I DOLORI INTERNI DI GESU’

26. I DOLORI INTERNI DI GESU’

Grande come il mare è la tua afflizione (Lam 2,13 Vg). Come le acque del mare sono salate ed amare, così la vita di Gesù fu tutta piena di amarezze e priva di ogni sollievo. Come nel mare confluiscono tutte le acque della terra, così in Gesù si unirono tutti i dolori dell’umanità.

Per questo Gesù disse per bocca del Salmista: Salvami, o Dio: l’acqua mi giunge alla gola. Sono caduto in acque profonde e l’onda mi travolge (Sal 68,2-3): Dio mio, salvami, perché gli affanni sono entrati nell’intimo dell’anima mia, ed io sono stato sommerso da una tempesta di ignominie e di dolori esterni e interni.
San Bernardo scrive: “Per redimere il servo, il Padre non risparmiò il Figlio e il Figlio non risparmiò se stesso”. O carità infinita di Dio! Da una parte l’eterno Padre impose a Gesù di espiare i peccati del mondo: Fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti (Is 53,6); dall’altra Gesù, per salvare l’uomo e salvarlo nel modo più amoroso possibile, volle placare la divina giustizia a proprie spese e con il massimo rigore, addossandosi, come dice san Tommaso,  tutti i dolori e tutti gli oltraggi in sommo grado: “Assunse al massimo grado il dolore e il vituperio”.
Per questo Isaia lo chiamò “uomo dei dolori, il più disprezzato fra tutti gli uomini” (cf. Is 63, 3). Infatti Gesù fu tormentato in tutte le membra e i sensi del corpo, e più amaramente ancora fu afflitto nelle sue facoltà spirituali, cosicché le sofferenze interne superarono di gran lunga i dolori esterni. Eccolo, dunque, lacerato, esangue, trattato da ingannatore, da mago, da pazzo, abbandonato dagli stessi amici e perseguitato da tutti, sino a finire la vita sopra un patibolo infame.

Mio caro Gesù, mia vita e mio tutto, se guardo l’esterno del tuo corpo, non vedo altro che piaghe. Se poi entro nel tuo Cuore desolato, vedo soltanto amarezze e affanni che ti fan-no soffrire un’agonia di morte. Soltanto tu, mio Signore, perché sei bontà infinita, potevi giungere a patire così tanto e a morire per una tua creatura! Soltanto tu, che sei Dio, ami da Dio, con un amore che non ha uguali in nessun altro amore.
Sapete ciò che vi ho fatto? (Gv 13,12).
Signore, ora conosco quanto hai fatto e patito per amor mio. Gesù mio, aiutami a soffrire qualche cosa per amor tuo, prima che mi raggiunga la morte. […] Tu ti sei privato di ogni piacere per me: io ri-nuncio per amor tuo a tutti i piaceri dei sensi. Tu hai sofferto tanti dolori per me: io per te voglio soffrire tutte le pene della mia vita e della mia morte, come a te piacerà. Tu sei stato abbandonato: io accetto l’abbandono da parte di tutti, purché non mi abbandoni tu, mio unico e sommo bene. Tu sei stato perseguitato: io accetto qualunque persecuzione. Tu, infine, sei morto per me: io voglio morire per te. Gesù mio, io ti amo: dammi più amore. Amen. (Amore delle Anime, III,6-8)