.1932 = Morto a Pagani 16.8.1979.

Ha fatto il suo Noviziato col Maestro P. Mauri Luigi. È stato sempre lavoratore esimio quale aiuto falegname, sacrestano esatto e Portinaio sollecito e caritatevole.
Nel 1936 lo vediamo a Ciorani col Fr. Luigi, Fr. Policarpo…
Nel 1942 a Tropea col P. Rettore A. La Marca

Quindi a Teano con P. De Feo (P. D’Elia ministro) tutto attento al culto del Cuore Eucaristico di Gesù per la spedizione e ricezione della numerosa corrispondenza postale.
Qui mentre era assente il P. Rettore, i soldati tedeschi trovarono dinanzi alla porta chiusa del Rettore  il fratello Nicola con le braccia aperte, sfidando la barbarie per evitare che sfondassero la porta con i moschetti e le pistole. Nulla valsero le preghiere, le suppliche, fu scacciato con forza fuori Collegio ed occuparono tutto il fabbricato fino alla loro ritirata militare.

Ha preso parte attivamente a moltissime Missioni (oltre 90); dettatemi da lui stesso: Polistena, Bovalino Marina, Soverato, Montemiletto, Montefalcione, Mirabella Eclano, Vibo Valentia, Rosarno, Spinazzola, Caserta, Vallata, Spilinga, S. Cristina d’Aspromonte, S. Costantino Calabro, Squillace, S. Domenica, Campomanfoli (ove avvenne il triste equivoco di “Peppinella” e si tentò di ammazzare il predicatore istruttore per la coincidenza reale con due novelli sposi fuggiti…), Seminara, Sessa Aurunca…

Per anni un forte diabete gli ha causato una completa cecità che egli ha sopportato con edificante rassegnazione su questa pesante croce, nel Collegio di Materdomini, e poi, qualche mese prima di morire a Pagani nell’Infermeria, assistito nell’una e nell’altra Comunità fraternamente anche dai Padri, perché ognuno di noi ha conosciuto la bontà di questo vero e fraterno confratello Nicola.

«Fino al mattino del 16 agosto (scrive il Provinciale) giorno della sua morte era stato a visitarlo e lo aveva trovato non solo fiducioso e tranquillo, ma anche apparentemente in non gravi condizioni. Con la morte il caro Fratello chiudeva un periodo lungo e doloroso di una malattia, che mentre lo privava del dono della vista, lo aveva reso luminoso esempio di rassegnazione alla Volontà di Dio!… Gli ultimi anni trascorsi nel buio, più assoluto, della cecità fisica sono stati illuminati dalla luce della sua fede e della sua preghiera» (P. Capone Giuseppe).

Fratello Nicola D'Avino, detto affettuosamente "Nicolone

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da Ricordo di fraterni amici
del P. Francesco Santoli
Tipolitografia Irpina, Lioni 1980

Avellino - Casa e chiesa dedicata a S. Alfonso dove fratello Nicola ha trascorso buona parte della sua vita redentorista (foto AGHR).

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