LA RISURREZIONE DI GESÙ

1. LA RISURREZIONE DI GESÙ

Alcuni negano la risurrezione, affermando che gli apostoli si sono ingannati per il desiderio che avevano di vedere risorto il loro maestro, o che abbiano voluto ingannare.
In quanto all’essere ingannati, da quello che scrivono, appare che gli apostoli furono molto restii a credere nella risurrezione del Signore. Le sante donne, che erano andate al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, furono assicurate dall’angelo che il Signore era risuscitato. Esse andarono subito a riferirlo agli apostoli. Ma questi, nonostante che la Maddalena avesse detto loro di aver visto con i propri occhi il Signore risorto, pure non vollero credervi e sembrò loro un sogno di femmine: Ed esse annunziarono tutto questo agli Undici (apostoli) e a tutti gli altri… Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse (Lc 24,9.11).

In quello stesso giorno Gesù apparve a due discepoli che stavano andando a Emmaus. […] Essi parlavano della risurrezione come di una cosa incerta, e Gesù li rimproverò: Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! (Lc 24,27). Da ciò si vede quanto i discepoli furono restii a credere che Gesù fosse risorto.
Gesù risorto apparve inoltre a Pietro e a Giovanni, e poi agli altri apostoli. E, per renderli certi della sua risurrezione, fece loro toccare il suo corpo sacrosanto: Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho (Lc 24,39). Con tutto ciò, ancora non si arresero a crederlo risorto, come scrive san Luca: Ancora non credevano…(Lc 24,41). Perciò fu necessario che il Signore chiedesse qualcosa da mangiare. Essi gli diedero una porzione di pesce; Gesù la mangiò e li lasciò convinti.

Era rimasto l’apostolo Tommaso, che non voleva persuadersi di ciò, dicendo: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò (Gv 20,25). Otto giorni dopo, mentre gli apostoli si trovavano riuniti, venne Gesù a porte chiuse e disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani, stendi la tua mano e mettila nel mio costato, e non essere più incredulo, ma credente (Gv 20,27). Allora Tommaso credette e disse: Mio Signore e mio Dio! (Gv 20,28).

In seguito, il Signore apparve ancora più volte ai suoi discepoli. Narra san Paolo che, una volta, si fece vedere a 500 persone, delle quali molte vivevano ancora. San Luca scrive che, per quaranta giorni, continuò ad apparire loro parlando del Regno di Dio (At 1,3), cioè istruendoli sulla Chiesa, sui sacramenti e su molte altre cose riguardanti il Regno di Dio, che essi dovevano predicare in tutto il mondo. Prima di morire, infatti, aveva detto che in seguito avrebbe rivelato loro molte cose che allora non erano in grado di capire (cf. Gv 16,12).
Da tutto ciò risulta che non è possibile sospettare che tutti i discepoli si siano ingannati nel credere alla risurrezione di Gesù. San Giovanni Crisostomo scrive che la risurrezione del Signore fece sì che gli apostoli, che prima avevano dubitato di essa, poi diedero la vita per Gesù crocifisso. […]
La testimonianza delle apparizioni fatte a tanti suoi discepoli fu più che bastante per persuadere tutti della sua risurrezione. Perciò, come rimproverò coloro che non avevano creduto a coloro che lo avevano visto risuscitato (Mc 16,15), così al presente rimprovera tutti gli increduli i quali non credono alle apparizioni fatte allora a tanti ebrei e gentili.
Bisogna credere nel mistero della risurrezione di Gesù, come in quello della sua morte, fino al giorno finale, e Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno! (Gv 20,29).
(da Verità della Fede, II, XV, 1)