García Manzanedo Victoriano redentorista

P. Victoriano García Manzanedo, C.Ss.R. 1919-2016 – Spagna.

P. Victoriano García Manzanedo, C.Ss.R. 1919-2016.

Il redentorista P. Victoriano García Manzanedo, 1919-2016, Spagna, Provincia di Madrid. Un gigante, lo si può definire. Spirito e zelo redentorista, amore alla missione, cultura vasta e applicata all’apostolato; intelligenza chiara, memoria privilegiata, dono delle lingue morte (e alcune anche vive); abilità manuale e artistica di ogni tipo. Missionario in Colombia e Venezuela, è morto a 96 anni.

Dati ufficiali

  • Cognome = García Manzanedo
  • Nome = Victoriano
  • Nazionalità = Spagna – (Provincia di Madrid)
  • Nato = 22-Dic-1919
  • Morto = 15-Apr-2016
  • Professione = 24-Ago-1937
  • Sacerdote = 04-Feb-1945

Padre Manzanedo, che ha cantato la misericordia del Signore e ha annunciato la sua fedeltà a tutte le generazioni, ha lasciato questo mondo all’alba del 15 aprile 2016 in punta di piedi senza altra malattia che il peso dei suoi giorni. Si stava avvicinando a 97 anni. Morì senza agonia, così come aveva vissuto.
Gli ultimi 5 anni, che ha passato sulla sedia a rotelle per la rottura dell’anca, non lo hanno prostrato come avviene per la maggior parte di quelli della sua età, né gli hanno impedito di lavorare per proprio conto: studio, musica, scrittura, calligrafia. Gli è mancato solo l’apostolato diretto.
Anche il suo funerale è stato “proprio”, da vero e Redentorista, che ha vissuto grande parte della sua vita americana in mezzo le folle, e il suo tramonto nella solitudine del convento astorgano.
Funerali belli, omelia degna, presenza di confratelli… ma gli è mancata la bella coreografia della sua gente tachirense e il colore e calore delle liturgie americane. Perché, naturalmente, P. Manzanedo era del tutto sconosciuto in Astorga

Come punto di partenza, per il suo profilo umano e religioso che mi viene chiesto, cito la sua tesi di dottorato su “Ministero e carisma secondo il Vaticano II“. È convinzione comune che Dio era stato prodigo con il nostro fratello per quanto riguarda il suo carisma: precocità intellettuale, salute a prova di bomba, intuizione e capacità illimitata per il lavoro, impegno senza compromessi in tutto ciò che intraprendeva, intelligenza chiara, memoria privilegiata, zelo pastorale, dono delle lingue morte (e alcune anche vive); abilità manuale e artistica di ogni tipo.

♦  Non meno apprezzati furono i suoi ministeri: insegnante di latino, di castigliano e solfeggio in El Espino; e poi a Servitá professore di letteratura, retorica, calligrafia. Da Bucaramanga in Colombia ha pubblicato i suoi primi manoscritti cantorali, 16 quaderni scritte con calligrafia speciale dall’inglese al gotico, e al corsivo artistico. Mancò poco che il governo della Colombia non lo proponesse ufficialmente nelle scuole.
Negli anni successivi, oltre ad essere superiore a Barranquilla, parroco di Quindio, e missionario di molte località colombiane, P. Manzanedo ha fatto i primi passi come architetto e ingegnere osando la difficile ristrutturazione del Camarín del Milagroso di Buga, e le scale e le pareti dello grande studentato di Suba.

♦ Sei anni abbondanti li spesi a Roma come direttore di Orbis, profittando del tempo per prendere la laurea e il dottorato in Morale e sostenere la sua economia personale con lavori pastorale extra. A Madrid ha servito per un po’di tempo come Segretario del ISCM (istituto Superiore Scienze Morali).

♦ Incorporato nella Viceprovincia del Venezuela, fu dapprima vicario della parrocchia di Carvajal e Campo Alegre; poi Missionario in Merida ed infine per 11 anni consecutivi come parroco di 60.000 anime nel popolare Cuesta del Trapiche di San Cristobal del Tachira. Un lavoro intenso e immenso che ha saputo coniugare mirabilmente con insegnamento di di Teologia Morale, Cristologia, ecclesiologia, Salmi e Sinottici nel seminario maggiore di S. Tommaso d’Aquino.

Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi in Venezuela, nella comunità di San Cristobal, dedicandosi anima e corpo alle Messe e novene per i morti. Di questa sua esperienza pastorale è testimone il suo libro “Pastorale della Speranza“, che tanto successo ha avuto e continua ad avere. Esso ha preceduto il Rituale delle Esequie e, per certi aspetti, lo supera.
Questi molteplici doni e carismi Dio glieli diede ab ovo in quanto, come dice nella sua autobiografia scritta a mano, “prima dei sei anni e aveva imparato a leggere e scrivere ordinatamente; e conosceva bene la tabella di moltiplicazione, le quattro operazioni e il sistema metrico”.
Andava forte nella matematica e nelle lettere; in questi campi egli diceva di non ave imparato nulla di più di quanto conoscevano le persone. ” 
Un po’ di più gli costarono le lingue morte, e più alcune vive.

Non sorprendeva il fatto che nella sue missioni venezuelane non di degnava di perdere tempo con pastori protestanti su questioni bibliche di lana caprina, se i concorrenti non partivano dal testo originale: l’ebraico per l’A.T., la koiné greca per il Nuovo ed in ogni caso il francese se la Bibbia scelta era quella di Gerusalemme.
Tutte queste cose le scrive P. Manzanedo in un’autobiografia manoscritta lasciata alla fine dei suoi giorni con la stessa lettera grafia impeccabile e impreziosita della sua giovinezza.

Secondo i suoi critici, l’unico dono un tantino sfuggente che lo presentava male agli occhi dei suoi superiori legittimi e dell’Ordinario, fu il carisma della sinderesi (la capacità innata umana di valutare le cose), che alcuni vedevano come scarsa visione su alcune questioni non secondarie, e altri come mancanza di prudenza pastorale.
In ogni caso, questo carisma non oscurò né l’uomo né l’apostolo;ne ha fatto solo un essere umano.
Riposi in pace colui che non ha mai conosciuto riposo in questa vita.
Miguel F. Garmón.

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